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Presi a camminare più veloce lungo il corridoio, con il cuore che mi batteva all'impazzata, sudavo e tremavo, e l'impressione di essere seguita continuava a tormentarmi. Mi girai ad ogni passo che facevo per vedere se qualcuno mi stava davvero pedinando o se fosse solo una mia stupida paura per poi proseguire a camminare, ma non vedevo nessuno dietro alle mie spalle.

Afferrai la maniglia d'ottone di una stanza il più in fretta possibile, e la richiusi alle mie spalle, poggiandomi con la schiena contro la porta. Chiusi gli occhi, Tirai un lungo sospiro di sollievo e mi toccai con una mano la fronte sudata ed accaldata, ed una mano a reggermi il petto per l'affanno, sentii il cuore scoppiare.

Riaprii lentamente gli occhi, ero avvolta nel buio. Mi staccai dalla porta cercando di calmarmi per trovare l'interruttore tastando a tentoni la parete, quando avvertii una presenza dietro di me, un sospiro lasciato nel buio. Rimasi paralizzata sul posto, con il palmo sulla parete, voltai il viso molto lentamente, tentando di vedere con la coda dell'occhio, gli occhi pungevano per l'incessante voglia di piangere, le gambe tremavano, il corpo era una statua murata, dentro ero pura paura. 

Sentii un polpastrello sfiorarmi il polso per salire più sù, inghiottii la saliva che mi bloccava la gola, feci per girarmi ma una mano m'inchiodò contro la parete con forza, facendomi premere i seni contro la parete fredda.

"Shh...non voglio farti del male" potei riconoscere il tono acuto e fermo della sua voce.
"Ru...Rudy, che..." Cercai vana di pronunciare, ma la gola secca non permetteva la fuoriuscita di parole.
"Vedo che mi riconosci Cindy cara, piaciuto il regalo?" Chiese ridendo sotto voce, lo sentii sospirare pesantemente sulla mia spalla, potevo avvertire la sua bocca vicinissima alla mia pelle, il pensiero mi fece disgustare.
Tentai di voltarmi in fretta ma la mano si fece più prepotente, afferrandomi i capelli.
"Non ci siamo capiti allora, devi stare ferma e zitta puttana" mi leccò la spalla con la lingua salendo fino al collo. Una lacrima silenziosa rigò la guancia accaldata, sentivo il dolore per la presa salda sui capelli che tiravano il cuoio capelluto.
Annuii restando ferma ed impaurita sul posto, mentre la sua lingua ruvida e schifosa leccava la mia pelle.

"Sai questa collana sta meglio addosso a te, addosso a quella Troia sfigurava" sputò con rabbia fuori quelle parole. La testa mi girava, volevo solo aprire gli occhi che tenevo serrati e scoprire che era tutto un'incubo, ma sapevo che la sua lingua viscida che percorreva l'incavo del mio collo era reale.
"Addosso...a chi?" Trovai la forza di formulare quella frase, non era stato James a regalarmi il Collier ma era stato lui.
"Curiosa proprio come lei, mia cara dolce ed innocente Cindy, sei stata fin da bambina un'insolente" rise di gusto ricalcando l'ultima parola, scandendo ogni singola lettera.
Sbarrai gli occhi a quella parola, non ci potevo e non volevo credere che lui conoscesse Eleonor, non era possibile. Mi salì un magone, che strozzava la gola come una morsa. Il dolore che sentivo alla cute non era più paragonabile al dolore che si aprii come una voragine dentro.

Mi girai di scatto, tirandogli una spallata sotto il mento, afferrai la maniglia per uscire, ma prontamente la richiuse con una mano, strattonandomi i capelli facendomi cadere all'indietro sul letto.
"Lurida puttana, ecco cosa sei, proprio come lei" lo vidi aggiustarsi il bavero della camicia con un ghigno maligno. Si fece più vicino premendo il palmo sul materasso ed un ginocchio, indietreggiai il più possibile. Mi bloccò i polsi sopra la testa, cercai di liberarmi.
"Come conosci Eleonor?" Chiesi in un sussurro di disperazione e dolore, la paura per ciò che mi stava per accadere, ma avrei dovuto sapere.
"Eleonor dici eh? Non sono tenuto io a dirtelo" mi accarezzò una guancia con il dorso della mano, voltai il viso con gli occhi lucidi e rossi.
"In questi occhi vedo la sua stessa paura, la stessa che aveva lei, dio siete uguali" digrignò i denti, restavo impassibile ad ansimare piangendo. Con l'indice tracciò il tragitto dal mento fino al petto, con un movimento repentino mi strappò la stoffa davanti.
"Perché mi fai questo Rudy?" Chiesi tra le lacrime,
"Cosa vuoi da me? Cosa vuol dire tutta questa storia di Eleonor?" Aggiunsi pregandolo con gli occhi appannati.
"Voglio solo ciò che mi spetta" sussurrò tenebroso vicino al mio orecchio. Lo fissai negli occhi, era puro odio ciò che leggevo, un'ambrato scuro e maligno.

Voltai il viso dall'altra parte per non vedere, le lacrime scorrevano impetuose bagnandomi il mento e il naso. Mi prese il mento tra l'indice e il pollice bloccandomi nei suoi occhi.
"No mia cara Cindy, devi vedere ciò che ti farò, godrai come la puttana che sei" afferrò un seno nella sua mano, palpandolo. Cercavo di dimenarmi senza risultati, la mano che reggeva i miei polsi era troppo forte.
Sentivo il suono del mio cuore e i suoi ansimi che mi facevano rivoltare lo stomaco attorcigliandolo.

"Cindy...Cindy dove sei?" Sentii la voce di Katy da fuori la porta.
"Nulla, non la trovo Kevin...e se gli fosse successo qualcosa?" Aggiunse, sentendo i passi delle scarpe eleganti di Kevin.
Rudy si bloccò facendomi segno di stare zitta, premendo una mano per tapparmi la bocca.
Parlavo mugugnando, gli morsi la mano facendogliela rimuovere imprecando.

"Katyyyyyy" urlai prontamente, assestando una ginocchiata sul torace di Rudy che si spostò.
Sentii aprire piano la porta mentre Rudy aprii la controfinestra che dava sul balcone.
Mi alzai di fretta quando vidi Katy.

"Dio, Cindy...che ti è capitato?" Mi abbracciò, scostandomi subito dopo. Toccò il vestito strappato davanti.
Non risposi mi fiondai a controllare sul balcone, asciugandomi le lacrime, guardai anche al di sotto nel giardino, ma di Rudy non c'era più traccia.
"È...è stato Rudy, Katy...devo dirlo a James" mi accarezzò i capelli, prendendomi il volto tra le mani.
"Cindy, è tutta colpa mia, mentre io ero a ballare. Quel figlio di puttana, non si fa mai beccare." Maledisse sciogliendosi lo chignon tirato perfettamente.
"No Katy non è stata colpa tua, non potevi sapere, ma non mi ha fatto niente" sussurrai fievole toccandomi il collier, che ora sapevo a chi apparteneva.

la scostai avviandomi nel corridoio.
Vidii Kevin venirmi incontro fermandomi per un polso.
Mi girai sconvolta non capendo, vedevo gli sguardi che si scambiavano annuendo sconsolati.
"Cindy...è meglio se non vai nel salone" pronunciò sommesso Kevin, fissandomi desolato.
"Perché mai non dovrei?" Chiesi ridendo isterica, non capivo nulla, mi sentivo come se il mondo mi stesse crollando addosso.
"Non...cazzo, è meglio se andiamo via" mi trascinò più in là.
"No...io non vado da nessuna parte, ho bisogno di James" sbottai, strattonando la mano dalla sua presa.
"Perché mai non dovrei andare, eh...sentiamo" aggiunsi furiosa, cercando di coprirmi con la poca stoffa rimasta il decoltee.

Mi avviai lungo il corridoio con Katy e Kevin che mi seguivano, gettandomi occhiate supplichevoli che anche se non vedevo mi trafiggevano.

Cercai i suoi occhi nel salone principale. Quando li trovai. ma non erano rivolti verso di me.
Mi sentii mancare, mi appoggiai contro la colonna, sentendo le gambe cedere, mentre un Kevin cercava di tenermi su.
I suoi pozzi erano dentro un'altra.

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