Amal Pt. 1

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La ragazza guarda fuori dal finestrino, piange. Ed io detesto vederla piangere, soprattutto se sono io la causa del suo male.
"Amal."
Lei si gira verso di me ed io le punto un dito contro.
"Io sono Anna. "
"Anna, bello!"
Lei sorride leggermente e poi riprende a guardar fuori. La sua pelle chiara é tutta sporca.
"Casa."
"Casa mia?" Dice piena di entusiasmo.
"No, mia."
I suoi luminosi occhi nocciola si spengono per l'ennesima volta.

Entro all'interno del mio cortile, parcheggio la mia auto e vado ad aprire la sua portiera. Lei scende con molta calma ed io gli tendo la mano che prende nella sua.
La porto nella mia casa, apro la porta ed accendo l'interruttore. La luce della lampadina trema un po' poi si stabilizza.
La faccio sedere sul divano e lei si guarda intorno con occhi pieni di curiosità e di paura.
"Bello?"
Lei sorride ed annuisce.
Vivo in un monolocale, ho una piccola cucina col fornello e il lavello, un tavolo con qualche sedia, un bagno in cui tengo anche la lavatrice ed un divano letto.

"Fame?"
Fa segno di si con la testa. Da quanto non mangia? Povera, starà morendo di fame. Mi metto subito all'opera per prepararle qualcosa. Siccome é italiana decido di prepararle la pasta, normalissima pasta con un sugo già pronto. Sembra facile a dirsi ma a farsi è tutta un'altra storia, la pasta diventa stracotta ed appiccicosa e inoltre il sugo ha un pessimo sapore.
Dopo averne messo in bocca una forchetta scoppia in una fragorosa risata, chissà perché.

Dopo cena le porto un grande asciugamano morbido e le mostro il bagno. Lei entra senza far storie ed apre il rubinetto dell'acqua.
Sento il tonfo dei suo vestiti cadere sul pavimento.

Rimango in ascolto per un po', la sento canticchiare in quella sua strana lingua. Il suono meraviglioso della sua voce mi attrae, abbasso la maniglia della porta del bagno ed entro.

Escape From BabylonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora