32 - Diego

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Guardo i suoi capelli tutti spettinati, sento il suo russare leggero e penso che sia il ritratto dell'amore. La guardo dormire proprio accanto a me, il sole inizia a sorgere e la stanza si sta schiarendo piano piano. Mi sdraio accanto a lei e chiudo gli occhi. Al mio risveglio lei é sparita, ormai é da qualche giorno che si alza presto per meditare. Ma questa mattina c'è una novità: é salita in soffitta.
Le preparo la colazione, latte di riso e cacao ed un plumcake delicatamente riposti su una tovaglietta di plastica gialla.
Sulla sua tazza c'é disegnata la Giamaica, un luogo che l'ha sempre affascinata, chissà se sarà la nostra prossima meta di viaggio.

La soffitta, salgo alcuni gradini ed ancor prima di aver aperto la porta sento il profumo dei suoi incensi in contrasto con l'odore di muffa delle pareti. È un luogo austero, buio e vecchio. All'interno ci sono innumerevoli ricordi ed una piccola scorta d'erba. La ragazza con le gambe incrociate al centro della stanza non potrebbe essere più bella, con i suoi leggings con una stranissima stampa, una canotta tutta macchiata e delle vecchie infradito. Se ne sta lì con gli occhi chiusi, concentrata su chissà cosa, assorta come se fosse in preghiera.
"È un postaccio."
Lei apre un occhio, poi lo richiude.
"È tranquillo."
Mi guardo intorno, ci sono bauli, vecchi ritratti, qualche
trolley da viaggio ed uno scatolone pieno di album fotografici. Da quanto non venivo quassù? Prendo un album a caso, scorro le pagine e lo fermo in un punto: una meravigliosa ragazza é in piedi sugli scogli mentre sorride all'obbiettivo. 
Mamma era una donna meravigliosa, peccato che sia mancata durante tutta la mia adolescenza e mancherà per il resto della mia vita.
"L'ho persa, proprio come tu hai perso Anna. Ma a differenza tua io ho la certezza che sia morta, tu invece puoi ancora sperare.."
Si gira a guardarmi con gli occhi pieni di stupore, la bocca lievemente spalancata.
"Lei si é immersa, amava le immersioni, e non é più tornata su. Avevo dodici anni, ero così spaventato, non avevo più la mia mamma. Mio padre non é stato il massimo come genitore, ho passato così tante ore in quegli studi e sui set che il sesso per me ha smesso di essere un segreto anni fa. Sono riuscito a superare tutto, anche grazie a te Cara. Per cui quando sei triste il mondo mi cade addosso, mi ricordi me stesso ed in testa mi vengono solo brutti pensieri."

Lei si alza e viene da me. Mi stringe in un abbraccio, sento il suo petto caldo contro il mio. Le sue labbra toccano le mie, si alza in punta di piedi e bacia anche la mia fronte.
"Sei felicità allo stato puro."
Lei sorride e mi prende la mano.
"Dove mi porti?"
"Ho voglia di fare l'amore. Vuoi?"
"Certo."
La prendo in braccio e la porto in camera da letto, la colazione può aspettare.

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