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"Amore, vuoi entrare qui?" Chiede Diego.
Guardo l'insegna della cremeria, pregustando una deliziosa cioccolata calda.
"Perché no?" Gli rispondo tutta sorridente.

Immergo un biscotto al cacao in una cioccolata calda biologica. Mi guardo intorno, un gruppo di signore, soprattutto donne in carriera stanno chiacchierando a pochi tavoli di distanza dal nostro. Mi ricordano la mamma e mamma mi fa tornare in mente Thomas, ad Anna quell'uomo non piaceva per nulla: era così sollevata quando é ripartito per la Francia.

"Sei pensierosa."
"Ho un sospetto."
Diego rotea gli occhi, e mette in volto un espressione annoiata come é solito fare in queste situazioni.
"Sentiamo."
"È se fosse stato Thomas?"
"Spero che tu stia scherzando."
"Non é così impossibile."
Un attimo di pausa, Diego tamburella le dita sul tavolo e si guarda intorno.
"Ed ora?"
"Voglio andare in Francia."
"Io non andrò da nessuna parte."
"Sei libero di restare, ma io non posso proprio rinunciare."
"E allora vai."
"Certo che vado." Metto la mia parte di soldi sul tavolo ed esco dal locale, ho cose più importanti da fare.

È una mia impressione oppure la serratura é terribilmente dura? Le chiavi girano a fatica nel chiavistello, ma poi la serratura scatta ed entro nel mio vecchio appartamento. Mi dirigo in cameretta, lasciando dell' impronte sul pavimento impolverato. Prendo una borsetta dall'armadio, frugo e prelevo una manciata di banconote. Circa quattrocento euro, il necessario per potermi spostare sino in Francia.
Giusto il tempo di mettere l'abito tye dye di Anna ed eccomi in viaggio per la stazione.

Chiedo a Matteo di accompagnarmi, mi pone mille domande e cerca di distogliermi dal partire, di tornare dal mio Diego ma io non voglio sentire ragioni. Storce il viso mentre mi guarda salire in treno, io alzo il braccio in segno di saluto e mi accomodo nel vagone.

È strano camminare da soli nella città dell'amore, é brutto non avere Diego al proprio fianco che m'infonde coraggio, l'unica sicurezza che ho ce l'ho addosso ed é questo bellissimo abito.

Mamma apre la porta di casa sua, in mano un bicchiere di liquido puzzolonte, probabilmente un costosissimo alcolico proveniente da un esclusivo negozio di liquori parigino.
"Sera Cara."
"Ciao mamma."
"Dov'é il tuo principe azzurro?"
"A casa, presumo." annuisce e prende un sorso dal suo bicchiere.
"Entra pure."
Il mobilio non ha lunga vita a casa di mamma e nemmeno la tintura alle pareti, questo posto ha cambiato nuovamente aspetto.
"Cosa ti ha portato qui?"
"Mi sei mancata, grazie per avermi presa con te per stanotte."
"Scommetto che non é l'unico motivo."
"Già. Si può sapere che fine ha fatto Thomas?"
Si stringe nelle spalle, sembra irritata.
"Nella sua tenuta in campagna, detesta stare in città quando c'è bel tempo."
"Da quanto tempo é che non lo vedi?"
"Circa un paio di mesi."
Dopodiché beve tutto quanto dal suo bicchiere e lo appoggia sul tavolo.
"Hai per caso il suo indirizzo?"
"Perché mai dovresti andare a trovarlo? Lì c'è così tanto verde, distese di prato sino alla nausea."
Sfoglia un taccuino, ed infine si ferma su un punto preciso.
"Dista ore di macchina da Parigi. Perché diamine devi andare fin là?"
Rimango seduta sul costoso divano in pelle bianca di mamma, senza sapere che diamine dire.
"Tieni." Dice e mi porge l'indirizzo.
"Anna non é nemmeno lí." Dice lei.
"Andrò comunque a buttarci un occhio."
"E poi quando lui scoppierà a ridere davanti ad una simile assurdità, come reagirai?"
"È il mio ultimo tentativo."
"Sei ancora in tempo per tornare a casa dal tuo ragazzo, puoi sistemare tutto."
"No, voglio andare fino in fondo."
Mamma sospira e infine mi consegna l'indirizzo.
"Buona fortuna."

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