Atto ventinovesimo

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~Lucy Dayn~

Aprii gli occhi piano piano, ero in una stanza tutta bianca e sentivo un dolore allucinante al ventre.
Alzai lo sguardo e vidi dei fili che mi tenevano legata al lettino, cercai di alzarmi ma non avevo neanche le forze.
"Lucy!"
Sentii l'eco della vice rimbombarmi in testa. Sgranai gli occhi e vidi un dottore.
Lui si avvicinò. "Sono Peter, il ragazzo che ti ha aiutato con le buste ricordi?? Ti ho operato io."
Io mi toccai subito la pancia e la sentivo in un certo senso... vuota. 
"Dov'è mio figlio?" Cercai di dire, erano particolarmente stordita.
"Mark l'ha portata con se."
"E lui dov'è?" Chiesi.
"Non ci pensare, devi riposare."
"No, io non riposo!! Voglio vedere il mio bambino." Gridai.
Poi dalla porta vidi un ragazzino all'incirca dell'età di Bella, il bambino andò subito via e lo sentii chiamare il nome di Mark, come faceva a sapere il suo nome?!

***

Vidi Mark entrare nella stanza, i suoi occhi mi tranquillizzarono.
Cercai di alzarmi dal letto, ma Peter mi fermò.
"Non può alzarsi?" Chiese Mark al dottore.
"Ancora no."
Mark allora si avvicinò a me e mi fece sdraiare con calma.

"Mark... come sta il bambino?" Chiesi iniziando a piangere.
"Sta bene, è casa con Max. È un bravo zio." Disse lui con la voce rotta.
Io gli accarezzai la guancia e mi accorsi che era molto più magro di prima e aveva gli occhi rossi.
Peter uscì dalla stanza mentre Mark si avvicinò a me per baciarmi.
Era delicato e dolce, non capivo bene cosa stesse succedendo.
"Mark..."
Lui si allontanò, adesso aveva gli occhi tutti lucidi.
"Mark... che succede?" Chiesi.
"Sono passati tre giorni dall'operazione. Mi hanno detto che hai perso molto sangue e avevo paura -delle lacrime scesero dal suo volto.- avevo paura di perderti, non riuscivo più..."
Lo fermai subito, lo avvicinai a me e lo baciai con più passione, unii la mia lingua alla sua e subito sentii in fuoco dentro di me. Mi mancavano le sue labbra, il suo sapore.
Subito lo schermo che registrava il mio battito cardiaco aumentò il ritmo e Peter corse a vedere cosa stesse succedendo.
Io e Mark cominciammo a ridere guardandoci negli occhi, poi notai lo stesso ragazzino di prima.

"Lui è Daniel." Disse Mark presentandoci.
"Ciao." Fece il bambino.
"Ciao." Risposi. Era proprio il nome che avrei dato a mio figlio se fosse stato maschio. A proposito!!
"E nostro figlio?!" Chiesi.
"È femmina, Daisy." Disse.
Avevo così  tanta voglio di vederla!
"Dottore, quanto ancora dovrò restare qui?" Chiesi.
"Beh, finché non è in forze." Rispose Peter.
"Io vorrei tornare a casa." Dissi io guardandomi le mani.
"E se riposasse a casa da noi non sarebbe uguale?" Chiese Mark.
"Si. Ma non ti sforzare." Fece il dottore.

Mark poi mi prese in braccio, come le principesse. Avevo dimenticato quanto le sue braccia fossero forti, mi sentivo come una foglia trasportata dal vento. Addosso avevo dei pantaloncini ed una maglietta leggera.
Mark mi fece arrivare sino alla macchina, che era parcheggiata vicino il suo lavoro.
Mi fece sedere al posto del passeggero.

Daniel intanto ci fissava triste.
"Hey,  che fai li in piedi?" Chiesi.
"Aspetto che andate via."
"Sali e non dire cazzate." Fece Mark aprendo la portiera.
"Niente parolacce!" Lo rimproverai.
Mark allora sorrise mettendo in moto.

***

Durante il tragitto io fissai e lui sentendosi osservato mi guardo di sfuggita.
"Ti amo." Gli dissi a bassa voce quando i nostri occhi si incontrarono, sapevo che quelle semplici parole gli fossero mancate.

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Ho pubblicato adesso per fare un piccolo regalo ad una fantastica lettrice in questo giorno speciale, il suo compleanno.

Colgo l'occasione per ringraziare davvero TUTTI per l'appoggio che mi date ogni giorno e per i sorrisi che mi strappate con ogni vostro commento.

Grazie.
Un bacio,
Romina.

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