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L'indomani invio un messaggio per dire a mamma che sono venuta a trovarla e ci diamo appuntamento al parco. L'aspetto su una panchina con Diego al mio fianco. In questa mattinata di sole a Parigi c'è un sacco di gente che ha deciso di uscire a prendersi una boccata d'aria. C'è una coppia di amiche che sta ridendo su una panchina a pochi metri di distanza da noi. I miei pensieri vanno ad Anna, che è rimasta a casa da sola.
"Sei pensierosa." Dice Diego.
"Tu credi che io stia trascurando Anna?"
"Non saprei."
"Le voglio bene. Vorrei soltanto avere più tempo per stare con lei."
"Non devi sentirti in colpa, sei una ragazza impegnata."
"Tu sei il mio impegno, ma credimi, non mi pento di aver passato tutto quel tempo con te."
"Brava Kat."
"Katia. Ho vent'anni. Non tre."
Scoppiamo a ridere.
"Vi state divertendo?"dice una voce femminile.
Alzo lo sguardo e vedo la mia mamma in piedi sui suoi tacchi a spillo, fasciata in un abito beige e i capelli rossi, sciolti che le cadono sulle spalle in morbide onde color mogano.
Diego la guarda a bocca aperta. Non si aspettava che mia madre fosse così affascinante.
Non mi somiglia per niente, avrò sicuramente preso da mio padre la pelle olivastra e i capelli scuri, anche se non posso dirlo con sicurezza, non l'ho mai conosciuto.
"Piacere, sono Olivia."
Diego fa le dovute presentazioni e le stringe la mano. Mamma è contenta di vedere che finalmente ho trovato un ragazzo come si deve. Lei, infatti, non stravede per i piercing, i tattoo ecc.
Lei fa un po' di domande: mi chiede di Anna, di come ho conosciuto Diego, ecc...
Tutti e tre ci rechiamo ad un caratteristico bar parigino, c'è un vasto assortimento di dolci e Diego non sa che cosa scegliere. Io, invece, mi accontento di una buona tazza di tè. Mamma mi racconta dell'agenzia, dice che una ragazza sfilerà per Victoria's secrets il prossimo inverno. Un uomo sui quarantacinque anni entra nel bar, è affascinante. Mia madre lo vede, lo saluta o lo invita a il nostro tavolo.
"Katia, ti presento il mio fidanzato." Dice mia madre.
"Piacere sono Thomas." Fa il tizio dai capelli chiari.
"Piacere." Dico io.
È l'ennesimo fidanzato di mia madre, ormai ci sono abituata, ne ho visti di mori, di biondi, di rossi, di brizzolati...
Lei è Thomas sembrano fatti l'uno per l'altro. Stesso stile, stessa posizione sociale. Il tipico uomo di mezza età, divorziato e ricco. Ha un bel fisico, è magro ma di muscoli e tatuaggi nemmeno l'ombra.
Terminata la colazione Diego ed io salutiamo mamma e Thomas. Facciamo un giro fra le vie parigine ed io rifiuto di entrare in tutti i negozi che Diego mi propone: troppo caro, lì vendono solo vestiti, ho già un sacco di scarpe. Infine, lui si arrende e sconsolato mi offre di pranzare all'albergo.
Dopo pranzo saliamo in camera, mentre sto riordinando le mie cose un fattorino bussa alla nostra porta. Porge un pacco a Diego e lui lo porge a me. Paga il tizio che esce di scena.
"I regali non sono finiti"dice lui.
"Altri soldi buttati?"dico io.
"Avanti, aprilo"
Sbuffo, rigiro quel pacco regalo fra le mani ed infine strappo l'involucro per scoprire cosa contiene. Lingerie. Pizzi e merletti di color nero formano un corsetto. È un bel regalo, è un regalo che mi sarai aspettata da Anna, lei ne ha parecchia.
"Wow"dico io.
"Sono contento che ti piaccia"dice.
"Quindi, tu credi che io dovrei indossarlo?"
"Certo, starai benissimo"
Fino a qualche mese fa non credevo che avrei mai viaggiato in prima classe ed ora sto indossando lingerie proveniente da un negozio parigino.
Sono insicura sul da farsi, ho indossato il corsetto a cui ho attaccato le calze, ho messo anche le scarpe col tacco. Ed ora sono chiusa nel bagno, lui mi aspetta in camera da letto. Mi guardo riflessa nello specchio, non mi riconosco nemmeno. Finalmente decido di uscire, lui mi aspetta seduto sul letto. Mi avvicino a lui e la mia unica preoccupazione è non inciampare nel tappeto, non inciampare nel tappeto, NON INCIAMPARE.
Lui si alza, esaurendo la distanza che ci separa. Le sue mani si posano sui miei fianchi, la sua bocca bacia il mio collo. Le sue dita armeggiano con i nastri del mio corsetto dietro alla mia schiena, la pressione si allenta. Slaccia anche le calze che ricadono dolcemente giù per la mia gamba.
Lo spingo delicatamente sul letto, lui mi sorride.
"Sei bellissima."
Io arrossisco.
"Grazie." Dico imbarazzata.
Facciamo l'amore fra le morbide lenzuola del nostro letto.
Mi aggrappo alla sua schiena, graffiandolo, per tenerlo vicino.
"Ti amo." Gli sussurro all'orecchio.
Lui mi bacia appassionatamente come risposta.

Dopo aver terminato, Diego chiama il servizio in camera. Mangiamo la nostra cena a letto. Il gigantesco televisore trasmette un filmetto horror. Fuori piovono alcune gocce d'acqua. Anche il nostro secondo giorno a parigi si esaurisce.

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