Capitolo 30

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<<Forse è meglio sederci sul divano. Sarà una lunga conversazione.>> Dico guardando Logan, che non si è mosso dalla cucina.

Poso il bicchiere sul mobiletto del bar e poi mi dirigo verso il divano, dove mi siedo pesantemente prendendomi la testa tra le mani.

Sento il divano affondarsi sotto il peso di Logan mentre si siede di fianco a me posandomi una mano sulla schiena.

<<Ti ho raccontato già di mia madre, che un giorno improvvisamente sono tornata a casa da scuola e non l'ho più trovata. E da allora non l'ho più vista. Devi sapere che il rapporto con mia madre non è stato mai idilliaco, dava la colpa a me per l'abbandono di mio padre. Non ha mai compreso che mio padre non era pronto ad avere una famiglia, ci ha provato, di questo gliene devo dare atto, ma alla fine non ha resistito e se ne andato.>> faccio una pausa per calmare leggermente il mio respiro che si è fatto affannoso, poi continuo<<Non gliene faccio una colpa, era giovane, come ho detto non era pronto per affrontare tutto quello, ma mia madre non ha mai capito tutto questo, e dava la colpa a me per tutto. Qualunque cosa facessi lei mi sgridava, mi criticava, mi diceva che ero buona a nulla e che nessuno mi avrebbe mai voluta. Mi odiava.>> sussurro mentre una lacrima scende sulla mia guancia.

<<Mel...>> sussurra Logan facendomi girare la testa verso di lui e asciugandomi il viso.

<<Alla fine mi ero abituata a tutta quella situazione>>dico stringendomi nelle spalle <<praticamente stavo a casa solo per dormire, per il resto cercavo di tenermi il più lontano possibile da casa, perchè mia madre aveva l'abitudine di portarsi a casa i suoi amanti e non gli piaceva avermi tra i piedi quando se li doveva scopare>> rivelo con rabbia.
Sento Logan irrigidirsi a fianco a me per la rivelazione.

Gli prendo la mano per tranquillizzarlo, perchè non è questa la parte peggiore della storia e, da quella stretta, prendo il coraggio necessario per continuare.
<<le cose andarono così per molto tempo. Ma a me in fondo andava bene, non mi importava cosa faceva, o chi si faceva, l'importante era non trovarci nello stesso posto nello stesso momento. Io la evitavo e lei evitava me. Passavo le mie mattine a scuola, i pomeriggi tra la piscina e casa di Marco e la sera rientravo a casa quando mia madre era uscita per cercare la sua prossima vittima>> respiro profondamente e stancamente.

<<Chi era Marco?>> domanda con curiosità Logan.
Un sorriso triste affiora sulle mie labbra all'immagine della faccia sorridente di Marco che appare davanti ai miei occhi.

<<è stata la persona più importante della mia vita, senza di lui non ce l'avrei mai fatta.>> rivelo
<<Era il tuo ragazzo?>> domanda Logan con uno strano tono.
Mi giro ad osservarlo e noto la mascella serrata e la postura tesa.

<<No, non siamo mai stati insieme>>gli dico stringendogli la mano e vedo il suo sguardo posarsi su di me e addolcirsi.

<<Ti ricordi la foto che hai notato quando sei venuto nel mio appartamento la prima volta?>> faccio una pausa aspettando un suo cenno di conferma
<<quello era Marco>> la tensione non abbandona il corpo di Logan

<<gli devo tutto a Marco. Siamo amici fin da quando eravamo bambini. Sai... una volta abbiamo provato a stare insieme>> rivelo cercando di stemperare la tensione che si è creata intorno a noi.
Trattengo un sorriso quando sento la sua mano stringere la mia fino a farmi male <<Ma non avevo qualcosa di essenziale per lui>>
<<cosa?>>
<<Un pene>> rivelo con sorrisetto.
Noto tutta la tensione lasciare il corpo di Logan, rilassandosi e abbandonandosi contro lo schienale del divano espirando rumorosamente.

<<Merda>> dice passandosi la mano libera tra i capelli<< è davvero strano per me sentirmi così geloso>> rivela facendomi trattenere il fiato e aumentare i battiti del cuore.
<<sei geloso?>> chiedo conferma sussurrando timidamente.

Logan lascia la mia mano facendomi sentire subito la sua mancanza, che dura poco perchè con delicatezza mi prende in braccio e mi posiziona sulle sue gambe circondandomi la vita con le braccia

<<Mel, impazzirei nel saperti con un altro uomo>>rivela dandomi un tenero bacio sulla fronte.
Per un momento restiamo così, abbracciati senza dire niente, persi nei rispettivi pensieri.
<<Non era tutta qui, la tua storia. Vero?>> Chiede appoggiando le labbra sulla mia fronte.
<<No>> sospiro <<sei pronto a conoscere cose che solo chi ne è coinvolto conosce?>>

I was born to love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora