Capitolo 15

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"Jodie, c'è James al telefono"
"James?"
La mia collega annuisce e mentre io tolgo la mascherina blu dalla bocca, lei allunga la cornetta verso di me.
"Sei sicura di aver capito bene? Lui non mi chiama mai al lavoro"
Annuisce di nuovo, infila un paio di guanti in lattice e si allontana.
"Jodie ti sento, ma ti sento in lontananza... Avvicina il telefono, è una cosa importante"
Lo faccio, avvicino il telefono e quando sento Kayla parlare a bassa voce dietro James, quasi mi tranquillizzo.
"Devi tornare a casa"
"Per quale motivo?"
"Ti spiegherò tutto quando tornerai"
"James sono al lavoro e sai che non posso andarmene"
Lo sento sospirare.
"Va tutto bene?"
"No che non va tutto bene Jodie, altrimenti non ti avrei chiamata una decina di volte sul cellulare e un paio in ospedale... Per piacere, torna a casa"
Mi siedo sul divanetto libero di fronte allo studio di ostetricia e con la mano libera, copro il viso abbassando la testa. "Ho paura a chiedertelo... E' successo qualcosa a Kayla? Per caso non sta bene? Si è fatta male o non so, magari stai male tu?"

Cala il silenzio.

"James per favore"
"Andrà tutto bene Jodie, ma tu trova il modo di lasciare il lavoro e venire qui, ti prego... Si tratta di me e te e della nostra famiglia"
"E' una cosa grave?"
"Non so... Dipende dai punti di vista... Ora devo riattaccare, tra mezz'ora nel mio appartamento, d'accordo?"


D'accordo oppure no, dovevo lasciare il lavoro il prima possibile e vedere con i miei stessi occhi che Kayla stesse bene.
E così è stato, ho chiesto un permesso per il resto della giornata e di corsa, sono arrivata sulla Michigan Avenue, nell'appartamento di James e non appena lui, ha aperto la porta, il sangue nelle vene, mi si è gelato.
"Dimmi che è uno scherzo... Dimmi che tutto ciò è un incubo senza fine"
"Ha bisogno di parlare con entrambi"
"James ti rendi conto che mi hai chiamato al lavoro dicendo che era una cosa importante?"
"Pensa... Io oggi al lavoro non ci sono proprio andato, come la mettiamo?"
Sean si alza e nervosamente, si avvicina a noi. "Non litigate, giuro che farò in fretta e dopodiché, se vorrete, sparirò dalle vostre vite, di nuovo"
"A dire la verità, nessuno di noi ti ha mai detto di ritornare"
"Jodie..." stringe i denti James. "Sii più gentile e ascolta quello che ha da dire"
"Gentile? Come puoi avere una pretesa del genere? Ti sei dimenticato che è colpa sua se io e te, non ci sposiamo più?"
"Non vi sposate più?"
"Secondo te?" mi siedo sulla poltrona di fronte a loro. "Penso che non sia nemmeno una domanda da fare, Sean"
"Mi dispiace, non pensavo che una chiamata potesse creare così tanti problemi ma capisci, mi sono sentito in obbligo di farlo"
"Obbligo?"
Annuisce. "Sai, le cose tra me e Lara non vanno bene..."
"E quando mai sono andate bene tra di voi?"
"Jodie, taci"
"Ma è la verità James e lo sai benissimo anche tu"
Viene a sedersi sul bracciolo della poltrona e in silenzio, forse per abitudine, prende la mia mano.
"Non toccarmi, non è il caso"
"Scusami, non volevo"
"In un certo senso vi ho sempre invidiato, sai? Avete tutto ciò che avete sognato fin dall'inizio della vostra storia: una bella casa, una bella famiglia, una figlia che è stupenda, vivete in America, siete completamente indipendenti e soprattutto, voi due, vi amate... Vi amate come la prima volta o forse addirittura di più e a differenza mia e di Lara, voi due siete fatti l'uno per l'altra, capite?"
Scuotiamo entrambi la testa testa.
"Io e Lara, abbiamo avviato le carte per il divorzio"
"E quindi? Tutto questo, cosa c'entra con noi?"
Alza di poco le spalle e sorride. "Sapevo che se tu e James avreste litigato e annullato il matrimonio, tu prima o poi saresti tornata a Londra"
Corrugo la fronte.
"Ti volevo vicina a me e non per un paio di giorni, ma per sempre Jodie... Volevo semplicemente mia sorella di nuovo con me e quando ti ho vista ad Hyde Park con Richard ho capito che quella, sarebbe stata l'occasione perfetta... Ho chiamato James, sono stato il più convincente possibile e lui, accecato dalla gelosia, ci ha creduto"
Sento il mondo cadermi letteralmente addosso.
"E quando mi è arrivata la notizia della vostra rottura, beh, in un certo senso, mi sono sentito benissimo... Finalmente la famiglia May, sarebbe stata di nuovo al completo, senza Lara e James tra i piedi"
"Non voglio sentire altro, tutto questo stupido e inutile teatrino, può finire qui... Kayla..." alzo il tono di voce. "Dobbiamo andare, subito"
"Lo so che mi sono comportato da bastardo, ma in quel periodo non ero in me"
"Kayla avanti, dobbiamo andare"
Esce dalla camera da letto insieme a Greyson. "E perché? Altri cinque minuti mamma, ti prego"
"No, non se ne parla"
"Allora lui può venire con noi?"
"Magari un altro giorno tesoro..." la prende in braccio James. "Ora sia il tuo nuovo amichetto che il suo papà, devono andare"
"Subito?"
"Si, subito"
"Ma torneranno, vero? Magari domani possiamo andare al parco insieme"
Le sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrido restando in silenzio.
"Perché non le dite la verità? Perché non le dite chi sono realmente per lei?"
"Perché il passato non si deve ricordare, tutto qui... Saluta il papà piccolina"
"Te ne vai?"
Annuisco guardando James.
"Perché non restate per pranzo?"
Piego la testa d'un lato mentre mi passa Kayla e mentre Sean, insieme a Greyson, se ne va.
"Tanto alla fine nessuno di noi due per oggi andrà al lavoro..."
 "Non credo che sia il caso, davvero"
"Allora facciamo per cena?"
"James..."
"Ti passo a prendere io e non voglio sentire rifiuti"
"Perché diamine sei così testardo?"
"Perché sono James Harris, dimentichi?" sorride aprendo la porta d'ingresso. "Kayla... Stasera vuoi stare con zia Lexi?"
Entusiasta annuisce.
"Ecco vedi... Lo immaginavo..." appoggia una spalla al muro. "Per le otto ti passo a prendere e niente scuse Jodie, intesi?"

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Denise__95
-We lay under the same stars// Shawn Mendes.
-He came to me in a dream.

Mary120394.
-Revelations. 

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