Capitolo 9

58 5 0
                                    

"Ti prego, no"
Paolo mi guarda con un ghigno sulla bocca e gli occhi iniettato di sangue.
"sei proprio una puttanella. Ti meriti tutto questo."
Lo vedo sfilarsi la cinta di cuoio dai pantaloni, e io so perfettamente cosa sta per succedere.
É quello che succede tutte le volte che torna a casa ubriaco o completamente fatto di qualche droga, come questa volta.
Sono stesa per terra e mi porto le ginocchia al petto e le circondo con le braccia, cercando di raggomitolarmi e farmi più piccola possibile, singhiozzando e implorando, con le lacrime che mi scorrono sulle guance, attendo la prima di molte frustate.

Mi sveglio di soprassalto ansimando e completamente ricoperta di sudore. Ingenuamente speravo che cambiano aria e allontanarmi dalla mia città, avrei allontanato anche i brutti ricordi e sopratutto gli incubi che mi tengono sveglia la notte.
Faccio dei respiri profondi per calmare il mio fiato ancora ansimante e mi passo le mani sulla faccia accorgendomi che ho le guance umide.
Quandomi sono finalmente calmata, scendo dal letto con un sospiro rumoroso, guardo la sveglia sul comodino accanto al letto e noto che sono le 5.30 della mattina.
Decido di scendere dal letto, tanto so che riprendere sonno sarebbe impossibile.
Mi dirigo in bagno per farmi una doccia sperando di cancellare il ricordo dell'incubo e delle mani di Paolo su di me.
Entro in bagno e mi guardo allo specchio. Sussulto nel vedermi riflessa:occhi rossi e gonfi e occhiaie scure dovute al poco dormire e al pianto notturno, e il naso è talmente rosso da sembrare Rudolph, la renna di babbo natale.
Scuoto la testa ancora con gli occhi fissi sul mio riflesso.
<<Non sei più quella ragazza. Non sei più quella ragazza. Non sei più quella ragazza.>>
Ripeto più volte ad alta voce come un mantra, magari se me lo ridico spesso inizio a crederci veramente.
Sarai sempre quella ragazza.
Sospiro ed entro nella doccia, riprendendo la mia routine quotidiana.

Arrivata al ristorante vengo accolta da una spumeggiante Sophia <<sei proprio uno straccio oggi, Mel!>> mi dice squadrandomi da capo a piedi con una smorfia.
<<Grazie, Sophia. Tu si che sai come far sentire bene le persone>> gli dico con ironia e alzando gli oggi al cielo. Solitamente mi piace la sua schiettezza nel dire sempre quello che pensa, ma oggi non è proprio giornata.
<<Ehi! Dovresti ringraziarmi!>>
La guardo interrogativa, e leggermente scocciata. No, oggi non è proprio giornata visto come è iniziata. <<ringraziarti per cosa esattamente? Per farmi sentire ancora più di merda rispetto a come mi sento già?>> gli rispondo tra i denti.
Mi guarda con aria sconvolta. Da quando mi conosce non mi ha mai visto litigare con nessuno o rispondere in malo modo a qualcuno, anche alle provocazioni provo sempre a rispondere con un sorriso. Quindi questo mio comportamento di oggi deve essere proprio inaspettato per lei.
Mi guarda attentamente con un sopracciglio alzato, probabilmente cercando di capire cosa c'é di sbagliato in me.
Tutto in te é sbagliato.
Scuote la testa ed alza le mani in segno di resa.
Sei proprio una stronza!
Consapevole di aver reagito male, faccio un respiro profondo <<Mi dispiace. Scusa, davvero. Ieri sera ho lavorato fino a tardi e questa notte non ho dormito molto.>>
Mi guarda con diffidenza <<sei sicura? Sei solo stanca?>>
<<certo>>gli dico accennando un sorriso <<Sono solo stanca>>mento.
Tecnicamente non è una bugia. Sono davvero stanca e ieri sera è stata una lunga serata, quindi non ho del tutto mentito.
<<ok>>mi dice ancora poco convinta.
Gli sorrido e gli dico che vado a prepararmi e a cercare Josh. Sono indecisa se raccontargli di Logan.
Non mi piace nascondere le cose a Josh, a parte il mio passato ovviamente, ma da quando ci conosciamo e siamo diventati grandi amici, non gli ho mai mentito, non mi sembra giusto nei suoi confronti dopo tutto quello che ha fatto per me, ma sono convinta che non rivedrò più Logan quindi decido che è inutile raccontarglielo.
Lo trovo in cucina a parlare con Pablo, lo chef.
Quando mi vede mi viene incontro stringendomi in un calorosa abbraccio.
Adoro gli abbracci di Josh.
Sento gli occhi che si inumidiscono; era proprio quello di cui avevo bisogno oggi.
Mi libera dall'abbraccio e mi prende la testa tra le mani, studiando lamia faccia.
<<so cosa stai per dirmi>> lo anticipo <<stai per dirmi che ho una faccia di schifo. Me lo ha già fatto notare Sophia>> gli rispondo con un sorriso che si trasforma in una smorfia.
<<sai che puoi dirmi tutto vero?>> mi dice Josh con tenerezza.
Sbatto velocemente le palpebre per cacciare indietro le lacrime che tentano di uscire. Davvero non so come ho fatto finora senza di lui.
Josh in questi pochi mesi che ci conosciamo non solo è diventato il mio migliore amico, ma anche un fratello.
Ma ho davvero paura di raccontargli tutto del mio passato. Ho provato più volte a parlargli, ma le mie insicurezze vincono sempre la battaglia contro me stessa.
<<lo so>> gli rispondo sussurrando e guardandolo negli occhi.
<<E grazie>> aggiungo.
Il suo sguardo si fa' interrogativo <<per cosa?>> chiede.
<<Per volermi bene>> sento una lacrima scorrermi sulla guancia.
Mi guarda con dolcezza e mi asciuga le lacrime passandoci il police e accarezzandomi dolcemente.
Noto che anche lui ha gli occhi lucidi <<Credimi, è un piacere>> mi dice mentre mi stringe nuovamente in un grande abbraccio.
Quando ci stacchiama dall'abbraccio Josh mi stampa un bacio su ciascuna guancia e poi sulla fronte, poi mi prende una mano e intrecciamo e dita.
<<sei sicura di star bene?>> chiede nuovamente.
<<si certo. Non far caso a me. É quel periodo del mese e i miei ormoni sono in subbuglio>> gli dico cercando di giustificare il mio comportamento.
Josh sembra credere alle mie parole smettendosi di preoccuparsi per me, almeno per oggi
Alcune volte é davvero comodo essere una donna e dare la colpa agli ormoni impazziti per il nostro strano comportamento.

I was born to love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora