Capitolo 6

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La mattina seguente vengo svegliata da Dex che cerca di infilare il muso dentro la mia maglietta del pigiama, faccio finta di niente sperando che mi lasci dormire una mezz'oretta in più visto che, essendo sabato, non devo andare al ristorante fino al pomeriggio.
Dex continua nel tentativo di svegliarmi quindi non mi rimane che alzarmi e prepararmi per portarlo fuori.

Ritornata dalla passeggiata, avendo la mattinata libera, e rimettermi a dormire è impossibile, decido di dare una pulita all'appartamento visto che sembra che ci sia scoppiata una bomba: vestiti ovunque, cartoni di cibo d'asporto ancora sul tavolo della cucina e non voglio nemmeno pensare cosa possa esserci dentro il frigorifero.
Probabilmente quelle verdure che stanno li da più di una settimana hanno assunto vita propria.
Con una smorfia decido di iniziare da li.
Via il dente via il dolore.

Verso l'ora di pranzo ho tirato a lucido tutto l'appartamento, e considerando che è composto da una camera da letto, un salottino e un angolo da cucina, mi ci è voluto anche troppo tempo per pulirlo,ma era davvero ridotto male poichè non ho mai tempo durante la settimana di sistemarlo.
Ok,ok, lo ammetto, è solo una scusa quella del lavorare troppo. Non sono mai stata una maniaca dell'ordine e, da quando vivo da sola, ho la tendenza a rimandare le pulizie fino allo stretto necessario.

Soddisfatta del lavoro, mi preparo un panino al volo per pranzo, mangiandolo velocemente e poi, mi dirigo in bagno per darmi una lavata e togliermi tutto il sudore di dosso.
Avendo ancora un po' di tempo prima di uscire, decido di prendermela con calma e di rilassarmi facendomi un bagno anziché la doccia.

Sommersa fino al collo dall'acqua calda, mi torna in mente un periodo di qualche tempo fa, quando un bagno caldo era un lusso che non sempre mi riuscivo a permettermi, a dire il vero anche fare una doccia tutti i giorni era qualche cosa che non sempre riuscivo a fare.

Non ci pensare Mel. Ormai è tutto passato, non sei più quella ragazza.

Sento una lacrima che scorre sulla guancia, scuoto la testa sperando discacciare via tutti i ricordi che mi stanno opprimendo e decido di indirizzare i miei pensieri su altro.
Mi ritorna in mente la conversazione con Max di ieri sera.
"Ti sei costruita intorno un muro che non fai attraversare a nessuno".
Rifletto sulle sue parole.
Ha ragione?
Sospiro perchè so già la risposta. Si, ha ragione, cerco di non far avvicinare nessuno.

Anche con Josh, nonostante siamo diventati grandi amici e mi sono legata profondamente con lui, non sono stata del tutto sincera. Ovvio,conosce parte del mio passato, sa che ho avuto un'infanzia difficile:mio padre abbandonò me e mia madre, quando avevo più o meno sei anni, perchè non era pronto per fare il genitore e si sentiva oppresso dalla vita con noi e da quel momento, vivere con mia madre è stato un inferno.

Dava la colpa a me se ci aveva abbandonati, perchè, secondo lei, non ero una brava figlia e portavo solo problemi.
Sono stata un errore di gioventù dei miei genitori, mio padre voleva sbarazzarsi di me, ma mia madre volle farmi nascere, ovviamente non perchè mi voleva davvero, sia chiaro, ma perchè credeva che avendomi, mio padre sarebbe stato con lei per sempre. Chiaramente,secondo lei la colpa dell'abbandono era solo mia, e credetemi, l'ho creduto anche io per tanto tempo. Ho cercato di essere la figlia perfetta, ottimi voti, non mi cacciavo mai nei guai, le facevo trovare la cena pronta tutte le sere quando tornava dal lavoro, ma qualsiasi cosa facessi non era abbastanza e trovava sempre un motivo per screditarmi e urlarmi contro.

Solo questa parte della mia vita sono riuscita a raccontare a Josh. Ho mentito su quello che mi è successo dopo. No, mentire non è la parola giusta, direi che ho omesso. Si, diciamo che ho omesso la parte peggiore. Da quando mia madre riprese ad uscire con gli uomini,la situazione è degenerata ulteriormente fino a portarmi all'inferno con l'arrivo di Paolo...

Sussulto sentendo Dex abbaiare nel salotto. Guardo il piccolo orologio accanto al lavandino e mi accordo che è più di mezz'ora che sono nella vasca.

Merda! È tardi!

Esco dalla vasca e mi precipito in camera per prepararmi per il lavoro.
Mi infilo velocemente un jeans scuro e la prima maglia che trovo nel cassetto, raccolgo i lunghi capelli ancora bagnati, disordinatamente sulla testa e sono pronta. Corro in cucina, metto il pranzo a Dex, lo saluto tirandogli un bacio e mi precipito a lavoro.

Pochi minuti dopo, entro frettolosamente dalla porta del ristorante e vado a sbattere contro il massiccio petto di Josh.
<<ouch!>>esclamo massaggiandomi il naso.
<<ehi patatina, tutto bene? Ti sei fatta male?>> mi domanda Josh con voce preoccupata.
<<Si,si, sto bene non preoccuparti. Non ti avevo visto, scusa>>rispondo con affanno dato dalla corsa.
<<nessun problema.>>dice sorridendomi. Poi aggiunge <<Dai muovi quel bel culetto che ci sono tanti tavoli occupati e non ce la faccio a farli da solo.>>. Mi da una rumorosa pacca sul sedere e riprende a lavorare.

Massaggiandomi il sedere mi dirigo in cucina per prendere il grembiule e salutare il resto dello staff.

La giornata scorre velocemente. Io e Josh non abbiamo un minuto libero per tutto il pomeriggio per parlare e riprendere fiato. Volevo chiedergli se era riuscito a sistemare la situazione con Alex, ma in men che non si dica mi ritrovo a dovermene andare per iniziare il turno al club.

Saluto velocemente tutti e mi avvio alla fermata dell'autobus più vicina.
Arrivo imprecando perchè ho venti minuti di ritardo, colpa del traffico, e vedo che all'entrata del locale stanno già iniziando a far entrare le persone.
Mi dirigo in fretta verso il bancone del bar salutando Max e scusandomi del ritardo.

<<Nessun problema, Mel.>> mi risponde facendomi l'occhiolino.
Gli faccio un sorriso e mi concentro sulle persone che si stanno radunando di fronte al bar.

Dopo un tempo che sembra non passare mai, e dopo un centinaio di cocktail dopo, sento la sensazione di qualcuno che mi sta osservando. Continuo a preparare da bere senza dargli troppa importanza, ma questa sensazione non tende a sparire. Sposto lo sguardo verso sinistra, ma nessuno sembra far caso a me, allora giro lo sguardo verso destra emi ritrovo intrappolata negli occhi più blu che abbia mai visto.

Logan.

I was born to love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora