Capitolo 28

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Sophie appare all'ingresso con i suoi capelli biondi aggrovigliati, segno che stava dormendo in una strana posizione.
《 Oh Cass!》scoppia a piangere portandosi una mano sulla bocca 《Entrate! Entrate pure!》
Annuisco in risposta e varco la soglia di casa. Improvvisamente è come se non me ne fossi mai andata, come se non fosse mai successo niente ed io sarei ancora una normale diciottenne con la vita sociale pari a zero e non una creatura metà angelo e metà demone che è appena Ascesa in tutta la sua gloria.

《 Avete fame?》chiede Sophie rianimandosi.
《 Eccome. Mangerei perfino tuo marito!》dice Jeb riferendosi alla stazza da buttafuori di Paul e massaggiandosi la pancia. Ridacchio, incapace di trattenermi, e tutti ammutoliscono, compresa Sophie che sembra di nuovo sul punto di piangere.

《 Vado a preparare qualcosa. Voi tre, nel frattempo, fareste bene a farvi una doccia. Puzzate di zolfo, ma non è il momento di affrontare i vari argomenti. Ne parleremo dopo che vi sarete lavati e avrete mangiato un boccone. Cass tesoro, ti spiace condurre i tuoi... be'... demoni nei bagni?》mi chiede Sophie con un sorriso sulle labbra mentre Paul si dirige in cucina e comincia ad armeggiare con le pentole.
《 Certo》rispondo per poi cominciare a salire le scale. Non ho bisogno di voltarmi per sapere che Astaroth e Jeb mi stanno seguendo.

Dopo aver raggiunto il corridoio, mi fermo e mi guardo attorno.
《 Jeb, tu puoi andare nel bagno di Sophie e Paul, l'ultima porta a destra. Tu, Astaroth, in quello degli ospiti prima porta a sinistra》spiego indicando le porte《Credo che potrete usare i vestiti di Paul 》
Vedo Jeb annuire per poi dirigersi dove gli ho detto. Comincio a camminare verso la mia stanza ma vengo afferrata per il braccio, un tocco che mi invia mille scosse piacevoli.
《 Aspetta, tu dove vai?》mi chiede Astaroth.
《 Nel bagno comunicante con la mia camera》scrollo le spalle mentre Astaroth annuisce e si dirige in bagno.
Apro la porta della mia camera e per poco non mi cedono le gambe. Sembra passato un secolo da quando ho varcato questa soglia e non posso fare a meno di notare che tutto è rimasto com'era prima, perfino la copia di "Orgoglio, pregiudizio e zombie" che si trova sul comodino affianco al mio letto. Scaccio le lacrime per poi entrare in bagno: le mattonelle turchesi che ricoprono i muri sembrano darmi il bentornata e il vago sentore di sapone aleggia nell'aria. Mi tolgo in fretta i vestiti, li metto a lavare ed entro in doccia. L'acqua calda comincia a pulirmi le numerose ferite e ad arrossarmi la pelle, sospiro e mi appoggio alla parete mentre l'acqua scorre sulla mia schiena, bagnando il punto dove sono nascoste le mie ali.
Mentre mi insapono per bene,ripenso ad Astaroth e non posso fare a meno di arrossire mentre ripercorro con la mente le sensazioni che ho provato quando ci siamo baciati in camera di Jebediah. L'immagine di lui a torso nudo sotto la doccia mi fa avvampare nonostante cerchi di non pensarci. Che stupida che sono! Non posso provare niente per Astaroth perché lui è un demone e sicuramente non ricambierebbe nulla. Non abbiamo più niente in comune se non la nostra eternità. Rimarrò per sempre così, con questo aspetto? Immutabile?
Al solo pensiero un brivido mi attraversa il corpo, ma non è il momento di riflettere sul mio futuro, visto che il mio passato e presente sono già incasinati. Mi ridesto dai miei pensieri, mi sciacquo per poi uscire e avvolgermi in un asciugamano lilla enorme che ripiego su me stessa a mo' di vestito.

Mi avvicino allo specchio e rimuovo il vapore che si è depositato. Osservo il mio riflesso: sono molto pallida e due occhiaie scure mettono in risalto il verde dei miei occhi mentre i miei capelli neri sembrano un po' più lunghi. Tento di sorridere al mio riflesso, cercando di essere ottimista, ma la mia attenzione viene attirata dai miei canini. Sono diversi, più appuntiti e pronunciati ma non più lunghi del solito. A pensarci bene, assomigliano a quelli di un vampiro.
E all'improvviso capisco.
Oh mio Dio.
Mi sono nutrita da Astaroth! Ecco perché ero completamente distesa su di lui e, quello che a me sembrava miele, era icore! Inspiro ed espiro profondamente e mi liscio i capelli bagnati con una mano.

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