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Lo shopping con Katy dire che era stato estenuante sarebbe stato un eufemismo, girare per tutti i negozi di Miami, alla ricerca di un abito, impresa ardua ma potevo dire che ce l'avevamo fatta.

Mi acconciai come meglio potevo, infilandomi l'abito comprato. Era lungo color perla con plissè sulla gonna, una cinta di diamanti per segnare il punto vita ed uno scollo profondo sul davanti che si legava dietro al collo lasciando parte della schiena scoperta, dei sandali color argento tacco 12, ed una maschera lavorata in pizzo nero.
Mi feci dei boccoli morbidi su i capelli ed un rossetto rosso a contornare tutto, volevo essere perfetta per James, lui mi faceva sentire perfetta nei suoi pozzi.

Afferrai la pochette argento e chiusi la porta, Katy mi avrebbe aspettato davanti all'hotel.
Scesi i gradini e trovai una limousine nera ad aspettarmi, mi salì un groppo in gola che rimandai giù immediatamente.

"La signorina Cindy Foster?" Chiese un signore davanti alla portiera aperta, vestito impeccabilmente con giacca e cravatta.
Annuii titubante cercando di sbirciare l'interno per scorgere James, ma non c'era traccia.
"Si....è per me?" Ribattei incredula ed entusiasta, non mi aspettavo un gesto così, ma amavo le sorprese di James o forse semplicemente iniziavo a provare un sentimento più profondo per lui.
"Entri" asserì l'uomo serio, non aleggiava neanche l'accenno di un sorriso su quel volto squadrato e la mascella pronunciata.

Entrai dentro e l'uomo chiuse la portiera, sistemandosi alla guida. C'era un flûte con un secchiello contenente una bottiglia di Champagne tenuta al fresco, ne presi un sorso versandolo, gustandomi il panorama di una Miami illuminata di sera, avrei voluto che ci fosse lui in questo tragitto con me, ma il pensiero che aveva organizzato tutto ciò mi fece rabbrividire di una piacevole sensazione.
Scorsi una scatolina di velluto nera accanto al secchiello, l'aprii piano con le mani che tremavano. A quella vista il cuore perse un battito, per riprendere a galoppare più veloce e prepotente dentro il mio petto. Mi portai una mano sul cuore e un dito ad accarezzare i diamanti che tempestavano il collier, lo sfilai dalla scatolina affascinata e lo indossai. Lo guardai sul mio collo attraverso il vetro oscurato, brillava come i miei occhi, uno scintillio che non credevo di possedere. In 18 anni i miei occhi erano sempre stati un bulbo oculare informe ed inespressivo, non trasmettevano n'è gioia n'è tristezza, ma da quando aveva fatto irruzione James sapevo cosa voleva dire brillare di luce propria, ed io brillavo perché lui era la luce che m'illuminava.

Arrivai davanti al locale, dove l'uomo prontamente mi venne ad aprire parandosi di lato. Gli accennai un sorriso che non ricambiò. Mi alzai leggermente il tessuto del vestito prendendolo di lato per non inciampare.
Scorsi Katy che parlava ed amoreggiava allegramente con Kevin, ridendo alle sue battute portandosi una mano davanti alla bocca. Quando Kevin mi vide sgranò gli occhi ed indico col dito di girarsi a Katy che rimase spiazzata dal suo sguardo incredulo.
Gli sorrisi imbarazzata e la vidii fiondarsi su di me.

"Mio dio Cindy, sei una bomba sexy" annunciò scuotendo la testa allibita.
"Anche tu sei molto bella Katy" risposi squadrandola, spiegando una mano in avanti per fargli intendere di guardarsi quanto stesse bene in quell'abito rosso a sirena con la mascherina rossa piena di brillantini.
Osservai Kevin abbottonarsi la giacca e dirigersi verso di noi, con un portamento regale che mi fece sfuggire un risolino.
"Bonsoir Mademoiselle" porsi la mano su cui lasciò un lieve bacio sorridendomi.
"Adulatore smettila, qui Katy ti sbrana" accennai ridendo, dando una gomitata a Katy.
"Oh si giusto, ti tengo d'occhio Kevin" affermò con finto tono minaccioso, portando le braccia incrociate sul petto.
"Sai che ho occhi solo per te" puntualizzò Kevin abbracciandola da dietro, baciandogli il lobo dell'orecchio, e notai Katy dimenassi divertita.

Ci avviammo all'interno superando la scalinata su cui giaceva un tappeto rosso, come le star di Hollywood.
Rimasi affascinata da come era stata curata la Hall per l'evento. Drappeggi oro e Rossi appesi sul soffitto a contornare l'ampio salone, lampadari a goccia a rendere lo scenario ancora più sublime.
Ragazzi vestiti come pinguini che passavano con vassoi in argento, colmi di tartine e finger-food vari.
Volti coperti da maschere, dalle più semplici alle più bizzarre, donne vestite in abiti lunghi con un portamento regale che quasi mi sentivo inadatta all'ambiente che mi circondava.

Osservai Katy che danzava leggiadra con Kevin, ed ogni tanto si concedeva un cambio di bicchiere colmo di champagne, temevo sarebbe andata a gallina molto presto, sorrisi a quel pensiero di vedere la mia più cara amica barcollare o addirittura mettere in atto uno spettacolo indecoroso.

Mi ridestai perlustrando la sala in cerca di quegli occhi che tormentavano i miei pensieri, di cui ero spaventata ed affascinata, gli unici occhi che mi leggevano l'anima.

Ad un tratto le luci si affievolirono, ed un tendone dorato calò, mostrando le ragazze del locale di burlesque con corpetti di seta e organza bianchi perlati, autoreggenti velati bianchi e delle maschere dorate con piume rosse di lato.
Un bagliore luminoso si propagò, lo stesso bagliore di cui i primi tempi ero intimorita ed eccitata. Una melodia sensuale iniziò a riecheggiare per tutto il salone facendo muovere e ballare seducentemente le figure femminili.
Non riconoscevo molti volti del locale, benché alcuni indossassero maschere che non permettevano il riconoscimento.

Ero sicura che gli occhi di James l'avrei catturati in mezzo a miriadi di sguardi. Non prestai più attenzione alle ballerine, il cuore suonava un ritmo confusionario e l'agitazione si propagava sempre di più.
Non riuscivo a vederlo, afferrai un flûte di champagne che finii in una sola sorsata prendendone un secondo, sorridendo al ragazzo che mi guardava stralunato. Avevo bisogno di bere e far evacuare certi pensieri dalla mia testa.

In un'attimo mi sentii afferrare da un braccio e voltarmi verso la sua direzione. Rimasi accecata dalle sue nubi coperte da una maschera nera e il profumo di tabacco e muschio che mi avvolgeva procurandomi scosse dolci ma che erano terremoti.

"Salve signorina" accennò un sorrisetto laterale, la sua voce roca era il suono più melodioso che il mio udito percepiva.
"Buona sera signore" ribattei porgendogli la mano, dirigendoci verso il centro del salone, per ballare.

"Incantato da tanta bellezza, il suo nome? Se non sono indiscreto...aspetti forse lo so...Perla, è questo il suo nome?" Sussurro le ultime parole soffiando sul collo, spostandomi i capelli di lato. Chiusi gli occhi gustandomi il suo alito fresco su di me, lo volevo in quel preciso istante. Quando la musica si fermò rinsavii.
"Mi hanno dato molti nomi, ma posso essere ciò che lei preferisce" affermai sicura, sentendo la presa farsi più salda e la musica ripartire dolcemente.

"L'unica cosa che vorrei è vederti nuda ed arresa completamente a me, e fare l'amore fino al mattino" il tono rauco, mi causò un brivido fino alla spina dorsale, incurvandomi.
Mi persi in quei pozzi di desiderio, che rovinavano la mia ragione.
Lo sentii avvicinarsi con il respiro corto come il
Mio. Catturò le mie labbra come calamite attratte, lasciandomi trasportare dal sapore del tabacco, incontrando le nostre lingue che si desideravano, sentivo la sua mano calda, aperta sul fondoschiena. Mi staccai in affanno. Sorridendogli.
"Grazie per la serata" rivelai accarezzandogli una guancia con i polpastrelli sentendo la ricrescita della barba che pungeva lievemente.
"Ancora deve iniziare" puntualizzò spostandomi una ciocca dietro l'orecchio.
Abbassai lo sguardo per poi riportarlo sulle sue nubi illuminate.
"Bel collier a proposito" ribatté osservandolo come se non avesse idea di chi me l'avesse fatto.
"Sei in vena di scherzi" sussurrai divertita dal gioco dei ruoli.
Vidi il suo volto rabbuiarsi in un'attimo, e un formicolio si fece largo dentro di me.
"No Cindy, non ho mai visto questo collier" asserì serio e buio, mentre la gola sembrava seccarsi e restringersi sempre di più.
"Si, un regalo di Katy" mentii, con le gambe molli come gelatina e la paura che mi divorava.
Lo guardai rasserenarsi, ci aveva creduto, non avrei mai voluto rendere sgradevole quella serata.
"Vado un'attimo a salutare il signor Robowsky, torno subito" affermò osservandomi negli occhi, dove poteva leggere la verità. Mi baciò con passione cingendomi la vita, per staccarsi e camminare lento con le mani in tasca ad un lato della sala.

Ripresi un terzo flûte di champagne, dirigendomi per cercare un bagno, quando sentii una presenza dietro di me, il cuore si fermò lasciando spazio alla paura.

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