La Caduta. Capitolo 5

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Miss Julia cominciò la lezione:
《 Come tutti ricorderete dalla lettura del Paradiso perduto, desumiamo che prima della creazione del mondo visibile vi sia stata una creazione del mondo spirituale, ossia degli angeli》l'insegnante indica un meraviglioso arazzo sulla parete raffigurante un angelo che scaccia i fratelli dannati dal Paradiso. Il mio cuore inizia ad accelerare e l'adrenalina scorrere nelle vene. Non ne conosco il motivo; so soltanto che ogni volta che sento parlare di angeli, il mio corpo è in tensione.
Miss Julia intanto prosegue la sua lezione:
《 Gli angeli che furono allora creati non erano soltanto pura luce, ma esseri dall'immenso potere, capaci di ristabilire l'equilibrio in una guerra contro il male.》
Qualcosa scatta nella mia mente e mi giro involontariamente verso Daniel... notando che anche lui mi sta osservando. Vengo folgorata da una strana sensazione. Vi è mai successo di fare un sogno ma quando vi svegliate non ricordate altro che immagini sfocate? Ecco è proprio quello che sto provando. Daniel distoglie lo sguardo e si mette a fissare il suo quaderno mentre io ritorno ad ascoltare la lezione.
《...Però quando Dio diede ai suoi angeli il libero arbitrio, c'è ne fu uno che si spinse oltre il limite》

《Indovina chi》mi canzona Helen

Miss Julia alza il tono di voce:
《 Ora lo chiamiamo Satana,ma nel corso dei secoli è stato riconosciuto in molti altri nomi: Mefistofele, Belial e perfino Lucifero... l'esistenza del male deriva dunque da lui e dalla sua ribellione. Satana era l'angelo più splendido di tutto il Paradiso, ma lui non voleva essere dominato... voleva essere il dominatore. Per nove giorni e nove notti Lucifero e la schiera di angeli ribelli caddero, sempre più lontani dal Paradiso.》
Vengo risvegliata dalla trance dal suono acuto della campanella. Raccolgo in fretta le mie cose e sfreccio fuori dall'aula, diretta in bagno. Corro il più veloce possibile ed entro ai servizi, lasciandomi cadere sul pavimento freddo. Sento che mi sta scoppiando la testa e dei flash confusi mi mostrano immagini che non riesco a capire. Mi guardo allo specchio e noto che sono di un pallore innaturale. Gemo e mi premo le dita ai lati della fronte; mi gira la testa e scotto moltissimo. Sento che qualcuno apre la porta e subito dopo vedo una Helen preoccupata che mi sta fissando.
《 Cassiel stai bene? Vieni, ti porto in infermeria》
Mi lascio trasportare dalla mia amica e insieme entriamo in infermeria. Vengo investita dalla puzza di disinfettante e dalla luce delle lampade al neon. L'infermiera è lo studio della dott.essa Beth Smith che ci accoglie chiedendo a chi è che serve aiuto. Alzo la mano e lei mi fa stendere sulla lettiga. Dopo avermi controllato annuncia:《 allora mia cara, sembra che tu abbia una leggera influenza. Ecco, prendi queste》mi sorride con le labbra rosso sangue porgendomi due pillole e un bicchiere d'acqua. Mando giù le pasticche e mi sdraio aspettando che passi il mal di testa. Il telefono sulla scrivania della dottoressa si mette a squillare.
《 Pronto? Sì certo... arrivo subito》dice e se ne va.
Io e Helen rimaniamo sole nello studio.
《Cass vuoi dirmi che ti prende?》 mi chiede Helen
《Davvero non lo so. Ultimamente mi sento strana e soprattutto mi accadono cose strane, come ad esempio il nuovo ragazzo, Daniel... non hai notato qualcosa di strano in lui?》
Helen mi guarda come se ci stesse riflettendo, poi mi dice ridacchiando: 《 No, secondo me hai soltanto una fervida immaginazione》
Sbuffo infastidita, ma con immenso sollievo, sento che il mal di testa si è affievolito.
《Okay, adesso possiamo andare》annuncio.
Usciamo dall'infermeria e ci separiamo. Il resto delle ore passa lentamente e sospiro di felicità quando finalmente è ora di andare a casa. Il letto mi aspetta!!!
Esco da scuola e comincio a camminare diretta a casa. Inserisco gli auricolari e le mie orecchie vengono invase dalla canzone Diary of Jane dei Breaking Benjamin. Guardo il cielo che è nascosto da nuvole nere e inizio a riflettere sui fatti di oggi: la visione, le strane sensazioni di affinità con Daniel.
Daniel.
Helen aveva ragione.
Che diavolo mi sta succedendo?

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