Capitolo 7

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Quando ero bambina credevo nelle creature magiche: fate, vampiri, lupi mannari e soprattutto angeli. Allora, e anche adesso adoro leggere le loro storie. Mi piace immergermi nella trama e,se ho degli ostacoli da affrontare,mi immedesimo nei personaggi e agisco nel modo in cui loro avrebbero agito.
Ma non mi ero mai ritrovata in una situazione del genere.
Quando poso lo sguardo sull'angelo nero, capisco che la mia vita non sarà mai più la stessa. Non sono per niente coraggiosa e nonostante ami la lettura e la fantasia, la mia vita mi ha resa dura come una roccia, una maschera che nessuno potrà distruggere perché neanche io so più chi sono davvero.
Gli occhi del mio aggressore mi scrutano curiosi. Si inginocchia davanti a me per essere al mio stesso livello e guardarmi negli occhi e mi sussurra con voce tentatrice:
《 I demoni ti danno il benvenuto 》
Qualcosa scatta dentro di me e sono proprio tentata di prendere la mano che mi sta porgendo quel ragazzo dai meravigliosi occhi blu, ma l'altra parte di me stessa si sta ribellando e mi consiglia di correre via da lui.
Il ragazzo inchioda il suo sguardo nel mio e dice:
《Sei in conflitto con te stessa eh? Vuoi venire con me ma allo stesso tempo vuoi respingermi. Senti un forte dolore in tutto il corpo e non hai la minima idea di chi hai davanti,vuoi forse dirmi che non è vero?》
Come fa a sapere tutte quelle cose?
《Chi sei?》gli domando mentre una fitta lancinante mi colpisce la schiena, proprio come nel mio sogno.

《Io sono il demone Astaroth, uno dei principi più influenti e naturalmente più belli》a quel punto sorride seducente come per dimostrarmi che è vero 《dell'Inferno. Ti starai chiedendo come faccio a sapere tutte quelle cose su di te, ma qui non è il luogo adatto, quindi o vieni con me con le buone...》mi sorride maligno《o con le cattive.》
So che mi farà comunque del male, quindi decido la via più pericolosa. Tentare la fuga. Mi alzo e con una finta voce arresa dico:
《Vengo con te》
Mi sorride《Brava piccola》poi si gira,convinto che lo avrei seguito, ma invece mi metto a correre per tornare indietro. Per tornare a casa. Sfreccio tra gli alberi e tutto è sfocato per la mia impressionante velocità. L'adrenalina mi scorre nelle vene, sento di potercela fare ma d'un tratto Astaroth mi blocca per i fianchi e il suo viso è una maschera di rabbia. Alza la mano destra e mi schiaffeggia sul viso. Il dolore si propaga dal labbro che si sarà sicuramente tagliato. Sento il sapore del mio sangue sulla lingua. Sono incazzata nera e cerco di colpirlo ma lui mi schiva con facilità e,con una spinta,mi fa cadere sul fango. Nel frattempo la tempesta si è fatta sempre più violenta e un lampo illumina a giorno il bosco. All'improvviso ho un'idea impossibile ma so che funzionerà. Il fulmine sta per colpire un ramo ma io allungo il braccio verso la saetta.
Mi concentro. So cosa fare. Qualcuno me lo aveva insegnato, non so dove né chi né quando.
Attiro l'energia del lampo che si riversa in me. Astaroth mi guarda sorpreso, ma con una strana scintilla negli occhi. Come se fosse orgoglioso di me. So cosa fare.
Scaglio tutta la rabbia repressa, l'energia del fulmine e la mia frustrazione su Astaroth con un urlo.
Un urlo di guerra come quello che lancia Achille prima di uccidere Ettore. Un urlo di vendetta assordante nel bosco muto. Colpisco il demone in pieno petto e Astaroth viene lanciato lontano da me. Dopo essersi rialzato mi guarda con un mezzo sorriso... e poi scompare.
Cado a terra con un gemito. Fisicamente sento di poter scalare l'Everest ma mentalmente sono svuotata e confusa. Oddio sono sotto shock. Cos'è successo?
Il mio labbro continua a sanguinare e le braccia mi fanno malissimo. Tolgo la felpa per controllare le ferite... e rimango stupita. Dal pollice della mano sinistra partono dei motivi tribali neri come se fossero dei rampicanti che si alternano a delle parole e simboli anch'essi neri e arrivano fino alla spalla. Gli stessi complessi disegni partono dal pollice della destra fino alla sua spalla corrispondente, ma questa volta i simboli,i rampicanti e le parole sono di un bianco candido. La pioggia scende gelata sulla mia pelle nuda e rabbrividisco al suo tocco. Devo assolutamente tornare indietro, sono le 19:50! Mi alzo nonostante il dolore e comincio a correre nel bosco. Appena arrivo a casa mi rimetto la felpa per coprire i tatuaggi e controllo l'ora. Sono ancora le 19:50! Com'è possibile? Avrò percorso più o meno 10 km!
Sono ancora sotto shock quindi ai miei problemi dovrò pensare più tardi. Entro in casa tremando e vedo Sophie e Paul che mi guardano con un'aria di sollievo mista a rimprovero
《Dov'eri finita Cass? Eravamo così preoccupati per te! È arrivata la tempesta quindi io e Paul pensavamo che di lì a pochi minuti saresti tornata, invece arrivi qui dopo più di un'ora! Avevamo paura che un fulmine ti avesse colpito》
Tra me e me dico "più che altro ho colpito io il fulmine, non il contrario".
Sophie mi guarda con le lacrime agli occhi e mi tocca il viso《 Oh tesoro! Sei così pallida e hai un grosso livido sulla guancia. Si può sapere cosa diavolo ti è successo? Anzi dimmelo più tardi, vai subito dentro la doccia. Io intanto preparo la cena》un borbottio giunge dal mio stomaco e mi accorgo con sorpresa che che ho fame anche dopo tutto quello che è successo.
《D'accordo Sophie. Il fatto è che ho lasciato il cellulare qui e poi quando sono andata nel bosco sono scivolata sul fango con la faccia rivolta al suolo. Ecco perché ho il livido. Mi dispiace》
Sophie mi sorride indulgente ma Paul è diventato improvvisamente pallido e sembra sul punto di svenire.
《Paul che ti prende? Stai bene?》gli chiedo preoccupata.
Sophie si gira verso di lui, ma Paul si ricompone e finge un sorriso 《Certo, ero solo preoccupato per te. Adesso vai a fare la doccia, su》 mi sprona.
Salgo le scale ed entro in bagno. Mi spoglio e poi mi guardo allo specchio.
Mio Dio!
Un livido violaceo mi percorre la guancia sinistra e il labbro tagliato è un vero disastro, senza contare i tanti graffi che mi percorrono. Alzo le braccia ed esamino i tatuaggi... che diavolo sono? Oddio sono così confusa.... entro in doccia e l'acqua calda è un toccasana per il mio corpo. Il fango e il freddo spariscono, ma i motivi sulle mie braccia attirano la mia attenzione. Fino ad ora non ho fatto caso a niente, ma ora mi accorgo che sono bellissimi... ma cosa dico? Questo è un grosso problema! Decido di pensarci dopo e massaggio i miei capelli con lo shampoo al cocco e cioccolato, dopodiché uso il bagnoschiuma al pompelmo per ripulire il mio corpo dal resto della sporcizia. Mi risciacquo e mi appoggio solo un momento alla parete della doccia chiudendo gli occhi e lasciando che l'acqua bollente mi scorra sulla schiena. Sto forse delirando? Oppure è solamente un sogno? La realtà mi inonda come un fulmine a ciel sereno. Adesso sono completamente sola, non ho nessuno con cui parlarne... mi prenderebbero per pazza. Chi sono in realtà? Cosa significano quei tatuaggi?
Esco dalla doccia e mi avvolgo nell'accappatoio. Adesso che sono pulita, entro in camera e mi metto un paio di pantaloni vecchi,una maglietta a maniche lunghissime nera con un foro per lasciar passare il pollice, le altre dita sono nascoste dalla morbida maglia. Mi asciugo i capelli e finalmente sono pronta.
Gnam gnam si mangia!!! Scendo in soggiorno e sento le voci di Sophie e Paul. Sembra che stiano litigando. Strano, loro litigano raramente. Sono molto innamorati, eppure così diversi... Sophie è minuta con i capelli biondi a caschetto e occhi azzurri, mentre Paul è alto come un orso e ha la costituzione di un buttafuori muscoloso. Mi avvicino e origlio la loro conversazione.
《... non possiamo permetterlo!》stava dicendo Paul
《Caro, sicuro di aver visto bene? Magari sei soltanto preoccupato perché tra un mese è il suo diciottesimo compleanno》
Sento un sospiro e poi Paul sussurrare 《Forse hai ragione》
Entro in cucina,riflettendo sulle loro parole. Di cosa stavano parlando? Sotto il loro sguardo incuriosito mi copro involontariamente le mani con la maglia per nascondere i misteriosi tatuaggi. La tensione si taglia col coltello, ma io faccio finta di niente. Finalmente mangio. Sophie è una vera cuoca! Dopo aver spazzato anche l'ultima briciola, mi assale la stanchezza e annuncio a Paul che vado a dormire. Vado in camera mia e, prima di toccare con la testa il cuscino, cado in un sonno profondo, troppo stanca per pensare a ciò che mi è successo oggi.

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