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Era uno di quegli sguardi che non ti scordi molto facilmente, uno di quegli sguardi che ti scavano nel profondo dell'anima lasciando un solco inesorabile.

Scivolai lentamente dal letto e mi diressi in cucina, trovai Katy con le braccia incrociate sul tavolo e la testa bassa, mentre Kevin preparava il suo miracoloso cappuccino.
"Buongiorno" biascicò Katy con ancora la testa sepolta tra le braccia, e 2 tazzine di caffè vuote davanti,
"Ore piccole ieri?" Domandai guardando Kevin che mi rivolse un sorriso compiaciuto, trattenni una risata mordendomi il labbro inferiore, erano stati tutta la sera a festeggiare il provino andato a buon fine, io ero ancora troppo scossa e rimasi a casa riguardando la foto di Eleonor, girandola tra le mani, ancora non avevo realizzato che fosse morta, non volevo accettarlo perché avrei dovuto restituirgli tutto il male, ma certe volte la vita paga prima che lo facciamo noi.

Kevin mi porse una tazza fumante di cappuccino, in cui versai 2 cucchiai di zucchero rimanendo  a fissare i granelli che venivano risucchiati dalla schiuma,
"Non ti fare strane idee, abbiamo solo bevuto più del dovuto, anzi ha bevuto" affermò Kevin poggiando i gomiti sul tavolo di legno, vidi Katy annuire, poi alzò finalmente la testa, aveva i capelli scompigliati e la matita nera sbavata, sembrava che l'avessero presa a cazzotti,
"sta' zitto Kevin, ho bevuto solo due Manhattan" canzonò aggiustandosi il nido di capelli che gli si era formato in testa,
"Mi scusi principessa" la stava prendendo in giro Kevin, evidente che c'era ancora un legame tra loro, mi sentivo di troppo, mi alzai in piedi sforzando un sorriso che sembrava lo stessero tirando con un filo.
"Beh io vado a vestirmi, abbiamo le prove del balletto per stasera" affermai guardandoli ridere, e mi tornò in mente il sorriso dolce del ragazzo al locale, i suoi occhi che mi guardavano lascivi, e andai ad infilarmi sotto il getto d'acqua calda nel box doccia, immaginando i suoi palmi caldi scivolarmi verso il basso ventre, un fremito improvviso mi avvolse, pensieri così impuri non erano da me, non ero mai stata con un ragazzo, non sapevo neanche che sapore e odore avesse mischiare il corpo fondendosi in un'unica persona, formando un' esplosione.

M'infilai un vestito nero a mezza manica, che aleggiava libero sui miei fianchi, quando entrò Katy in camera posizionandosi dietro di me, rispecchiando le nostre figure davanti al grande specchio quadrato sopra il comò bianco laccato, afferrò una spazzola e iniziò a pettinarmi i capelli, nessuno l'aveva mai fatto, Eleonor non aveva tempo da perdere con me, mi lasciai cullare dalle setole rigide che s'introducevano tra le ciocche,
"Perché prima ho avuto l'impressione che fossi...triste?" Chiese insicura Katy, fissando i miei occhi allo specchio, abbassai lo sguardo fissando le pellicine che si erano formate sulle unghie,
"So quello che c'è o comunque c'è stato tra te e Kevin, e non voglio essere un peso qui per voi" rivelai torturandomi i polpastrelli con le Unghie, Katy si bloccò con la spazzola infilata ancora tra i capelli, mi rivolse un occhiataccia di rimprovero,
"Non pensare, e nemmeno dire, più cose del genere, per me sei come una sorella Cindy, io ho bisogno di te" mi diede un lieve bacio sulla nuca posando la spazzola, le sue parole mi colpirono dritte al mio piccolo cuore, che era stato per troppo tempo celato in una gabbia, una lacrima iniziò a scorrere lenta, imparando il tragitto che il mio volto gli permetteva, lei con me si era confidata, ma io non ero pronta, era difficile ammetterlo con me stessa, un rancore che porti dentro e non puoi liberare, perché non hai potuto fare niente,
L'abbracciai, avevo finalmente trovato un'amica vera in mezzo a tanta falsità.

Ci dirigemmo verso il locale, entrammo e subito i miei occhi iniziarono a cercare imperterrite quelle nubi grigie, che sfortunatamente non trovai, mi diressi verso i camerini lasciando Katy a parlare con una ragazza dai capelli neri corvino, vicino alla porta vidi ad aspettarmi Josh, incrociai i suoi occhi, e il panico prese possesso in me, mi ricordavo ancora le sue luride mani addosso, mi avvicinai a piccoli passi, quando si staccò dal muro e si avvicinò a me, rimasi inchiodata a fissarlo, avevo uno sguardo dispiaciuto, e tirai un sospiro di sollievo nel vederlo in quella maniera,
"Scusami per ieri...non era mia intenzione" rivelò grattandosi la nuca in imbarazzo,
"Dovresti riflettere prima sulle tua azioni, se vuoi scusarmi" lo sorpassai aprendo la porta del camerino, lasciandolo immobile come una statua.

Le prove del balletto andarono piuttosto bene, provavo a seguire i passi di quelle ragazze così esperte, che si muovevano disinibite, non provavano vergogna a mostrare il loro corpo nudi, neanche Katy, sembravano padrone di loro stesse, e provai a fare come meglio potevo,ad un tratto sentì la voce di Josh gridare a voce alta quel nome,
"James", se solo la luce non avesse abbagliato la visuale avrei potuto vedere finalmente chi era questo James, provai invano a muovermi per cercare uno spazio dove i miei occhi riuscissero a vedere al di là del bagliore che si estendeva sul palco, ma non ci riuscì, quando Josh al microfono proclamò che potevamo ritirarci nei camerini per stasera.
Avevo bisogno solo di rivedere quegli occhi su di me, e proprio con quell'immagine mi addormentai sul divanetto.

"Cindy andiamo...tra poco c'è lo spettacolo" aprì gli occhi strusciandolo con il palmo, vidi Katy inginocchiata, con un lieve sorriso, sapevo però che era tesa per il primo ballo davanti al vero pubblico, quando la porta si aprì entrarono due ragazze con dei beauty case in mano, ci fecero accomodare davanti ai rispettivi specchi illuminati, e iniziarono a truccarci,
"Il signor J. Vi vuole bellissime per stasera" rivelò la ragazza che mi stava truccando, mi applicò un ombretto dorato e una leggera e perfetta riga di eyleyner, un rossetto rosso, non mi ero mai vista così, scrutai il mio viso allo specchio girando la faccia con una mano sulle guance, ero così diversa, una Cindy trasformata, mi rilegò i capelli in uno chignon per infilare una parrucca corta con dei boccoli biondi, infilai una guêpière bianca che metteva strizzava mostrando un vitino da vespa, e fasciai le gambe in una calza color carne velata, dovevo assomigliare a Marilyn Monroe, mentre Katy aveva una guêpière nera di pizzo, e un caschetto nero, ci avviammo verso il palco, le mani sudaticcie, avrei dovuto essere la protagonista, proprio io, uno sfarfallio di agitazione si muoveva contorcendo lo stomaco già in subbuglio, quando le tende bordeaux si aprirono di fronte a noi, si elevarono battiti di mani, chiusi gli occhi un profondo respiro e quando li riaprì vidi i suoi occhi, e subito dopo il potente bagliore mi colpì.

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