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Apri gli occhi stanchi, le palpebre sembravano pesanti, sentivo brusii di voci vicine ma lontane al mio udito, una luce fioca mi abbagliò la vista offuscata di per sé.
"Cindy, mio dio Cindy come ti senti?" Mi sentì prendere una mano fredda e stringerla a due palmi caldi, misi a fuoco, era Katy, il volto apprensivo,
"James" l'unica parole che mi uscii, il suo nome, i suoi occhi, li dovevo vedere, avevo bisogno di vedere lui per qualche strano motivo ignaro alla mia mente, ma il mio cuore ne aveva un disperata bisogno,
"Cindy che stai dicendo?" Katy mi guardò confusa, un Kevin gli mise la mano sulla spalla scansandola,
"Cindy chi è James?" Erano preoccupati, ed averli lì intorno non migliorava la
situazione, avevo ancora un forte mal di testa, premeva troppo contro la tempia,
"Dove sono?" Ero ancora scossa, flashback della sera prima mi ritornavano in mente, vari pezzi scollegati,
"Ti abbiamo riportato a casa, ti sei subito riaddormentata" intervenì Katy sfiorandomi la fronte imperlata di sudore,
"Chiamatemi Josh" sussurrai fievole, avevo la gola arida, Kevin compose il numero sul suo smartphone e me lo Poggiò all'orecchio.

"Pronto" la voce di Josh riecheggiò nel mio apparato uditivo,
"Ho bisogno di James" sbottai decisa, senza pensare prima di aprire la bocca, sembrava ossigeno il suo nome,
"Cindy? Come stai?" La voce preoccupata di Josh mi strani alquanto, non era sicuramente un tipo apprensivo, specialmente dopo ciò che mi aveva fatto, ma le sue scuse erano sincere e non volevo marciarci ancora,
"Bene, voglio James qui" replicai in tono risoluto, Katy e Kevin si guardarono, gli lanciai un occhiata, aspettavo una sua risposta, sembrava un eternità,
"Arriva subito" con quelle parole riattaccó.

Mi alzai dal letto, la testa girava ancora forte, ma l'effetto era svanito, dovevano essere passate almeno 4 ore, senti aprire la porta e mi voltai, le sue nubi grigie mi scrutarono, prima di chiudersi la porta alle spalle facendo uscire Katy e Kevin, dirigendosi a piccoli passi verso di me,
"Ciao Cindy" la sua voce ferma e gutturale mi fece sussultare, il mio nome uscito dalla sua bocca suonava come una melodia intensa, che non mi sarei mai stancata di ascoltare,
"Ciao James" sussurrai abbassando lo sguardo, lui si mise a sedere sulla sedia di fronte a me,
"Mi dispiace per ciò che ti è successo, é complicato, ma spero che non te ne andrai, abbiamo bisogno di te, incanti tutti su quel palco" alzai lo sguardo, i suoi occhi grigi e sinceri mi colpirono nel posto più sensibile, il mio cuore, si passó una mano sul volto stanco, aveva un accenno di occhiaie, segno che non aveva dormito un granché,
"Non me ne andrò, ho bisogno di questo lavoro, chi era quello?" Domandai decisa guardandolo più accuratamente, si mise una mano tra i capelli e spostò lo sguardo fuori dalla piccola finestra,
"Nessuno d'importante, prepara le tue cose, verrai a stare nel condominio sopra al locale, è di mia proprietà, non voglio saperti sola con Katy e quel ragazzo" il tono prepotente mi fece trasalire, si alzò prendendomi un braccio, che ritrassi subito,
"Io non vado da nessuna parte, voglio stare con Katy e Kevin, dimmi chi era Rudy, sembrava che vi conosceste molto bene" mi alzai mettendomi davanti a lui, lo sfidai con lo sguardo, scosse la testa infastidito, prendendomi per le spalle con le sue mani possenti, andando a inchiodare la mia schiena al muro, sussultai, appoggiò la sua fronte alla mia, mirandomi negli occhi, aveva il respiro corto,
"Ti ho già detto nessuno d'importante, starai in quel condominio, e non si discute" la sua voce roca e cupa m'intimorì, averlo così vicino non aiutava, sentivo il cuore andare troppo veloce, una corsa a perdifiato, mi passò il pollice all'angolo del labbro, chiusi gli occhi ansimando, quando li riaprì vidi i suoi pozzi profondi dentro di me, guardavano la mia anima,
"Sei così pura Cindy, mi spaventi" sussurrò penetrante a fior di labbra, lo guardai, le gambe stavano per cedermi, il corpo non rispondeva più ai segnali che mandava il cervello, erano due parti sconnesse, vibravo e ansimavo,
"S...spavento? Non capisco" replicai masticando le parole, con il naso sfiorò lo zigomo per scendere vicino all'orecchio, gemetti dolcemente,
"Non capiresti, sei un'anima pura" si scostò da me con un sorriso impertinente,
"Ti aspetto fuori" richiuse la porta, rimasi incollata a quel muro, come se non avessi più la capacità di muovermi, le gambe erano cementate, chiusi gli occhi per prendere un respiro, il primo da quando lui era entrato in questa stanza.

Katy appena varcai la soglia mi venne incontro abbracciandomi, mi strinse forte, tanto che per poco non respiravo più,
"Cindy ci mancherai, la casa sembrerà vuota senza di te" si scostò, una lacrima divenuta nera per via della matita solcò la guancia,
"Katy ci vedremo tutti i giorni, più privacy per te e Kevin" gli strizzai l'occhio, mi sarebbero mancate le loro chiacchierate, e i continui battibecchi mattutini che mi facevano spuntare un sorriso sincero, mi guardò rasserenandosi,
E mi picchiettò sulla spalla scherzosamente,
"Smettila non c'è nulla tra me e Kevin" le guance gli si colorarono di rosso, e un brillio degli occhi mi fece capire che ciò che diceva era esattamente il contrario, l'abbracciai prima di raggiungere James che mi guardava attraverso le lenti a specchio, dal finestrino della Ferrari.

Pov.James

Quando uscii da quella porta mi maledissi, era così pura e ingenua che non potevo resistere, imprecai silenziosamente, entrando in macchina tamburellando le mani sudate sul volante, come irrequieto e agitato, ero sicuro fosse la sua dolce presenza a mandarmi su di giri.
Non potevo lasciarla a casa di Kevin, se Rudy aveva una questione in sospeso l'aveva con me, aveva adocchiato la sua preda, era solito a sfidarmi, ma non gliel'avrei concesso, non con lei, e cazzo, la questione mi mandava in bestia, sentivo che mi apparteneva, e non me la sarei lasciata sfuggire.

La vidi arrivare, salutando Katy, le sue pietre verdi puntavano su di me ad ogni passo sinuoso, ero nervoso, nessuna mi faceva quell'effetto, e iniziavo a stancarmi di questa situazione, dovevo ritornare padrone di me stesso, sali in macchina lanciando il borsone dietro,
Mi fissò, non mi disturbai a girare il viso per ricambiare lo sguardo, innestai la prima e partì,
"Ti sentì più tranquillo ora" schiacciò il pulsante della radio, cercando una stazione, guardandomi con la cosa dell'occhio, non gli risposi,
"Pronto...parlo con te" mi richiamò, mi voltai, per togliergli il polpastrello dal pulsante per spegnere quella fottuta radio,
"Ehi..." Protestò quando gli misi una mano sulla bocca,
"puoi stare zitta un secondo?" La fulminai, riposando la mano sul cambio, era dannatamente bella anche incazzata,
"Sentì, ma che diritto hai di venire a casa di Kevin, portarmi via, fare il prepotente, il misterioso, cosa vuoi da me?" Non mi voltai, girai la macchina in un vicolo, sostando,
Mi avvicinai al suo viso, sentivo il suo respiro irregolare, vidi le sue pupille dilatarsi, sapevo che fremeva quanto me, di possederci, ma volevo tenerla sulle spine, doveva supplicarmi, e l'avrebbe fatto.
"James, cos..." Gli premei un dito sulle labbra carnose e morbide, facendolo scorrere fino al mento, sollevandolo con l'indice, mi avvicinai ancora di più al suo orecchio, il suo profumo era come droga, l'unica che non faceva male, ma anche l'unica che creava dipendenza,
"Vorrei tante cose, ma saresti disposta a darmele?" Si agitò, udivo solo il rumore dei nostri cuori, come tamburi, una canzone nostra,
"Io...cosa?, darti cosa James?" La sua voce sommessa, quasi per paura di essere sentita, mi fece venire voglia di prenderla, non avrei resistito ancora per molto,
"Quando sarai pronta lo saprai" gli sussurrai, soffiando lievemente sul l'incavo del collo, per poi scostarmi guardandola negli occhi, un luccichio accese quelle pietre verdi, spostò lo sguardo imbarazzata verso il finestrino, tornai a guidare, sapevo che prima o poi sarebbe stata mia, ma lei era diversa, e ancora non sapevo perché, avevo paura che piano, piano, mi avrebbe mandato a puttane il cervello, scacciai quel pensiero, continuando a guardare la strada, ormai eravamo quasi arrivati.

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