9

13.8K 750 82
                                    

Ero in camerino,mi levai le forcine che tenevano ferme la parrucca,e mi guardai allo specchio illuminato,i miei occhi brillavano,sembravano 2 smeraldi luccicanti,ad un tratto la porta si aprii,mi voltai,era il ragazzo che avevo visto in quella casa maledetta,mi guardò,scrutandomi dalla testa ai piedi con un sorriso lascivo, non potevo svelargli chi ero per non perdere subito il lavoro, ed i sospetti che avevo sul fatto che poteva essere il mio fratellastro, solo a quel pensiero mi venne a mancare la salivazione.

"Sei stata fenomenale su quel palco,per essere una che non ha mai ballato hai fatto colpo" chiuse la porta dietro di sé,avvicinandosi lentamente,e deglutii,presa da uno sprazzo di panico.
"Grazie" sussurrai fissando i suoi movimenti,si mise davanti a me,e mi alzai dal panchetto.
"Piacere Josh" tese la mano verso di me,la guardai,era una mano curata,di chi non ha mai fatto uno sforzo nella sua vita,e la strinsi,fissandolo nel volto.
"Conosci James quindi?" Mi chiese incuriosito,fissando le mie gambe coperte solo da un auto reggente.
"No,non conosco nessun James" risposi secca, ma chi era?!?,riportò la sua attenzione sul mio viso,percorrendo con lo sguardo il mio corpo,e mi sentii nuda,difronte a questo sconosciuto,aveva uno sguardo insistente,e speravo se ne andasse al più presto.
"Mmm...interessante,quindi,perché cercavi Eleonor?" Il tono di voce freddo mi rabbrividii.
"Non sono affari tuoi" sbottai voltandomi verso lo specchio prendendo una salvietta per togliere il poco trucco ormai sciolto che era rimasto,la sua presenza m'infastidì e con la mano mi fece voltare e mi spinse contro il divanetto dietro,ebbi un sussulto spaventato,stava diventando troppo piccolo quel camerino,lo guardai,le pupille si erano dilatate conferendogli un'aria da pazzo,si avvicinò,avevo il cuore in gola.
"Non azzardarti a rispondermi così bambolina,non rendermi le cose difficili" si piegò pressando il suo corpo contro il mio che vedevo piccolo e fragile,e mi sfiorò l'interno coscia,una lacrima chiedeva prepotentemente di scendere ma dovevo essere forte.
"Levami le mani di dosso schifoso" gli strattonai la mano,bloccandomi prepotentemente il polso,mi faceva male,gli occhi gli si ridussero in due fessure.
"Come mi hai chiamato?" Chiese stringendo ancora di più,sobbalzai,avevo un magone,e guardandolo negli occhi non provai paura,solo amarezza.
"Schifoso" gli tirai una ginocchiata nelle palle,aprii la bocca scostandosi da sopra di me,imprecando per il dolore,portandosi una mano a coprirle,mi alzai dal divanetto in fretta,raggiungendo la porta,facendo scattare la maniglia di metallo,
"Me la pagherai lurida puttana" lo sentii dire,mentre corsi per i corridoi infestati di gente,deglutendo e prendendo un respiro profondo,gli occhi mi si velarono dalla foga con cui correvo e senza accorgermene andai a sbattere contro qualcosa,una fonte di calore che m'invase il corpo e mi mandò una scarica nella spina dorsale.

Alzai lo sguardo perso e vuoto incontrando due occhi grigi,gli stessi occhi che vidi quella sera in questo locale,erano due pozzi e mi venne voglia di sapere quanto fossero profondi.
Mi Poggiò i palmi caldi sulle spalle scostandomi per guardarmi in volto,era di una bellezza sconvolgente,la mascella pronunciata con una fossetta sul mento,la barba ad incorniciare,ma era curata,mi sorrise lievemente,impadronendosi dei miei occhi che iniziavano a riprendere forma e visibilità.
"Tutto bene?" Mi chiese dolcemente,la voce roca,era di lui,le guance iniziarono a tirare colorendosi di un rosa tenue,la sua voce e il suo sguardo mi fece salire un formicolio piacevole divulgandosi in tutto il corpo.
"Io...s...si grazie" mi fissava,e scossi la testa spostando l'attenzione altrove,sembrai una bambina imbarazzata,e me ne vergognai.
"Sembri spaventata,qualcosa ti turba...Cindy,giusto?" Alzò un sopracciglio scuro e delineato,il modo in cui pronunciò il mio nome mi fece rabbrividire,una leggera pelle d'oca mi si formò su i bracci,ero sicura che non fosse stato il freddo la causa.
"N...no grazie,cercavo la mia amica Katy" gli rivelai intimidita,il suo sorriso si allargò mostrando anche due fossette laterali,mi sentii invadere da una sensazione mai provata prima, un calore che avvolgeva e uccideva.
"È stata accettata la tua amica tranquilla,è andata al bancone del bar,c'era un ragazzo ad aspettarla" m'informò sorridendo,sicuramente era Kevin il ragazzo di cui parlava,gli rivolsi un sorriso,strano non lo facevo quasi mai,e il suo sguardo si fece serio,mi osservò quasi divorandomi il verde dell'iride,si inumidì le labbra con la lingua,e passandosi una mano tra i riccioli neri camminò,lasciando il mio sguardo svuotato.

Pov.James

Accettai Katy,era stata brava ma non era ai livelli di Cindy che con la sua timidezza mi faceva venire voglia di assaggiarla come un frutto prelibato ai miei occhi avidi.

Stavo camminando,ripensando a Cindy che si era scontrata contro il mio torace,un brivido mi percorse il corpo,era così bella,spaventata e timida,avrei voluto strappargli quel corpetto di dosso che risaltava e comprimeva il suo magnifico decoltè,per assaggiare i suoi dolci capezzoli che sarebbero stati pronti per me.
Quelle pietre mi avevano stregato completamente,ma dovevo cercare di scordarle per non mischiare il piacere con il dovere,cazzo,fottute regole che io avevo imposto per quella testa di cazzo di Josh.

Lo vidi fuori fumarsi una sigaretta agitato,aprii la porta di vetro sbattendola furiosamente.
"Dove cazzo sei stato Josh?" Lo rimproverai,i suoi capelli biondi erano scompigliati,e mi rivolse un sorriso da strafottente incrociando le braccia.
"Chiedilo a Cindy,lavora bene la ragazza" alzò il mento,aspirando una boccata,rigettandola verso il cielo coperto da nubi,mi avvicinai furente stringendo la mano intorno al suo collo,
"Che cazzo gli hai fatto? Eh,rispondi...è per questo che aveva gli occhi lucidi in corridoio e correva" lo fissai negli occhi gelidi,era il mio migliore amico ma si stava comportando da emerita testa di cazzo,e mi faceva imbestialire sapere Cindy con lui,se doveva averla qualcuno quello ero io,non la conoscevo ma sapevo che doveva appartenere a me.
"Stavamo scherzando e la puttana è scappata,che bambina,tanta bellezza sprecata in un'anima da Santa" mi rispose non curante,gli lasciai il collo sbattendogli una spalla contro il muro ruvido,
"non la devi più toccare,intesi?" Ricalcai l'ultima parola,mi fissò per un'istante,per poi porgermi la mano in segno di resa,l'accettai,ma dovevo stare attento alle sue mosse,
"Dai J.era davvero uno scherzo,stasera per noi ho già pronte due belle olandesi,lascia stare la santarellina" mi tirò una pacca sulla spalla,e divertito annuii,m'incuriosiva Cindy ma ad una scopata non dicevo mai di no,anche se i suoi occhi e i suoi movimenti erano impressi nella mente,come un video a ripetizione.

STRONG Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora