Capitolo 37: Il risveglio

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"Cassiel"
Una voce bassa e roca mi rimbomba nella testa.
"Torna"
Che significa tutto questo? Dove devo andare? Da chi devo tornare?
"Torna da me"

Apro gli occhi di scatto e mi ritrovo seduta sul comodo sedile del passeggero, a corto di fiato.
《Incubo?》mi chiede Astaroth aggrottando le sopracciglia mentre i suoi occhi sono fissi sulla strada.
《Non è niente》tento di scacciare i suoi dubbi con un cenno, ma non riesco a togliermi dalla testa quella voce. Quella voce così familiare...
Sospiro cercando di cancellare la sensazione di disagio che mi attanaglia lo stomaco.
《Ehi tutto bene?》mi chiede Jeb facendo capolino da dietro il sedile. Annuisco e gli sorrido debolmente, tentando di essere convincente.

《Siamo arrivati》dice Astaroth dopo un po'. L'aeroporto di Edimburgo è molto grande e la puzza di gomma bruciata aleggia un po' dappertutto. Scendiamo dall'auto e andiamo alla ricerca di Sophie e Paul; nel frattempo il cielo viene coperto da banchi di nuvole nere che gettano ombre inquietanti su tutto ciò che ci circonda, penso che ci sarà un bel temporale perciò incito Jeb ad andare più veloce.

《Cass! Cass! Siamo qui》urla Sophie sbracciandosi per attirare la nostra attenzione e tenendosi sulle punte dei piedi come una vera ballerina. Mi precipito da lei e ci abbracciamo strette.
《Sophie non riesco più a respirare!》esclamo scoppiando a ridere.
《Oh scusa tesoro》
《Dov'è Paul?》chiedo facendo vagare lo sguardo tra la gente.
Sophie sbuffa e alza gli occhi al cielo.
《 È andato in bagno. Ha la vescica grande quanto una ghianda di uno scoiattolo》esclama sorridendo mentre Paul fa la sua comparsa.

《Ehi tesoro!》dice abbracciandomi affettuosamente.
《Ehi ehi fai piano!》urlo contro il suo giubotto.
《 Piano Paul》afferma Astaroth con sguardo vigile.
《Sempre a preoccuparti per lei, eh?》chiede Sophie inarcando un sopracciglio con fare cospiratorio. Arrossisco incontrando lo sguardo di Paul.
《Cosa significa?!》chiede con lo stesso tono di chi sta per commettere un omicidio.
《Oh Paul. Cassiel è una donna ormai. Avrà pur il diritto di avere un uomo al suo fianco!》ribatte Sophie con occhi luminosi.
《Oh sí... starle accanto in tutti i modi possibili》allude Jebediah prendendosi il piercing tra i denti.
《È ancora una bambina!》
《 Ormai ho diciotto anni!》
《 Ignoralo Cass... non riesce ad accettare che la sua bambina sia ormai cresciuta》mi dice Sophie fulminando Paul con un'occhiata. Se gli sguardi potessero uccidere, probabilmente Paul si ritroverebbe già nella tomba.

Paul ed Astaroth si guardano in cagnesco mentre io e Sophie cerchiamo di separarli.
《Non mi siete mai piaciuti, voi demoni. Giocate con i sentimenti delle persone che vi circondano per poi usarli contro di loro》
《Paul, non credo che Astaroth stia giocando con Cassiel. Tu non conosci la loro storia...》
《Non m'importa di cosa credi o non credi, Paul. Io conosco Cassiel fin da quando era una bambina... si può dire lo stesso di te?》ruggisce Astaroth con occhi che rilasciano scintille zaffiro.
《Tu brutto bastardo...》sibila Paul avvicinandosi minaccioso.
Jeb si interpone e da una spinta a Paul per farlo arretrare.
《Okay... c'è decisamente troppo testosterone. Andiamo in macchina prima di finire sotto un alluvione. Oh e mi sembra ovvio che guiderò io》ordina prima di avviarsi verso l'auto.

Afferro la mano di Astaroth e comincio ad incamminarmi quando lo scoppio di un tuono risuona in lontananza. Raggiungiamo in fretta l'auto mentre Jeb ingrana la marcia. Grosse gocce di pioggia cominciano a battere incessantemente sul tettuccio mentre i lampi producono violente scariche di luce viola.
《Il cielo è irrequieto》afferma Sophie dai sedili posteriori e stringendosi a Paul. Usciamo finalmente da Edimburgo e imbocchiamo l'autostrada fortunatamente abbastanza sgombra.
La pioggia diventa sempre più fitta ed inevitabilmente volto la testa per incrociare lo sguardo accigliato di Astaroth.

Questa situazione è estremamente familiare, le dita di Jeb si stringono intorno al volante mentre usciamo dall'autostrada e superiamo un piccolo paese in periferia.
《C'è qualcosa che non va》 mormoro mentre ricordi sfocati cominciano ad affiorare alla mente.
La tempesta. L'auto. La pioggia incessante che non permette di vedere nulla. I fanali di un tir.
Il suono di un clacson che rimbomba è tutto ciò che riesco a percepire prima di incrociare il mio sguardo terrorizzato con quello di Astaroth: le sue iridi non esprimono alcuna emozione, è come se fossero state svuotate della sua essenza.
Come se lui non fosse mai esistito.
Avverto delle urla, gemiti, uno stridìo di gomme, rumore di vetri infranti.
E in quella frazione di secondi riesco solo a pensare alle ultime parole di Astaroth:
Il mio mondo non sarà mai il tuo.

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