Capitolo 32: la figlia di Lucifero

4K 238 13
                                    

《Ditemi cosa diamine è sucesso》ci ordina il preside una volta chiusa la porta del suo ufficio ed essersi seduto dietro la scrivania. Con un cenno della mano, David e Astaroth si siedono sulle sedie accanto a loro mentre noialtri rimaniamo in piedi. Jeb alza la mano è prende la parola.
Oh cavoli.
《 Con tutto il rispetto, signor preside, non crede che ne stia facendo una questione di stato? Insomma, capita molto spesso che due teste calde si azzuffino per una ragazza!》dice con un'espressione compiaciuta dipinta in volto. Cos'è, crede di essere un avvocato?

《Una ragazza?! Stavate litigando per una donna?!》domanda il preside rosso in viso... prima di scoppiare a ridere di gusto. Sento la pressione al petto allentarsi mentre Astaroth e David lo guardano stralunati.
《Che c'è di tanto buffo?》
《Oh beata giovinezza!》esclama asciugandosi una lacrima all'angolo dell'occhio con un sorriso sul volto grassoccio.
《Quindi... li lascerà andare?》chiedo speranzosa.
Il preside si picchietta l'indice sul mento《Mmm... va bene, per oggi niente punizione ma, se vi becco un'altra volta a picchiarvi, sarete sospesi prima che possiate aprire bocca. Adesso andate in infermeria》dice alzandosi e aprendo la porta. Una volta usciti stiamo per dirigerci in fondo al corridoio quando il preside ci ferma.
《Tanto per curiosità... ne è valsa la pena?》
Astaroth e David si voltano di scatto.
《Scusi?》chiede il secondo apparentemente confuso.
《La ragazza per cui stavate litigando...ne vale la pena?》
《Lei varrà sempre la pena》risponde Astaroth prima che l'altro possa dire qualcosa. Il preside annuisce e con un cenno ci lascia liberi.

Percorriamo i corridoi vuoti ma d'un tratto mi fermo. Ho un piano.
《Non potete andare insieme in infermeria. Chissà cos'altro potreste combinare!》esclamo voltandomi verso Astaroth e David.
《È vero》dice Jeb《Io ed Helen accompagneremo David in infermeria... tu ed Adrian potreste usare un kit del pronto soccorso. In fondo, non sembra messo male. Non è vero, fratellino?》
Annuisco e afferro Astaroth per un braccio. Lancio un'occhiata di ringraziamento a Jebediah che ha capito le mie intenzioni.
"Io tifo per voi" mi mima con le labbra. Corrugo la fronte, confusa dalle sue parole, e trascino Astaroth nel bagno delle ragazze.

《Resta qui》gli ordino per poi andare a prendere il kit nascosto sotto l'ultimo lavandino. Lo apro e afferro una boccetta di disinfettante e una salviettina. La imbevo del medicinale dall'odore pungente e mi avvicino ad Astaroth che per tutto quel tempo è rimasto a fissarmi imperscrutabile.
《Brucerà un po'》lo avverto. Mi siedo sul marmo freddo tra due lavandini in modo da eguagliare le nostre altezze e gli faccio cenno di avvicinarsi. Astaroth è a pochi centimetri dal mio viso e io non posso fare a meno di inspirare il suo profumo di menta e liquirizia. Mi scosto quel tanto che basta per permettermi di passare la salviettina sul taglio.

《Fortuna che non è profondo altrimenti tutti in mensa si sarebbero chiesti del perché non avessi sangue》dico liberando finalmente la mia rabbia e tamponando più forte sulla ferita. Noto Astaroth guardarmi impassibile, senza emettere alcun lamento.
《L'hai combinata grossa. Avevamo deciso di non dare nell'occhio e invece tu...》scuoto la testa《Che significa quello che hai detto a David? Per chi stavate litigando?》chiedo con il cuore che batte all'impazzata. Ma Astaroth continua a starsene in silenzio e scrutarmi con una strana espressione in viso.
《Perché hai deciso proprio adesso di chiudere quella bocca?!》chiedo infuriata toccando il labbro gonfio dove comincia ad affiorare un livido.
《I tagli dovrebbero scomparire in un'ora, al massimo. Sei fortunato che guariamo così in fretta》continuo cercando di condurre una conversazione. Capendo che Astaroth non ha intenzione di parlarmi, stendo i piedi sul pavimento cercando di uscire dal bagno. Il mio piano non ha funzionato. Sto per alzarmi dal lavandino quando Astaroth mi prende improvvisamente per le cosce e mi issa nuovamente sul marmo. Rimango senza fiato mentre si posiziona tra le mie gambe e comincia a carezzarmi il collo con espressione determinata.

Angels in the darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora