Capitolo 1

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Le sue grandi mani percorsero tutte le curve del mio corpo e lentamente incominciò a slacciarmi la camicetta portando alla luce il reggiseno di pizzo nero. Nel frattempo con la sua bocca percorse tutta la linea della mia mascella, fino ad arrivare dietro all'orecchio in quel punto che mi fa fremere tutta.
Le sue mani dal mio seno iniziarono a scendere verso il basso, fino ad arrivare al bordo dei miei pantaloni, me li slacciò e li fece scendere sulle gambe. Levati i pantaloni si concentro di nuovo sul mio basso ventre e iniziò a giocare con il bordo delle mie mutandine facendomi tremare tutta di desiderio e poi finalmente con quelle sue enormi mani....

DriiiiinDriiiiiin
<<Dannazione!! la sveglia!! proprio sul più bello!>>
A fatica apro gli occhi con ancora le immagini impresse nella mente di quel bellissimo corpo fatto di addominali scolpiti e grandi mani...mmm quelle mani...da sogno. Appunto da sogno! Perchè la realtà è ben diversa, nella realtà non esiste nessun "Mr.Magnifico dalle grandi mani".

L'unico uomo della mia vita è Dexter, per gli amici Dex, un cagnolino tutto pelo che ho trovato abbandonato, spaurito e affamato pochi giorni dopo essermi trasferita qui, avevamo molto in comune, quindi l'ho preso e me lo sono portato a casa.

Come se sapesse che stavo pensando a lui, eccolo che sale sul letto e mi da' il suo speciale buongiorno leccandomi la faccia << smettila piccolo delinquente! Voglio almeno un appuntamento galante, prima di esser ricoperta di saliva!>> gli dico ridendo. Con riluttanza mi alzo da letto e mi dirigo nella mia piccola cucina per prepararmi un bel caffè per svegliarmi per bene e metto da mangiare a Dex che mi segue scodinzolando spettando di essere sfamato.

Appena finito di bere il caffè mi preparo per portare fuori il cane e fare la nostra passeggiata mattutina. Ormai le mie giornate sono fatte da routine quotidiane: dormire, accudire Dexter e lavorare. Non ho tempo materiale per fare altro.

Tornata dal giro, durante il quale non abbiamo incontrato anima viva, mi cambio e in poco tempo sono pronta per andare a lavoro.
Esco dal portone del mio condominio malmesso, ovviamente sta piovendo e sbuffando mi avvio verso il ristorante dove lavoro.

Sono circa sette mesi che sono venuta a vivere qui in America, nella piovosa Seattle e ancora non credo di essermi abituata a tutta questa pioggia.
Sono nata in Italia 21 anni fa in una città vicino Roma.
Ora vi starete chiedendo "per quale diavolo di motivo si è trasferita a Seattle, dove piove due giorni su due, quando abitava nella soleggiata e calda Roma?.
Devo ammettere che sotto questo punto di vista non sembra una mossa molto intelligente, ma avevo i miei validi motivi: diciamo che volevo mettere più chilometri possibili dal mio passato e ho pensato che un oceano poteva essere più che sufficiente. Per la scelta della città in cui costruirmi la mia nuova vita è stata in verità una scelta del tutto casuale: Il giorno che ebbi l'illuminazione e decisi che volevo dare una svolta alla mia vita e sperare di dimenticare tutti gli avvenimenti passati, mi trovavo ad aspettare la metro in una fermata nel centro di Roma.Stavo sfogliando una rivista, di cui non ricordo nemmeno il titolo,e mi imbattei in una foto della città di Seattle. In realtà non so cosa attirò la mia attenzione, ma improvvisamente seppi che quella poteva essere la città ideale per ricominciare. Così, due settimane dopo ero su un aereo di sola andata, per l'America, senza un piano ben preciso e con pochi spicci in tasca, avendo speso la maggior parte dei risparmi per il biglietto dell'aereo.Quindi eccomi qui, vivo ancora a Seattle e lavoro come cameriera in un ristorante a qualche isolato da casa e, il fine settimana, come barista in un club dall'altra parte della città.Perchè faccio due lavori? Semplice, ho bisogno di soldi. Non ho nessuno che può aiutarmi nei momenti difficili quindi devo contare solo su di me.
La mia vita sociale? Potrei descriverla con una sola parola:Inesistenze.
Si direi che è la parola perfetta.

Nota:

Ciao a tutti! Questo è la prima storia che provo a scrivere e spero che vi piaccia e che andrete avanti con la lettura. Ho scritto questa storia per far comprendere a tutti coloro che la leggeranno che a volte il nostro peggior nemico, siamo noi stessi.

Buona Lettura.

I was born to love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora