Anna Pt. 3

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Sono riuscita a infrangere la finestra grazie ad una pesantissima sedia girevole ed ora sono ad un passo dalla libertà. Riesco ad uscire dalla finestra ed atterrare rumorosamente su un mucchio di frammenti. Intorno non c'è nessuno, così posso muovermi indisturbata e cercare aiuto.

Le poche abitazioni che mi circondano sono disabitate, le aiuole incolte, le vetrine infrante e le pareti sporche di graffiti indecenti.
Attraverso la Cittadina, mi guardo intorno ma c'è soltanto desolazione. Alcune auto sono state abbandonate mi avvicinò ad una di esse, un lungo serpente striscia fuori dalla portiera semi aperta, ed io trattengo un gemito di disgusto. Non ci sono chiavi dentro, lo stesso vale per tutte le altre.

Mi chino per raccogliere uno stupido opuscolo che parla dei corsi presenti in una palestra, in questo momento mi è del tutto inutile però, speravo di trovare uno straccio di cartina ed invece eccomi qui a rigirare un volantino che parla di yoga e pilates.
In quel momento un auto nera attraversa di corsa la città ed io mi nascondo dietro ad un cassonetto. La macchina si ferma di fronte al vecchio negozio di elettronica alias il covo dei miei rapitori. Dall'auto scende il giovane ragazzo pakistano, per poco non gli prende un colpo quando vede la finestra in frantumi.
Cerco di andarmene di soppiatto, ma urto il cassonetto e qualcosa al suo interno si rompe con un tonfo sonoro.
"Merda." Dico in un sussurro.
Il pakistano si dirige a grandi passi nella mia direzione, io afferrò il primo oggetto che mi capita a tiro e lo lancio contro di lui.
Stringo le ginocchia al petto, gli occhi puntati verso il basso.

~Trovo la ragazza dietro ad un cassonetto, quando mi avvicino lei alza gli occhi pieni di paura e li punta nei miei. Quell'oggetto mi ha quasi colpito.
Cerco di tirarla su, ma lei rimane a terra. Tiro con più forza e riesco a metterla in piedi, lei tiene le mani di fronte al viso a coprir le lacrime.~

"Lasciami, lasciami andare." Continuo a ripetere senza convinzione nella voce.
Lui mi prende la mano e mi mette in auto sul sedile del passeggero, mi allaccia anche la cintura. E poi si siede
Accanto a me. Non alzo mai gli occhi dai miei piedi, fin quando lui non mi prende il viso e inizia a guardarmi.
Poi, inaspettatamente, mi abbraccia forte. Un abbraccio lungo, che mi fa sentire a disagio e contenta allo stesso tempo, perché mai questo schifoso rapitore dovrebbe darmi un abbraccio?

Cerco di levarmi di dosso il suo bel corpo caldo ma lui per tutta risposta affonda le unghie nella mia schiena e si avvicina ancora di più.
"Non mi fare del male."
Lui scuote la testa, non so se abbia capito o sia solo un caso ma la sua presa si allenta un po'.
Affondo la mia testa nella sua spalla ed inizio a piangere e a pregare che mi lasci andare.

Escape From BabylonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora