Capitolo 33

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Dopo un'estenuante ora di biologia, e un'altra di economia aziendale, ecco che suona l'ultima campanella, segno che posso finalmente tornare a casa. Mi rimpicciolisco nel giubotto quando entro in contatto con l'aria gelida di Martinsburg e incrocio le braccia al petto con un sorriso da ebete sul viso. Sento qualcuno cingermi le spalle. Ridacchio, pensando che sia Astaroth, e mi volto per guardarlo, ma non è lui. È David.
《 Uhm... ciao》dico imbarazzata
《Hey...vuoi che ti accompagni a casa?》mi chiede gentilmente《Ho la macchina e mi sembra che tu stia gelando quindi...》
《Non ce n'è motivo. Ci penso io, David》ribatte una terza voce. Mi volto di scatto e i miei occhi non possono fare a meno di fissare quelle labbra che mi hanno regalato mille emozioni. Astaroth mi libera delicatamente dalla stretta di David, neanche fossi di porcellana, e fa intrecciare le nostre mani. Il mio palmo gelido comincia subito a scaldarsi contro il suo.

David guarda prima me e poi Astaroth e un lampo di comprensione passa nel suo sguardo.
《Ora capisco》dice con un sorriso amaro prima di darci le spalle e camminare rigido verso la sua macchina.
《Mi dispiace》mormoro a nessuno in particolare.
《Non devi preoccuparti, Cass. Non è colpa tua》dice toccando con l'indice la punta ghiacciata del mio naso. Sorrido per il suo gesto e alzo gli occhi al cielo. Astaroth mi prende per la nuca mentre avvicina lentamente le sue labbra alle mie.
《Non riesco ancora a credere di poterlo fare》sussurra contro la mia bocca prima di darmi un bacio mozzafiato. Arrossisco guardandomi intorno mentre gli studenti ci osservano con espressione sorpresa.

Astaroth mi sorride rassicurante.
《Non preoccuparti. Ci faranno l'abitudine, d'altronde abbiamo altri sei giorni e io ti baceró in mensa, nei corridoi, nel cortile...》
《Per carità, non urlare! È solo che... non riescono a capacitarsi》affermo ancor più rossa.
《Di cosa?》chiede aggrottando le sopracciglia scure.
《Be' di te...e di me. Diciamo che i tuoi progressi sociali compiuti oggi non corrispondono minimamente con quelli che ho fatto io in cinque anni》spiego rabbrividendo nel cappotto. Astaroth sta per dire qualcosa ma viene interrotto dall'arrivo di Jebediah.

《Brrr...che freddo! Non sarebbe meglio tornare a casa, piccioncini?》ci chiede alzando le sopracciglia. Gli sorrido per mascherare la mia irritazione e, insieme, ci allontaniamo da scuola. Dopo aver percorso un buon tratto e, soprattutto, aver messo una certa distanza dagli altri studenti, mollo uno schiaffo sulla nuca di Jebediah.
《Ahia!》urla portandosi una mano sulla parte dolente. Jeb si volta verso di me con sguardo feroce《Sei impazzita?! Cosa ti ho fatto?》
Mi avvicino di più e gli pesto il piede con maggiore forza《No, lo sei tu! Come cavolo ti è venuto in mente di dire quelle cose nell'ora di biologia?》
Jeb spalanca la bocca talmente tanto che, se non fosse per quel gelo, mi preoccuperei seriamente che una mosca vi entrasse. Jeb si volta verso Astaroth che mi circonda la vita con un braccio.
《Amico, tieni a bada la tua ragazza! È pazza!》
《Ah credo proprio di no. Ha tutte le ragioni per picchiarti e non nego che sarebbe divertente vederla farti il culo》afferma ridacchiando. Faccio una smorfia in direzione di Jebediah per poi dargli le spalle. Con un'occhiata d'intesa, io ed Astaroth ci guardiamo attorno in cerca di un'anima viva. Capendo che la strada è deserta, cominciamo a correre a grande velocità lasciando un Jebediah sorpreso a mangiare la polvere. In un batter d'occhio arriviamo davanti al giardino di casa e ci affrettiamo a raggiungere la porta.

Sospiro quando sento lo scoppiettare del fuoco in soggiorno e la mano di Astaroth cercare nuovamente la mia. Entriamo in cucina dove Sophie è intenta a scaldare dell'acqua in un pentolino.
《Ciao ragazzi, gradite una tazza di Earl Grey? Con questo freddo non c'è niente di meglio di...》comincia per poi interrompersi quando il suo sguardo si posa sulle nostre mani intrecciate. Le sue labbra formano una "o" perfetta mentre ci fissa con incredulità.
《Sophie...》
《Non posso crederci》
sussurra 《Finalmente》
Strabuzzo gli occhi mentre Sophie si precipita ad abbracciare me ed Astaroth che, dal canto suo, sorride fiero.
《L'ho sempre saputo. Fin dalla prima volta in cui tu e Cass siete entrati in questa casa ho notato il vostro modo di guardarvi. Oh tesoro sono così felice!》esclama mettendomi una mano sulla guancia.
《Lo sono anch'io》replico guardando Astaroth dritto negli occhi. Superato l'imbarazzo, chiedo a Sophie se Paul è tornato. Sophie scuote la testa e risponde che si trova con la sua squadra di Nephilim oscuri: stanno setacciando il bosco da cima a fondo.

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