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Antoine ed io nel suo vecchio casolare. Può darsi che abbia detto troppo e l'abbia fatto arrabbiare, il ragazzo sta riducendo a gli sgoccioli la sua bottiglia di whisky.

"Anna, non ricordo che sia passata di qui nessuna Anna."

"Antoine, ne sono sicura."

"Credo che a quest'ora se ne sia andata."

È così dicendo beve l'ultimo sorso di whisky rimasto.

"Impossibile, sarebbe senz'altro tornata a casa."

"Già, credo che sia proprio morta."

"Non stai parlando seriamente."

"No, infatti, temo di aver bevuto troppo. Ma non é poi un'ipotesi così lontana."

"Sei folle."

"Riesci a vederla per caso? Credi che sia nascosta da qualche parte? A quest'ora, ben poco sarà rimasto di lei."

Tremo. Queste sono le parole di un matto, Antoine ha i capelli che gli ricadono sulla fronte, non riesco a vedere bene la sua faccia ma credo stia sorridendo.

"È divertente, pensi che sia ancora viva. Ed é assurdo. "

Non può essere soltanto l'alcol, quest'uomo sta delirando. Rimango seduta, senza dire nulla, le lacrime che mi corrono silenziose sul volto. L'idea che Anna sia morta, che questo soggiorno sia stato del tutto inutile, tutto ciò che ho sofferto non sia servito a nulla mi fa terribilmente male.

È rimasto ben poco del bellissimo giardiniere che mi accolse qui tempo fa. La persona che ho davanti sta lentamente cadendo in un coma etilico, ancora poco tempo e la sua testa cadrà pesantemente sul tavolo e i suoi occhi rimarranno chiusi. Probabilmente avrà bisogno del mio aiuto, ma sono pietrificata dalla paura e dal dolore.
Afferro il suo braccio e lo scuoto con violenza.

"Antoine! Antoine!"

Urlo fra le lacrime, ma lui rimane catatonico. Mi alzo ed inizio a perlustrare la cucina.
Un telefono fisso, un foglio affisso sul muro su cui compare un solo numero, che sia il numero dell'emergenze?
Spero con tutta me stessa che il numero non appartenga a Thomas o sono seriamente nei guai.
Invece, dall'altro capo della chiamata risponde Carmela.

"Antoine?"

"No, Carmela, credo che abbia bisogno di aiuto. Anzi, ne sono più che certa."

"Katia? Sei tu?"

Lascio cadere il ricevitore e lentamente esco dal casolare. Mi nascondo ed attendo l'arrivo di Carmela che giunge poco tempo dopo.

Torno velocemente sui miei passi e vado silenziosamente nella mia stanza. Questa é una di quelle notti in cui il sonno si farà attendere molto. Ascolto il respiro delle mie compagne, fisso il soffitto e ripenso al povero Antoine e poi penso un po' a me stessa: al guaio che ho appena combinato e cado in un profondo sconforto.

"Ben poco sarà rimasto di lei."

Questa frase mi torna continuamente alla mente e mi fa rabbrividire ma finalmente, fra un brivido ed un altro, riesco ad addormentarmi.

Anna è in piedi, di fronte al mio letto ed é terribilmente sporca, è ricoperta di terra dalla testa ai piedi: terra fra i capelli, terra sotto le sue lunghe unghie.
È buio ma riesco a vedere il suo corpo nudo. Gli arti sembrano rotti e il suo corpo ha un aspetto disarmonico, il torace è sfondato, le braccia le ricadono mollemente sui fianchi, la testa ciondola.

"Rimarrà ben poco di te."

Dice con voce irriconoscibile.

"Forse, saremo seppellite l'una accanto all'altra. Potremo condividere qualcosa per l'ultima volta."

"Anna, torna a casa con me."

Sono ancora convinta, per quanto assurdo, che lei possa tornare ma se mai c'è stata una certezza in questo mondo é quella che i morti non tornano: strizzo gli occhi e li riapro.
La mia coinquilina non c'è più, in compenso c'è Odette che mi guarda terrorizzata, dò un'occhiata all'orologio, mi rigiro nel letto, mi resta un'ora di sonno soltanto. Ma chi dorme più?

Escape From BabylonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora