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Pov.James

Avevo evitato di partecipare alle prove lasciando Josh ad occuparsi di tutto, avevo bisogno di riflettere, il suo sapore era un mix di erotismo e innocenza sconvolgente, e dovevo stare attento.

Samantha si era presentata a casa mia, era una mia ex conquista, ma eravamo rimasti in buoni rapporti, sapeva che non volevo e non potevo offrire niente di più che del sesso, e lei si accontentava.
L'ho portata al locale perché gli promisi che l'avrei fatto, ed ha insistito tanto che per non essere rotto le palle l'ho trascinata, era come una bambina viziata, e quelle come lei erano la mia valvola di sfogo.

Ho evitato di guardare Cindy mentre ballava, con quel corpetto dannatamente stretto, ma l'occhio cadeva sempre verso il suo corpo, potevo ancora sentire l'odore della sua pelle e la sua morbidezza.
"J. Allora dimmi, è un po' di tempo che non ci frequentiamo, qualche nuova preda?" Si portò una ciocca corvino dietro l'orecchio, sbattendo le folte ciglia la maggior parte finte, come la sua anima.
"Non sono cose che ti riguardano Sam" l'ammoni portandomi il bicchiere di whisky alle labbra, prendendone una sorsata.
"Un tempo non eri così J." Si avvicinò premendo una mano sul mio petto.
"Esatto un tempo, le persone cambiano" ammisi sbuffando, cercando di togliere la sua mano dal mio petto, era fredda, non era la mano di Cindy, nessuna era lei.
"Non te J., tu non cambierai mai, e lo sappiamo entrambi, è la nostra natura" si fece ancora più vicina accostandosi al mio orecchio, "non ti ostinare ad essere...ciò che non sei" mi leccò il lobo come se fosse la cosa più buona che avesse mai assaggiato.
La presi per dietro la nuca stringendo, ma l'eccitava ancora di più la cosa.
"Vedi? Non sei cambiato" si scansò divertita, prendendo un sorso del suo liquido.
Era intenta in una conversazione, e mi girai, le sue pietre erano puntate su di me, come schegge di smeraldo che trafiggevano l'anima.
Sam riportò la sua attenzione verso di me, mi cinse il collo con le lunghe braccia e mi baciò, insinuando la sua lingua che sapeva di alcool e tabacco intrecciandola con la mia, non volevo pensarla, era lì e dovevo evitarla.
Quando mi staccai Samantha mi sorrise soddisfatta, ricambia il sorriso per cortesia, non ero contento di ciò che avevo fatto.
Mi voltai di nuovo, ma era persa ad ascoltare Cody e Katy, probabilmente non aveva visto, e forse da una parte mi sentivo sollevato da tutto ciò. Afferrai il polso di Samantha e mi diressi verso la macchina.
Gli aprì lo sportello e la feci accomodare, richiudendolo con veemenza.
"James...lo so che mi vuoi" si protese in avanti portando la sua mano sul mio membro.
La scansai con violenza,
"Non voglio un cazzo...ti riporto a casa, hai visto abbastanza" innestai la prima e partì, mentre sbuffava abbandonandosi sul sedile.
"Beh puoi scendere" asserii accendendomi una sigaretta, aspirando la prima boccata come se fosse una linfa che mi teneva in vita.
"J. Io...credevo, e dai insomma" si voltò dalla mia parte mettendo su un cazzo di broncio.
"Credevi male, scendi Sam se non vuoi che ti faccia scendere con le cattive" ribattei stringendo la mano sul volante talmente forte da farmi diventare le nocche bianche.
Batté i palmi sulle sue cosce nude, alzandoli in aria in segno di resa,
"Bene, come ti pare...un tempo non mi avresti detto di no" aprii lo sportello mettendo un piede fuori fermandosi successivamente.
"Beh...non dici niente?" Mi portai una mano sulla fronte, ero esasperato, mi stavo incazzando e non era un buon segno.
"No...cazzo, non ho un cazzo da dirti, vai via" specificai con la mano.
"Stronzo" chiuse furiosamente lo sportello,
"Ultimamente è l'aggettivo che mi descrive meglio" rivelai con un sorriso beffardo, lanciando con due dita il mozzicone, partendo.

Mi fermai davanti al pub di Alex. Volevo davvero tornare ad ubriacarmi? Ad essere un mostro? Non sapevo nemmeno più io cos'ero.
"James, cazzo, grande...come butta?" Mi tirò una pacca sulla spalla, sorridendomi, scuotendo la testa incredulo.
"Max, tutto ok, te? Sempre il solito cazzone vedo" feci cenno con la testa verso il tavolino dove erano seduti quelli che un tempo erano 'miei amici'.
"Le vecchie abitudini non si perdono mai" rivelò, rigettando fumo al sapore di Marijuana, quel sapore che ho tanto amato.
"Vuoi?" Mi chiese porgendomela. La presi tra il pollice e l'indice aspirando una boccata, rigettando la nube grigia in aria.
"Grazie" gliela riporsi notando il suo sorriso divertito,
"Dai unisciti a noi" mi pregò dirigendosi verso il tavolo, per prendere un sorso dal boccale di birra.
"No, vado di fretta...sono passato per salutare Alex" rivelai, buttando un occhiata verso il bancone.
"È sul retro, sta sistemando la merce" mi fece un occhiolino d'intesa.
"Grazie Max" gli resi la pacca sulla spalla.
"Quando vuoi sono qui...grande" disse mentre mi diressi nel retro.
"Ragazzi, non potete entrare"  gridò Alex prendendo una cassa di legno da dentro il furgone, quando si voltò e mi vide.
"Oh, James...non credevo di rivederti così presto" si pulì le mani al grembiule, porgendomi la mano, stringendo saldamente la presa.
"Ero da queste parti" mentii, sotto il suo sguardo indagatore.
"Ragazzo ti conosco bene" incrociò le braccia tatuate al petto.
"Rudy...l'hai visto?" Sputai con rabbia quel nome, che mi ripugnava.
"È a fare delle commissioni in Messico" mi rivelò con tono cupo,
"James, non ti confondere di nuovo con questa gente" aggiunse portando una mano sulla mia spalla.
"Tranquillo Alex, è una questione di famiglia" puntualizzai passandomi una mano tra i capelli.
Lui annuì come era solito fare, l'abbracciai, gli ero riconoscente.
"Devo andare" lo salutai chiudendo il portone di ferro.

Girai in macchina, era l'unica cosa che mi rilassava, stavo quasi per tornare alla villa, quando sterzai e mi diressi da Cindy, avevo bisogno di vederla, di sentirla, di possederla, non era giusto ma era ciò che volevo.
Tirai fuori dalla tasca la copia della chiave, aprendola.
La vidi spuntare sgranando gli occhi incredula.
Dio, cazzo era una visione in vestaglia. Gli lasciava scoperto quel tanto che bastava per mandarmi a puttane il cervello.
Mi appoggiai alla colonna portandomi le mani in tasca, mi salì il magone in gola vedendola così, non parlò quindi decisi di rompere il silenzio che mi torturava.
"Dovrei evitarti, starti lontano in tutte le maniere. Non ci riesco, ho bisogno di sapere quanto sei pura Cindy, ne ho bisogno ora" rimase ferma, ma leggevo desiderio in quei frammenti di smeraldo.
Mi avvicinai facendola arretrare, quando finì con la schiena al muro.
"Io...James" balbettò così innocentemente da farmelo diventare duro.
"Tu cosa, Cindy?" Gli chiesi accostandomi al suo collo con un sorrisetto beffardo.
"Non...saprei" ammise, le lasciai un bacio sul collo sentendo che le sfuggì un gemito da quelle labbra, che volevo baciare.
"Non sapresti...interessante" le baciai di nuovo il collo, sapevo che stava esplodendo dal desiderio, vedevo come reagiva ai miei baci muovendosi ad ogni mio sfioramento contro la sua pelle calda. Le cinsi la sottile vita con il braccio attirandola contro il mio corpo, guardandola dritta in quelle pietre.
"Io..." Non riuscì a proferire parola, era così pura che non resistetti, le presi i polsi portandoli ai lati della sua testa tenendoli fermi con una mano, mentre con l'altra le slegai il fiocco della vestaglia.
Mi scansai per ammirarla.
"Dio, sei così bella cazzo" imprecai, aveva un completo in pizzo nero che mi faceva impazzire, su quella pelle diafana.
Non gli lascia tempo di ribattere, che m'impossessai della sua bocca morbida, scontrandomi con la sua lingua affamata quanto la mia. Sapevano di buono i suoi baci, avevano un sapore incredibile.
Le tolsi la vestaglia facendola rimanere in intimo, sollevandola di peso, stringeva le sue cosce intorno al mio bacino, era una sensazione straordinaria,
"James io...non so se sia una buona idea" disse tutto d'un fiato staccandosi dalle mie labbra.
"Lo vuoi quanto lo voglio io?" Le chiesi con il desiderio che mi stava consumando.
"Io..."

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