Tento di liberarmi dalla salda stretta di Jebediah scalciando furiosamente, ma in un attimo mi ritrovo nella stessa stanza in cui ero stata rapita.
Nel rifugio di Astaroth.
A Martinsburg.
Nonostante tenti di apparire furiosa, non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo: sento di essere rinata mentre la fresca aria notturna mi inonda i polmoni.《 Ti odio!》urlo contro Jebediah, riuscendo finalmente a liberarmi. Una furia cieca si riversa in me mentre i marchi cominciano a bruciare sulla mia pelle, inducendomi ad attingere ai poteri.
《Ehi calmati Cass》mormora Astaroth alle mie spalle. Mi volto verso di lui.
《Avrei fatto anch'io quello che Jeb non ha esitato a fare, ma sai che non ho potuto per il mio patto con Lucifero. Ma non ha importanza. Tu devi restare al sicuro. Non mi importa chi ci va di mezzo》dice con tono duro sostenendo il mio sguardo. Lo capisco, davvero, perché in fondo è quello che penso anch'io su mia madre... ma ciò non giustifica il fatto che avrebbero dovuto rispettare i miei desideri. Anch'io ho il diritto di scelta, maledizione. Ma non ho ancora potuto esercitarlo per una serie di ovvie ragioni.I miei pensieri si interrompono quando l'ennesima fitta alle scapole si propaga in tutto il corpo. Mi irrigidisco e Astaroth sembra percepire il mio dolore. Il tempo sta per scadere.
《 Dobbiamo portarti in un luogo aperto. Presto, non ci rimane molto》ci incita Jeb. Annuisco per poi uscire a velocità sovrumana dal rifugio. Astaroth e Jebediah mi seguono a ruota e insieme ci dirigiamo verso il cuore del bosco. Corriamo così velocemente che il paesaggio è sfocato e le chiome degli alberi si agitano al nostro passaggio.Astaroth si ferma improvvisamente ed io lo imito. Alzo lo sguardo. La luna splende in cielo illuminando il bosco di una luce innaturale e proiettando bagliori argentei sugli zigomi di Astaroth che gli conferiscono, se possibile, un' aria ancor più sconvolgente: nel cuore del bosco, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo zaffiro venato di desiderio, egli sembra il discendente di Artemide, dea della luna e della caccia. So di fissarlo in modo spropositato ma non riesco a non pensare ai suoi baci roventi nella stanza di Jeb, al suo cuore che batteva contro il mio petto e al suo profumo. Astaroth si avvicina con passo felpato, intuendo i miei pensieri, mentre io indietreggio contro un albero. Lo vedo deglutire.
《 E adesso che facciamo?》chiedo con i brividi che mi percorrono la schiena.
Un'espressione maliziosa passa sul volto di Astaroth, ma si ricompone scrollando le spalle e allontanandosi《Aspettiamo》Sbuffo e mi siedo sul terriccio morbido, portandomi le ginocchia al petto. Un lampo attraversa gli occhi di Astaroth che mi imita sedendosi accanto a me e accendendo un fuoco di un bel colore ametista con la sola forza del pensiero. Mi volto verso Jebediah con gli occhi sgranati, ma lui si limita a sorridere e a scrollare la testa. Ed eccoci qui. Ad aspettare che la mia Ascensione faccia il suo corso. Ammetto che al solo pensiero mi cedono le gambe. Sentirò dolore? Sarò diversa? Ricordo quando ho scoperto la falsificazione della mia data di nascita e non posso fare a meno di sorridere: ero proprio incazzata. Beh lo sono ancora, ma non è niente in confronto a quello che provavo prima. Cavolo, sembra passato un secolo da quando sono uscita come una furia da casa di Sophie e Paul: mi sentivo tradita, come se l'intero universo ce l'avesse con me. Pensavo:"Non vi è bastato rovinarmi l'infanzia? Adesso dovete sconvolgere la mia intera esistenza?"
《A cosa stai pensando?》mi sussurra Astaroth a pochi millimetri dal mio orecchio. Osservo come le ombre create dalla luna e dal fuoco danzano sul suo viso, creando un non so che di magnetico nel suo aspetto.
《 Pensavo alla mia vita sulla Terra.》rispondo scrollando le spalle e voltandomi verso l'unica fonte di calore《Era tutto così diverso. Io ero diversa. Mi sentivo finalmente a casa, avevo una routine e tutto andava a suo posto. Non mi importava chi fossero i miei genitori perché pensavo che, dato che mi avevano abbandonata in un cazzo di orfanotrofio, io non contassi nulla per loro come loro non contavano nulla per me. Cercavo sempre schivare gli sguardi degli studenti, stavo la maggior parte delle volte da sola e mi concentravo solo sullo studio e sui libri. Era questa la mia vita. E a me andava benissimo... finché un giorno non ho visto te》lo guardo fisso negli occhi.
Astaroth serra la mandibola.
《 Già, non è stata proprio una bella esperienza. Sapevo che non ricordavi nulla e che probabilmente avresti avuto paura di me. Ma il fatto è che tu sei arrivata dal Paradiso in questa epoca io invece, quando mi sono trasformato in demone e caduto negli Inferi, ho dovuto affrontare molti secoli. Troppi.》
《Com'è possibile?》chiedo curiosa e allibita dal fatto che finalmente mi stia rivelando qualcosa di se stesso.
《È un po' complicato da spiegare. Sai che il tempo scorre in maniera diversa tra Paradiso, Terra ed Inferno, no? Beh quando tu sei andata sulla Terra eri già nel ventunesimo secolo. Ma io, quando sono diventato un demone e ho visitato per la prima volta la Terra, mi trovavo in Egitto. Esattamente nel periodo in cui gli ebrei erano trattati da schiavi e Mosè separó le acque. Io, a quei tempi, mi fingevo un semplice pastore che se ne stava per i fatti suoi ma ero presente quando il popolo ebraico attraversò le acque. Avresti dovuto vedere come erano contenti!》mi racconta Astaroth con uno sguardo che prima di adesso non avevo mai notato: lo sguardo di un uomo vissuto che conosce ogni minimo male di questo mondo dove il dolore e la disperazione pullulano sin dalla notte dei tempi. Lo fisso a bocca aperta e lui scoppia a ridere.
《Perché visitavi la Terra?》chiedo interessata.
Astaroth diventa improvvisamente serio.
《 Io...io speravo di trovarti. Ho cercato in tutti i luoghi possibili ma non ti ho trovata. Ero in Egitto e ti cercavo tra gli ebrei, tra le mogli di qualche commerciante o perfino tra le figlie del faraone... ma non ti ho trovata. Ero in Italia quando cadde l'Impero Romano d'Occidente e, insieme a questo, Romolo Augusto... ma tu non c'eri. Ero in Francia all'epoca dei vassalli... ma non vivevi in quell'epoca. Cercai in Inghilterra, in Cina e perfino qui, in America, quando questa non era ancora stata scoperta da Cristoforo Colombo, sperando di trovare il tuo volto in qualche popolazione indigena. Ma non ti ho mai trovata. Poi circa un mese fa, finalmente, ho saputo da alcuni folletti del bosco che a Martinsburg si erano registrati strani casi di aumento dell'energia vitale. In quel periodo mi trovavo in Danimarca, ma quando mi è giunta la voce sono arrivato il più in fretta possibile... e tu eri lì. Così innocente, ma con quell'aria da guerriera che non ti ha mai abbandonata. Non potevo lasciarti andare e così... beh...ho fatto quello che ho fatto e ho scatenato in te il potere che non sapevi di possedere. E il resto è storia》conclude con un sorriso cupo stampato in volto. Ci fissiamo negli occhi e io capisco che lui non mi ha mai abbandonata. Mi ha sempre cercata, ha sempre cercato la mia anima, il mio orgoglio, il mio spirito da guerriera. Non ha mai perso la speranza, quando io non ne ho mai avuta. E per questo lo ringrazio. Non ha mai smesso di credere in me.
Le lacrime cominciano a pizzicarmi gli occhi.
《 Shh non fare così. La bambina che è in te sa che non ti avrei mai lasciata in balia di tutto questo. Secondo te non avrei corso il rischio di morire di freddo nelle acque dell'Antartide anche solo per provare a cercarti? Hai così poca fiducia nel tuo migliore amico? Andiamo Cass come se non sapessi cosa abbiamo passato in Paradiso. Noi due. La nostra storia. Davvero sono cose che contano così poco per te?》mi chiede con quegli occhi che affondano nella mia anima.
Scollo la testa《Il fatto è che non ricordavo nulla fino ad una settimana fa... ed io ti ringrazio, Astaroth. Mi hai concesso di ricordare chi ero. Il Paradiso era la mia casa e, anche se fa male, ricordo di come la mia vita era perfetta. Eravamo io e te. Anche se ero bambina sapevo cos'era l'amore perché tu me lo dimostravi ogni volta che i tuoi occhi si posavano su di me o che mi mettevi in braccio e mi facevi volare con le tue ali bianche. E adesso guardaci. Tu non sei più quell'angelo innocente che mi faceva fare le piroette, né io sono più quella bambina che voleva correre sulle nuvole perché pensava fossero fatte di zucchero filato.》dico con un sorriso malinconico. Che bei tempi. Nessun problema che ti affliggeva e l'amore più puro che possa esistere erano il mio pane quotidiano《Siamo esseri che hanno perduto la retta via e che adesso cercano in tutti i modi la loro redenzione. Sono una macchina che non funziona per bene, ma mi accontento di essere così. Non ho mai permesso a nessuno di avvicinarsi a me perché non voglio soffrire inutilmente, ma questo è impossibile. Tutti hanno bisogno di affezionarsi a qualcuno perché se nessuno sa della tua esistenza, esisti davvero?》
Il mio sguardo si perde tra gli ipnotizzanti movimenti del fuoco color ametista, quando sento il braccio di Astaroth circondarmi il fianco sinistro e avvicinarmi a sé.
《 Cass, guardami》sembra supplicarmi con un sussurro. Mi volto nella sua direzione e l'intensità del suo sguardo mi provoca un tuffo al cuore. Appoggia delicatamente due dita sotto il mio mento e conduce la mia bocca alla sua... e mi bacia. Non ha nulla a che vedere con i baci disperati che ci siamo scambiati all'Inferno. Questo è gentile e pieno di affetto. La sua lingua incontra la mia ma subito dopo si ritrae, poggiando la fronte sulla mia.
Un'espressione disperata si dipinge sul suo volto.
《 Non...non posso.》sussurra a fior di labbra《Sei la mia debolezza Cass, capisci? Non vorrei mai separarmi da te eppure sei il veleno che infiamma le mie vene. Giuro che non ti lascerò più sola, piuttosto la morte...ma non posso...》Sbuffa sonoramente per poi chiudere gli occhi.Un rumore impercettibile mi fa alzare di scatto. Se fossi stata umana non l'avrei sentito, eppure eccolo comparire di fonte a noi con passo lento ed una strana espressione in viso.
Daniel.
I suoi capelli color grano riflettono la luce della luna mentre avanza verso di me. Cogliendomi di sorpresa, Daniel avvicina il viso al mio e mi bacia. Un tocco lieve e delicato, una semplice pressione di labbra che mi lascia solo una tremenda confusione.
《 Come Giuda baciò Cristo, io bacio te Cassiel Lux》sussurra Daniel prima di essere colpito con un calcio da Astaroth ed essere spedito per terra.
《 Che cazzo hai fatto?!》ruggisce prendendo Daniel per il colletto della camicia. Io mi rivolgo sbalordita verso Jeb che sembra essersi ripreso dal sonno cui era preda fino a pochi minuti fa, infatti il suo sguardo rivela una furia incontrollabile.
《 Ma che succede?!》grido sconvolta
《Ci ha traditi!》urla Astaroth tempestando di pugni suo fratello《Come hai potuto? Avevi promesso! Non l'hai mai amata》 continua a ripetere.Mi precipito da loro e li separo con una forza che non credevo di possedere. Mi avvicino a Daniel che mi sta fissando con un ghigno stampato sul volto sanguinante.
《 Perché l'hai fatto? Io credevo fossimo amici! Per tutto questo tempo hai finto?! Quando hai attivato l'allarme antincendio o quando mi hai salvata prima che rivelassi i miei poteri all'intera scuola... era tutta una finzione?》sussurro con le lacrime agli occhi.
《 Non c'è tempo per i convenevoli sentimentali, Cass! Dobbiamo scappare prima che...》comincia Astaroth con Jeb alle calcagna ma si interrompe quando una freccia viene scagliata con una traiettoria impeccabile verso di lui. Astaroth riesce a schivarla e, cosa ancor più sorprendente, a bloccarla tra la mano destra chiusa a pugno. Poi, con uno schiocco di dita, la fa scomparire.
《 Preparatevi. Stanno per attaccarci》annuncia Jeb con i pugni serrati.
《 Chi?》chiedo confusa mentre l'adrenalina comincia a scorrermi nelle vene.
《Gli angeli caduti》
______________________________________Ciao a tutti!!! Scusate se non ho potuto pubblicare prima ma ho avuto tantissimi impegni. Comunque cosa ne pensate del capitolo? Spero vi sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la mia storia e che mi sostengono con i voti e commenti. Fatemi sapere cosa ne pensate della storia perché per me è molto importante capire se vi piace la piega che stanno prendendo le vicende.
Al prossimo capitolo! 😙
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Angels in the dark
ParanormalA volte l'oblio è l'unica soluzione. Cassiel Lux vive a Martinsburg, nel West Virginia, con i suoi genitori adottivi. Una vita normale, ordinaria, che si destreggia tra scuola e libri... almeno fino a quando alcuni avvenimenti non la faranno ricrede...