Capitolo 51

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Inutile dire che dal giorno in cui abbiamo incontrato, per l'ultima volta, Lara in caffetteria, Sean è cambiato e non cambiato in peggio, ma è cambiato in meglio. Decisamente in meglio.
Ora è felice, davvero felice. Vive costantemente con il sorriso stampato sulle labbra e strano da dire, ma va ancor più da d'accordo con James ed io, non potrei essere più felice e fiera di così.

"Come stai?"
Verso del latte nelle tazze e sorrido. "Esattamente come si sente una donna giunta al nono mese di gravidanza con le prime contrazioni che non cessano da due interi giorni"
"Manca poco tesoro, davvero poco e finalmente, potremo conoscere la nostra bambina" appoggia la mano libera dalla tazza sul mio pancione e sorride.
"Credi che Kayla sarà una buona sorella maggiore?"
Annuisce. "Si, credo di si. Magari non da subito, ma sono sicuro che con il tempo, sarà la sorella maggiore che tutti i fratelli vorrebbero... Ti senti bene?"
"Si, solamente, aspetta... Ok, forse, sta passando"
"Contrazioni di nuovo?"
Annuisco appoggiando una mano sulla schiena e una sulla pancia.
"Credi che sia giunto il momento di andare all'ospedale?"
Scuoto la testa. "Hai sentito cos'ha riposto il pronto soccorso l'altro ieri? Troppo presto, signora. Le contrazioni non sono ancora riavvicinate e ci hanno rispedito a casa subito dopo il tracciato"
"Cambiamo ospedale"
"E' inutile James, daranno sempre la stessa risposta"
Alza gli occhi al cielo. "E quando dovremmo andare? Quando ti piegherai in due dai dolori, come con Kayla?"
"Esattamente" annuisco. "Proprio così"
"Non capisco come ragionano, davvero" finisce il latte-caffè nella tazza e si alza in piedi. "Lascia, ci penso io alla lavastoviglie, stai seduta"
Un'altra contrazione. Stavolta più forte.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente, molto profondamente, finché il dolore non diventa sopportabile.
"Jodie, amore"
"Sto bene, James. Sto bene" mi alzo in piedi e con le mani appoggiate all'altezza dei reni, cammino per la cucina.
"Non è il caso che ti vai a sdraiare?"
"No" rispondo secca. "E' peggio! Stanotte non ho chiuso occhio"
"Lo so, me ne sono reso conto"
Lo guardo in malo modo mentre giro lentamente intorno al tavolo. "Cosa intendi con questo?"
"Intendo che ti ho sentito"
"E perché non ti sei alzato a tenermi compagnia?"
"Pensavo volessi stare tranquilla, da sola"
Annuisco.
"La prossima volta mi alzerò, ok?" carica la lavastoviglie con i piatti e le tazze della colazione e l'accende. "Andiamo a sederci?"
"No, preferisco camminare"
"Usciamo a fare due passi? Magari andiamo al lago"
Scuoto la testa decisa. "Non riuscirei a camminare fin là, James"
"D'accordo, allora cosa vuoi fare?"
Sollevo le spalle. "Girovagare per casa, tutto qui"
"Con girovagare per casa, sono compresi anche i continui giri intorno al tavolo della cucina?"
Un'altra contrazione. "Diamine! Non ricordavo che fossero così insopportabili"
"E sei solo all'inizio"
"Lo so e per favore, non me lo ricordare" mi fermo e appoggio una mano sul tavolo e l'altra, la tengo appoggiata, sempre, all'altezza dei reni. "Non voglio soffrire come con Kayla! Non posso sopportare altre diciassette ore di travaglio"
"Ci sarò io con te, sempre" mi da un bacio tra i capelli e mi stringe a lui. "Non temere"
"Divideremo le ansie e le preoccupazioni per due?"
"Come sempre Jodie, come sempre"
"Anche il dolore?"
"Se potessi si, tesoro" mi da un altro bacio. "Altra contrazione?"
"Diamine si" stringo più forte la sua maglietta nera nella mano. "Credo che ormai ci siamo, credo che sia questione di ore"
"Andrà tutto bene" sussurra cercando di tranquillizzarmi. "Andrà tutto bene, amore"
"Ne sei sicuro?"
"Si" appoggia la fronte contro la mia e sorride. "Ne sono sicuro ma ora per favore, molla la presa dalla mia maglietta, altrimenti se tiri ancora un po', c'è un elevato rischio che le nostre bambine crescano senza un padre"
Corrugo la fronte.
"Mi stai strozzando, Jodie"
"Ah. Oh. Scusami" lascio la presa all'istante e ricomincio a camminare intorno al tavolo. "Un tea mi farà bene?"
"No, è caffeina, sarebbe peggio"
"Giusto" annuisco. "Un caffè decaffeinato?"
"Jodie no. Se vuoi, un bicchiere d'acqua"
"No lascia perdere... Diamine" mi fermo piegandomi in due contro il tavolo. "Credo che sarà una lunga, lunga e lunga, giornata questa di oggi"
"Lo penso anch'io"
Respiro profondamente e mi siedo. "La smetti?"
"Di fare?"
"Di mangiare biscotti al cioccolato, ecco cosa"
"Lo sai che l'agitazione mi fa mangiare"
"Tu funzioni al contrario" appoggio la testa sulla mano. "Normalmente alla gente, quand'è agitata, si chiude lo stomaco"
"Sarò fatto male io, non so cosa dire" finisce il biscotto e ne prende un altro. "Come ti senti?"
"Di merda. Questo ti basta?"
Non ha il tempo di rispondere.
Entrambi abbassiamo lo sguardo per terra e immediatamente a James, cade il biscotto dalle mani.
"Credo che ci siamo"
"Togli il credi Harris" mi alzo in piedi. "Forza, prendiamo il borsone nell'armadio e andiamo. Ho rotte le acque amore, stiamo per diventare genitori, di nuovo"

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So che ho da recuperare parecchi vostri aggiornamenti e promesso che lo farò non appena completerò questo libro.





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