Capitolo 1

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Chicago, cinque anni dopo.

"Mamma. Mamma. Mamma"
"Kayla non urlare, altrimenti sveglierai papà"

Ed eccoci qui.
Siamo tornati.
Siamo tornati più forti che mai.
In cinque anni, le cose sono parecchio cambiate. Io e James, dopo essere saliti sul primo volo in partenza per Chicago e dopo aver tentennato per qualche settimana sulla nostra scelta, forse, un pò troppo affrettata, ci siamo definitivamente stabiliti qui, in un appartamento poco più fuori dal caos cittadino.
Certo, all'inizio, non è stato per niente facile: nuova città, nuove persone, nuova casa, la nostra prima nuova casa, nuovo orario, nuovi posti di lavoro, nuova vita e un nuovo arrivo... Kayla.
Un paio di mesi dopo esserci ambientati, ho scoperto di essere incinta. Ero incinta di lei, della piccola Kayla Isabelle Harris, l'esatto clone di suo padre, carattere compreso.
Quando quella mattina James, vide con i suoi stessi occhi il test di gravidanza positivo, pianse letteralmente di gioia, come quando, il ginecologo pronunciò la frase: congratulazioni, è una bambina. O come anche, il giorno della sua nascita quando corse fuori dalla sala parto e quasi svenne davanti alle nostre famiglie per l'emozione.
Le prime settimane furono complicate, nessuno di noi due si era mai occupato di un bambino prima di quel momento: non sapevamo esattamente cosa fare, come comportarci o come cambiare un pannolino, ma alla fine, grazie anche all'aiuto di Lexi, ce l'abbiamo fatta.
Quando Kayla compì due anni, prendemmo l'aereo e per la prima volta dopo tanto tempo, tornammo nel Regno Unito. Ci restammo si e no un mese, dopodiché, la necessità e la voglia di tornare a casa nostra, a Chicago, si fece sentire e a malincuore, una sera di Settembre, salutammo le nostre famiglie e partimmo. D'allora, Londra, la guardiamo solamente in fotografia.
Non nascondo che ogni tanto, vorrei tornarci, abbracciare i miei genitori e starmene in tranquillità dentro le mura della casa in cui sono praticamente cresciuta.
Certo, loro, insieme ai genitori di James, nonostante la distanza, sono costantemente presenti e ogni tre o quattro mesi, a differenza di Sean, prendono un aereo e vengono in America.
Per quanto riguarda lui, beh, Sean è completamente sparito dalle nostre vite.
Non ho più sue notizie e le poche volte che ho cercato di contattarlo, mi rispondeva sempre la segreteria telefonica.
L'unica cosa che so con certezza è che lui e Lara sono ancora sposati e che lui, si occupa in tutto e per tutto di Greyson.
Del resto, non so niente.
Lui ha deciso di non far più parte della mia vita e io, accetto la sua decisione.

"Perché sei già sveglia?"
"Secondo te?" mi giro su un fianco e guardo James ancora mezzo addormentato.
"Kayla?"
Annuisco.
"Abbiamo creato un uragano, non una bambina"
"Non posso di certo darti torto" rido avvicinandomi con la testa a lui. "Non sai quanto vorrei dormire altre due o tre ore, ho parecchio sonno arretrato"
"Mamma. Ho fame"
"Kayla tesoro" appoggio una mano al petto. "Quante volte ti ho detto di non arrivarci alle spalle e urlare?"
"Tante, ma io ho fame"
Mi siedo sul bordo del letto e dopo una lunga serie di sbadigli, mi alzo.
"Jodie stai andando in cucina?"
"Beh direi di si, hai bisogno?"
"Un caffè grazie, un caffè bello forte"
"Papà... Non fai colazione con me?"
Sorride aprendo finalmente gli occhi. "Si certo, ma prima vado a farmi una doccia e dopodiché, verrò di là con voi, ok?"
"Ok... Mamma..."
"Si lo so, hai fame..." rido insieme a James mentre Kayla, prende la mia mano. "E tu..." punto un dito contro il moro. "Datti una mossa... Aspettiamo te"

Ed ecco qui la nostra nuova vita.
Quella che ho sempre sognato insieme a James e quella che, nonostante tutto e tutti, siamo riusciti ad avere.

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