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La luce che filtrava dalla finestra, illuminava la stanza riscaldando i nostri corpi nudi avvinghiati ancora dalla sera prima.

Non avevo mai dormito con nessuno, non ero mai appartenuta a qualcuno. La parola serenità non esisteva nel mio vocabolario, ma questa sensazione che provavo sicuramente si avvicinava a tale.

Sentii dei movimenti circolari con l'indice sulla mia caviglia. Mi svegliai aprendo lentamente gli occhi, muovendomi cauta sul materasso.

"Buongiorno Perla" mi sorrise fissandomi. Aveva il gomito appoggiato sul cuscino, e la mano a reggere la testa.
"Buongiorno, Da quant'è che sei sveglio?" Chiesi timidamente sorridendogli di rimando.
"Abbastanza da sapere che sei bellissima anche mentre dormi" mi avvicinò prendendo possesso delle mie labbra, dove le nostre lingue si trovarono coinvolte da un turbine di emozioni esplosive.
Ci staccammo affannati, la mattina aveva gli occhi ancora più lucenti, quasi argento, sarei rimasta a guardarlo per tutto il tempo.
Sentivo ancora l'indice disegnare cerchi sulla caviglia e buttai un' occhiata. Era la caviglia dove avevo il tatuaggio.

"S-t-r-o-n-g" scandì lentamente ogni singola lettera tatuata all'interno della rosa.
"Già" sussurrai fievole, e la tristezza si fece largo dentro di me al ricordo di quel tatuaggio. Era l'unico che avevo fatto appena compiuto 18 anni, con l'ultima misera paga che avevo ricevuto al Fast-Food.
La cicatrice per quanto l'avessi nel cuore, volevo tatuarmi il dolore su pelle.

"Come mai questo tatuaggio?" Chiese accarezzandomi il polpaccio lentamente con la mano.
Potevo confessargli tutto? mi fidavo di lui.
Inalai quanto più ossigeno mi fosse permesso e lo rigettai.
Gli occhi mi si appannarono lievemente, lacrime rimaste imprigionate per troppo tempo volevano essere liberate, ma alzai gli occhi al cielo per non lasciarle cadere.
"È un triste ricordo" ammisi sospirando, abbassando lo sguardo. Improvvisamente quelle lenzuola sembravano interessanti.
"Ehi, guardami...se non vuoi dirmelo va bene lo stesso" mi alzò il mento lasciandomi un lieve bacio sulla fronte, i suoi baci mi calmavano come se fossi una bambina da cullare per rassicurarmi.
Scossi la testa e mi feci più vicina aggrovigliandomi le lenzuola attorno al corpo diventato di colpo freddo come il marmo.

"Vedi...la mia infanzia non è stata esattamente quella di una principessa" iniziai a dire con un groppo amaro in gola.
"Mia madre ci abbandonò all'età di 7 anni, e d'allora mio padre iniziò a bere, lasciò il lavoro, tornava a casa sempre ubriaco, ed io dovetti abbandonare la scuola per portare i soldi a casa" James stava ascoltando con attenzione, accarezzandomi la nuca, ed una lacrima si fece largo sulla mia guancia.
"Mi dispiace Cindy...certi dolori ci segnano" il tono di voce sommesso e cupo, guardava un punto indefinito davanti a sé.
"Qualcosa ti turba?" Chiesi titubante, vedendo la sua espressione rigida.
"No...devo andare, ci vediamo dopo" si alzò infilandosi la camicia, nascondendo il suo corpo ad ogni bottone.
Si avvicinò lasciandomi un bacio per poi sparire.

Pov.James

La notte più bella della mia vita, e giuro che l'avrei rifatta altre mille volte.
Era proprio come me l'immaginavo, pura e deliziosa.
Possederla è stato magnifico, vedere i suoi capelli aprirsi a ventaglio sul cuscino, mi eccitò come se non ci fosse niente di più prelibato al mondo.

Dovetti andare via, troppi ricordi si fecero largo dentro di me. Avevamo avuto un infanzia molto simile dopo tutto, lei si era aperta a me ma io non ero pronto a svelare certi segreti che tenevo celati e solo per me. Perché ricordare faceva male, ogni volta che ripercorrevo quei ricordi la ferita riemergeva, e lasciava sempre un dolore più profondo.

Mi diressi al bar di Alex. Sapevo che era sbagliato ma una forza di gravità maggiore mi portava lì.
Sostai la macchina nel marciapiede opposto, ed aprì la porta.

Il corpo s'irrigidì alla visione che mi si parò davanti. Rudy mi stava squadrando con un sorriso divertito e il mento alzato in segno di sfida. Tra le braccia aperte allacciava due ragazze cingendole la vita, una bionda e una dai capelli turchini, indossavano un abito succinto bianco aperto sulla schiena.
Si girarono rivolgendomi un sorriso, finché Rudy non le sciolse dal suo abbraccio alzandosi.

"Ma guardate chi si vede" aprì le braccia in un gesto plateale, avanzando a piccoli passi verso di me, che riuscivo solo a serrare i pugni.
Buttai un occhiata verso Alex e scosse la testa visibilmente dispiaciuto. Digrignai i denti e riportai la mia attenzione sul maledetto.
"Cosa ti porta nei bassi fondi sentiamo" si fermò a poca distanza da me incrociando le braccia divertito.
"Non sapevo ci fossi...brutta testa di cazzo" risposi irritato ed amareggiato.
"Oh...ma davvero, mi feriscono le parole che mi dici FRATELLINO" ricalcò quella parola come se ci appartenessimo, come se nelle nostre vene scorresse lo stesso sangue.
Lo presi per il collo della maglietta trascinandolo fino al muro.
"Non ti azzardare mai più a ripetere quella parola, io e te non abbiamo niente in comune, mi fai schifo" gli sputai in un'occhio prima di lasciarlo come se fosse un sacco di spazzatura.

Si pulì con la mano lo sputo, e mi guardò soddisfatto.
"Questo è quello che sei James, ed abbiamo in comune qualcosa di molto prezioso" iniziò a dire ridendo prima di portarsi l'indice sul mento picchiettando "No...non ti anticipo nulla al momento...ogni cosa al suo tempo" scosse la testa divertito, avvicinandosi al tavolo per prendere le due ragazze.
Lo fermai fissandolo negli occhi.
"Che cazzo vuol dire?" Gli chiesi con l' adrenalina nel corpo.
"Non ti preoccupare, dovresti tenere bene a mente i nostri patti" mi squadrò serio, prima di sbattere la porta del locale.

"James, figliolo che sei venuto a fare qui?" Mi chiese Alex porgendomi un bicchiere di Whisky
"Avevo bisogno di riflettere" ammisi, abbassando lo sguardo sul liquido.
"E vieni qui?" Accennò con la testa divertito.
"Sei l'unico che capisce, certo anche Josh ma ho bisogno di un parere di uno che per me è come un secondo padre" confessai alzando gli occhi sui suoi divenuti lucidi.
"James per qualsiasi cosa non esitare, non sapevo che Rudy fosse tornato, e non mi aspettavo di vederti qui" affermò battendomi una mano sulla spalla.

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