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James mi riaccompagnò a casa lasciandomi un lieve bacio sulle labbra.
Vidii Katy aspettarmi in cima alle scale sulla soglia della porta.

"Ci vediamo stasera, allora" confermò James, rivolgendomi un sorriso, mentre guardava Katy che si spostava da una gamba all'altra impaziente.
"Certo" puntualizzai, scendendo di macchina, vedendolo ripartire.

"Alla buon'ora, ti stavo aspettando, ma dove ti sei cacciata?!? Hai saltato le prove" disse in tono di rimprovero, mentre salivo i gradini, appoggiandomi al corrimano in ferro battuto.
"I vantaggi di frequentare il Capo" feci spallucce, vedendo il suo disappunto trasformarsi in una sonora risata.

Aprii la porta facendo passare avanti Katy.
"Vuoi qualcosa da bere?" Proposi mentre mi tolsi il vestito che sapeva di salsedine, e piccoli grumi di sabbia erano rimasti attaccati.
"Certo, gin" si alzò dal divano prendendo un bicchiere, mentre gli porsi la bottiglia di gin.
"Insomma...racconta" m'incitò divertita mentre prese una sorsata. Mi sciolsi i capelli bagnati e mi diressi in bagno.
"Cavolo Katy, giuro che è stata una giornata stupenda, mi ha portata al mare" mi fermai osservando i miei occhi risplendere allo specchio,poggiando i palmi al marmo del lavandino.
"Non ci sono mai stata al mare, mai" aggiunsi, mentre il ricordo di un'infanzia felice provava a farsi spazio, ma non poteva, perché non ricordavo niente di vagamente felice, neanche lontanamente.

Vidii Katy sbucare dallo stipite della porta. Mi asciugai la traccia di una lacrima con il dorso, scuotendo la testa sorridendo, ero felice ed era per questo che ero triste, avevo imparato che le cose belle non duravano per sempre, ed io però volevo credere il contrario.
"Ehi, va tutto bene dai, James mi sembra un bravo ragazzo" mi abbracciò, accarezzandomi i capelli. Mi scostai per annuire con la testa.
"Si hai ragione, non mi devo preoccupare, oggi sono stata davvero bene Katy" la guardai serena, sul suo volto spuntò un sorriso dolce e sincero, quello che riservava sempre per me.
"Lo so tesoro" puntualizzò, prendendomi per le spalle, com'era il suo solito fare, dirigendomi dentro il box doccia.
"Ed ora fatti un bel bagno, e dopo shopping" aggiunse canticchiando, chiudendo la tendina della doccia.

Mi lavai accuratamente, ripercorrendo le sue mani sul mio corpo, a quanto fosse stato capace di farmi abbandonare completamente, svuotare la testa da tutti i pensieri, era capace di farmi essere un tutt'uno con lui, ed il resto intorno si dissolveva.
Ballai sotto la doccia, cantando alla mia maniera le parole che mi ricordavo della canzone che passò in radio.
Uscii dalla doccia, infilandomi l'accappatoio, dirigendomi in cucina mentre mi frizionavo i capelli.
Vidii Katy osservare due biglietti, rigirandoli tra le mani, me li mostrò alzando un sopracciglio.
"Cosa sono?" Chiesi avvicinandomi al divano dove si era comodamente sistemata Katy.
"Dei biglietti per un ballo in maschera, stasera, me li ha portati Josh" esultò sorridente, porgendomeli.
"Giusto, il ballo di stasera, me l'ha detto James, ci saranno molti clienti che frequentano assiduamente il locale" ammisi, ricordandomi di ciò che mi disse James, ero troppo presa dal ricordami l'emozioni che quel pomeriggio avevo provato, emozioni che credevo non potessi mai provare in vita mia. Mi spuntò un sorriso, vedendo Katy scattare in piedi.
"Che aspetti a vestirti? Dobbiamo andare a comprare un costume per stasera" mi schernì spingendomi.
"Dio, ma mi spingerai per sempre così?" Scherzai ridendo, scuotendo la testa divertita, mentre apriva le ante dell'armadio, poggiando sul letto un Jeans strappato e un top nero corto.
"Esatto, hai parlato con Josh?" Chiese, chiudendo l'armadio, prendendo un rossetto che aveva nella borsa per ritoccarsi le labbra carnose.
M'incupii a quella domanda, perché sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare il discorso con lui, dopotutto eravamo in rapporti pacifici al momento. La fissai per una manciata d'istanti mordendomi il labbro.
"Veramente ancora no, devo trovare la situazione e il momento giusto Katy, non posso presentarmi da lui e dirgli 'oh sai, sono la tua sorellastra' " ribattei, infilandomi i Jeans attillati.
"Già, ma devi comunque parlargliene al più presto, e poi magari può essere contento di questa notizia" affermò Katy gesticolando.
"Già, il problema è che non lo sono io, resto al locale solo perché ho bisogno di soldi per mio padre" specificai indicandomi, ricordando il dolore che provai quel giorno quando lessi la lettera e mi nascosi in camera a piangere sapendo che non meritava le mie lacrime quella donna, che era felice mentre mio padre si consumava, che dedicava attenzioni ad un figlio che non ero io, e le promesse che feci al mio cuore e su quelle pagine di un piccolo diario malconcio.
"Lo affronteremo insieme" sussurrò fievole Katy, prendendo a spazzolarmi i capelli.

Pov.James

Lasciai Cindy a casa, parcheggiando la macchina, entrando nel locale.
Avevamo passato una giornata magnifica, il suo sapore era fantastico, era una droga di cui non potevo farne a meno, la sua pelle chiara al sole era lucente e ancora più bella.

"J. Allora la giornata?" Mi venne incontro Josh battendomi una mano sulla spalla.
"Bene Josh" ammisi, dirigendomi verso il balcone per versarmi un Cointreau.
"Ci hai dato dentro eh" scherzo Josh, appoggiando i gomiti al bancone, buttando un occhiata alle ballerine che provavano.
"Non sono cose che ti riguardano" lo ammonì, riposando la bottiglia sullo scaffale.
"E dai J. Mi hai sempre detto di tutte le tue scopate, e con lei vuoi iniziare a fare il timido?" Alzò le mani in aria divertito. Lo sapevo che mi stava provocando per il gusto di scherzare, ma mi faceva girare il cazzo.
"Non è una qualsiasi lei, e non ti azzardare a parlare come se fosse una puttana qualunque" mi avvicinai al bancone, sbattendo il pugno sul legno.
"Ok, calmati" disse in segno di resa Josh, aggiustandosi il collo della camicia.

"Come sono andate le prove?" Abbozzai, accendendomi una sigaretta, e una gliela porsi a Josh.
"Bene, sono pronte per stasera, ho portato due biglietti a Cindy, per lei e Katy" ammise riconcentrandosi sulle ragazze, rigettando il fumo.
"Loro non balleranno, sono con me, Cindy non ha bisogno del biglietto, Katy verrà accompagnata da Kevin" affermai, prendendo una sorsata del liquido ambrato.
"Hai più rivisto Rudy?" Chiese Josh girandosi verso di me serio.
La mia espressione serena si tramutò in rabbia pura al suono di quel nome.
"Si, al pub di Alexander, sta aspettando la sua parte del locale, e lo sai che non sono i soldi che vuole, ma gestirlo con me" affermai, spegnendo nervosamente la sigaretta.
"Ti vuoi lasciar confondere di nuovo da quella massa James?" Mi rimproverò Josh toccandomi l'avambraccio.
"No cazzo, ma sul testamento la parte del locale è anche sua, e devo rispettare il volere di mio padre" digrignai i denti, una rabbia mi montò al ripensare a mio Padre, se potevo definirlo tale, non si era più preoccupato per me.
"Sai che trafficherà droga illegale, immagazzinandola qui" guardai Josh preoccupato. Mi passai una mano tra i capelli frustrato.
"Lo so" affermai, alzandomi dalla sedia.
Uscii dal locale, dirigendomi verso casa. Ormai non potevo più rimandare, dovevo cedere la parte del locale a Rudy e confidare sull'aiuto di una delle persone che mi è stata più vicina in questi anni.

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Vorrei proporvi una storia appena iniziata che io trovo molto bella e intrigante di SoloAlaska "Io che non so amare"

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