Capitolo 13

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Lacrime di umiliazione si imprimono sulle mie gote come marchi infuocati, ricordandomi puntualmente che ho sbagliato ad aprirmi alle persone. Ma non pensavo che Astaroth mi avrebbe insultato a quel modo.
Sono in uno dei tanti corridoi del "rifugio". Questa casa è enorme e trasmette oscurità, mistero e segreti.
Il corridoio presenta una moltitudine di porte in mogano finemente intagliate e dei candelabri antichi, impolverati e pieni di ragnatele posti sulle pareti rivestite da carta da parati verde. Ma non quel verde chiaro o pastello, bensì un verde foresta, un colore oscuro reso ancora più inquietante dalle ombre,che sembrano danzare e giocare, create dalla luce dei candelabri. Se non fosse per gli eventi appena accaduti, crederei di trovarmi in un'epoca differente dove io sarei una damigella troppo curiosa che cammina scalza sul parquet con in dosso solo una sottoveste nera, alla ricerca dei misteri che permeano l'atmosfera di questa casa. Cerco di aprire una porta, ma noto che è chiusa a chiave quindi ricomincio a camminare. La casa è immersa nel silenzio spezzato soltanto dai miei passi e dal rintocco di un pendolo che mi ricorda il tempo che scorre insistentemente come l'acqua di un ruscello. Il suono dei rintocchi sembra provenire da ogni angolo della casa, ma guardandomi attorno non vedo nessun pendolo che scandisce le ore. Cos'è... un pendolo fantasma?
Ma ormai la cosa non mi può più stupire. Tento di aprire un'altra porta e questa volta ho successo. La stanza è piuttosto piccola con una finestra e uno scrittoio probabilmente risalente al XVIII secolo. Avanzo nella semi-oscuritá della camera dirigendomi verso la finestra: lo spicchio di luna mi ricorda il sorriso dello stregatto. Un sorriso strafottente e matto; ho sempre amato la sua espressione. Adesso la luna illumina il bosco con la sua luce argentea e deduco che siamo ancora a Martinsburg, riconoscendo gli alberi di quercia che svettano verso il cielo, ma non ho mai visto questo rifugio.
《Ciao Cassiel》dice una voce dura.
Mi volto di scatto spaventata da quel suono improvviso
《Chi sei?》chiedo scrutando l'oscurità
Sento una risata che mi fa rizzare i peli sulla nuca, poi lui si avvicina al cerchio di luce proiettato dalla luna. Un uomo alto con capelli neri e occhi...rossi. Un uomo bellissimo al limite della seduzione.
《Ma che maleducato che sono... puoi chiamarmi Belial》dice porgendomi una mano.
《Come fai a sapere chi sono?》
《La tua fama ti precede ovviamente》scrolla le spalle. Gli stringo la mano con un po' di esitazione e d'un tratto la sua espressione si fa feroce. I suoi occhi si illuminano e Belial comincia a serrare la presa. I suoi lineamenti si induriscono e improvvisamente mi afferra in malo modo, stringendo le braccia e tappandomi la bocca. Cerco di divincolarmi e di urlare, ma incontro lo sguardo di Belial, uno sguardo predatore di pura pazzia, e a quel punto delle fiamme cominciano a lambirmi il corpo, bruciando ogni mia terminazione nervosa. Grido con tutto il fiato che ho in gola mentre le fiamme si arrampicano sul mio corpo. Sento il calore insopportabile che raggiunge il collo e i capelli, il dolore è atroce e io continuo a contorcermi sul pavimento; abbasso lo sguardo e noto che le fiamme non mi ustionano il corpo, lo lasciano intatto.
Nel frattempo Belial si inginocchia per mettersi alla mia altezza e poi... mi schiaffeggia in pieno viso.
《Stupida ragazzina, non vedi che il fuoco non ti sta ustionando?! Non ti chiedi il perché?》
Mi porto la mano alla guancia colpita mentre il fuoco è ancora su di me che incendia di dolore ogni mia cellula.
《 Io n-non lo so》dico troppo occupata a sopportare il dolore piuttosto che rispondere alle domande di questo psicopatico.
《 Questo perché sei stata educata in questo mondo di miseria, ma non preoccuparti... quando finiremo questa piccola lezione di sopravvivenza, verrai con me》dice con un sorriso crudele in viso.
《B-bastardo》replico tremando. Urlo ancora e ancora... perché Daniel o Astaroth non sono qui? Avranno sentito il mio dolore?
《Come hai detto scusa?》chiede portandosi una mano all'orecchio
《Ho detto che sei un bastardo... sei un maledetto demone che si diverte a torturare le persone... ma ti dico una cosa: per quanto tu possa farmi gridare di dolore, non capirai mai cos'è la libertà o l'amore o l'amicizia perché sei sottomesso ad una guerra che è molto più grande di me e di te》dico coraggiosa.
Belial mi guarda incuriosito《Cara Cassiel, io sono la guerra. Io sono il male in persona, la tentazione, il dolore, la sofferenza, la rabbia. Credo che tu non ricordi di me, ma io sono Lucifero. Pensavo l'avessi capito quando ti ho detto di chiamarmi Belial, altro mio nome tra i tanti che mi hanno affibbiato in questi millenni》 dice incrociando le braccia
Lo guardo stupita. Non mi sorprende per niente che lui sia Lucifero, la cosa che che mi stupisce è che io sia stata così stupida da non ricordarmi che Belial è un altro modo per chiamare Lucifero. Incontro il suo sguardo e altre fiamme si impossessano di me e della mia anima, riducendomi in mille pezzi. È come se un milione di spade ti trafiggessero facendoti sanguinare copiosamente, per poi ricominciare a darti il tormento. Urlo ancora ma poi sento che i miei sensi mi stanno abbandonando... non ho mai accolto questa sensazione con maggiore trasporto.
《 Eh no, ragazza. Non puoi svenire proprio ora, prima devi liberarti dalle fiamme altrimenti non ci sarà alcun riposo per te》afferma deciso Lucifero facendo un gesto con la mano e restituendomi la lucidità.
Le fiamme si imprimono come marchi sulla mia pelle, ma io non riesco più ad urlare. Aspetto semplicemente che l'oblio mi tramortisca.
Lucifero alza la voce《Usa i tuoi poteri, stupida ragazza! Sto solamente condizionando la tua mente, le fiamme non sono vere altrimenti ti ustioneresti. È solamente una sensazione che tu stai provando perché io mi sono intrufolato nella tua testa!》
《 S-solo u-una s-sensazione?》chiedo balbettando. Lucifero annuisce.
Non sono riuscita a usare i miei poteri prima, figuriamoci ora! Ma sapendo che sono stata ingannata e che tutto questo si poteva evitare, una nuova forza si impadronisce di me. Combatto contro l'intrusione mentale usando i miei poteri. Figuro nella mia mente l'immagine di Lucifero e raduno tutta la forza che mi è rimasta; i marchi acquistano luce propria e poi...scarico tutta la mia energia su quella manipolazione mentale. Lucifero sussulta e improvvisamente le fiamme lasciano il mio corpo, come se non fossero mai esistite. Fisso Lucifero che sta applaudendo.
《 Brava ragazza. Abbiamo completato la prima lezione, quindi adesso ti concedo un po' di riposo》
《Cosa vuoi da me?》sussurro disperata
《Voglio che tu sia forte per l'Ascensione, voglio che tu riesca a combattere e non ti faccia uccidere in battaglia. Ecco cosa voglio.》
《Ma perché?!》chiedo confusa
《Non posso dirtelo. Dovrai arrivarci da sola.》dice scrollando la testa.
《Cass! Cass! Dove sei???》sentiamo la voce disperata di Daniel sempre più vicina.
《 Awwww ma che carino... il cavaliere dell'armatura lucente è venuto a salvare la damigella in pericolo!》dice con finta preoccupazione quando Daniel arriva all'uscio. Lo guardo negli occhi e leggo tutta la sua disperazione. Sembra non avere fine.
《Peccato che tu sia arrivato con un leggero ritardo, visto che io e Cassiel stiamo per andare》
《 Lucifero non farlo... deve ancora affrontare l'Ascensione!》dice Daniel
《 Pensi che non lo sappia rimbecillito?!》chiede Lucifero con una punta di sarcasmo.
A quel punto un grosso squarcio si apre dal pavimento rivelando soltanto una soffocante oscurità. Lucifero mi afferra e insieme ci lanciamo nel vuoto.
《Cass noooo》sento dire prima che un'insopportabile nulla mi investa in piena velocità e cadendo. Con l'Angelo Nero.

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