Capitolo 37

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"L'ultima cosa che mi aspettavo era esattamente questa: passare il viaggio di nozze rinchiusi dentro la stanza d'hotel"
"Scusami?"
"Niente, lascia perdere"
"No che non lascio perdere James..." appoggio entrambe le mani sui fianchi mentre lo guardo dritto negli occhi. "Stai forse cercando di dirmi che se la mattina, anziché uscire a girare per le vie di Venezia restiamo chiusi qui dentro è per colpa mia?"
"Non ho mai detto questo, Jodie"
"Ma è quello che in un certo senso, hai fatto capire"
"No..." piega le ultime cose e le ripone in valigia. "Ti sbagli"
"Secondo il tuo parare, mi sbaglio sempre"
"Non ho mai detto nemmeno questo"
"Infatti, sono io che lo dico"
"Vuoi litigare?"
"Forse dovrei essere io a farti una domanda del genere, non trovi?"
"Ok d'accordo, questa discussione finisce qui"
Scuoto la testa. "Non se ne parla, questa discussione arriva alla fine"
"Jodie"
"Rispondi James: mi stai incolpando del fatto che ho costantemente nausee mattutine che mi impediscono quasi di uscire?"
"No, certo che no"
"Perché se così fosse, sai cosa ti dico? Prendi la cartina della città dalla mia borsa ed esci, guarda Venezia per conto tuo, pranza in uno di quei ristoranti tipici della zona e quando avrai finito tutto quanto, torna qui, in stanza da tua moglie"
"Ti calmi?"
"Ah, intanto che girovaghi per la città, ricordati il regalo per Kayla"
Si avvicina a me. "Ripeto: ti calmi?" prende entrambe le mie mani nelle sue. "Cosa c'è che non va?"
"Sei serio? Mi hai davvero appena fatto una domanda simile?"
Annuisce.
"E vuoi anche una risposta?"
"Se non è un problema si"
Rido nervosamente. "Che cosa vuoi sentirti dire? Che ho gli ormoni a mille e di conseguenza ho degli sbalzi d'umore incredibili? È questo che vuoi che ti dica? Anche se in realtà dovresti già saperlo"
"Jodie, calmati, per favore"
"Non posso calmarmi se, punto primo mi ricordi costantemente che sono isterica e se punto secondo, l'agitazione me la crei tu"
Senza dire niente, lascia le mie mani dalle sue e torna a piegare vestiti.
"Non dirmi che ti sei offeso"
"No, certo che no"
"James diamine"
"Senti Jodie, ho immaginato il nostro viaggio di nozze per non so quanto tempo, ho immaginato tutto ciò che avemmo potuto fare, alle città che avremmo visto e al tempo trascorso insieme come marito e moglie e non come mamma e papà ma invece, le cose non sono andate esattamente come immaginavo"
Incrocio le braccia al petto. "Arriva al punto, Harris"
"Niente, non c'è nessun punto in cui arrivare Jodie, ma sappi che non ho di certo immaginato di passare la luna di miele rinchiusi in questa stanza"
"E io non ho mai immaginato di passare la luna di miele incinta, con nausee che non danno cenno di placarsi, sensazione di vomito ogni volta che mangio qualcosa e sonno, si, perché se non te ne sei ancora resto conto, io ho costantemente sonno e con questo non sto dicendo che questo bambino sia uno sbaglio no, assolutamente no, io voglio questo bambino più di ogni altra cosa al mondo"
Annuisce. "Ok, forse siamo entrambi ancora stressati per il viaggio..." si siede sul bordo del letto. "E ce la prediamo per delle stupidaggini"
"No, sei te che te la prendi per delle stupidaggini, non incolpare me"
"Mi devo scusare?"
Annuisco.
"Sei seria?"
"Mai stata più seria di così"
Alza gli occhi al cielo.
"Io credo che tu non te ne renda conto di quello che sta succedendo, come d'altronde non te ne sei reso conto con Kayla finché la mia pancia non ha iniziato a crescere"
"Cosa stai cercando di dire?"
"Niente, lascia perdere"
"Fammi capire, tu pensi che io non mi renda conto che sto per diventare padre per la seconda volta?"
"Vuoi la verità? Si James, è quello che penso... Passi dall'euforia del risultato del test di gravidanza al niente"
Si alza di nuovo in piedi, prende la giacca dalla sedia e annuisce. "Forse è meglio che per qualche ora restiamo separati"
"O forse è meglio che tu risponda ad un'ultima domanda..." lo guardo dritto negli occhi. "Vuoi davvero questo bambino, James?"
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