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Pov.James

Mi ritrovai a parlare con il signor Robowsky, mi complimentava su come avessi messo su un degno corpo di ballo capace di far girare la testa a molti uomini.

Mi stava proponendo un'offerta allettante per le mie tasche ma forse non per il locale, gli uomini che venivano potevano offrire denaro alle fanciulle in compenso ballando per loro privatamente.

Mi girai per vedere Cindy, la vidi a bere un flûte di Champagne, era così bella persa e assolta nei suoi pensieri, persa in ciò che non gli apparteneva minimamente. Quando mi voltai e vidi i suoi capelli ramati fluttuare liberi nell'aria, i suoi movimenti suadenti che aveva sempre avuto. Una fitta mi trafisse, i suoi occhi erano agganciati ai miei in un attimo, non ero capace di liberarmene, non lo ero mai stato.

Si avvicinò piano e come per istinto feci un passo in avanti per raggiungerla, cercando di mantenere una calma apparente.

"Ciao James" il suo tono seducente ma non malizioso mi riportò indietro con il tempo.
"Ciao Linda" la fissai infilandomi una mano in tasca sudaticcia.
"Vedo che hai messo su un bello spettacolo, hai raggiunto il tuo obbiettivo" si guardò intorno sorridendo, per poi rifermarsi sui miei occhi.
"Si, era ciò che volevo e l'ho ottenuto, grazie" confessai rimanendo impalato, con la mente che mi suggeriva di andare via, ma il corpo voleva stare lì.
"Hai sempre avuto le idee chiare, una qualità che ho sempre ammirato e amato di te" rivelò portandosi il flûte sulle labbra scarlatte.
Scivolai gli occhi addosso al suo vestito turchese che accarezzava le sue curve generose.

"Come mai sei qui Linda?" Le chiesi schiarendomi la voce.
Mi guardò spaesata poggiando il flûte sul tavolino vicino a noi.
"Ero da queste parti, ho saputo che in questo hotel inauguravi il tuo locale, ed ho pensato di venire" affermò decisa, tornando a guardare le ragazze sorridente.

"Mi sei mancato James" rivelò ancora con lo sguardo sul palcoscenico, girando il volto piano verso di me.
"Anche tu Linda, ma ormai è il passato" puntualizzai passandomi una mano tra i capelli.
"Non ti ho mai dimenticato, anche con tutto ciò che mi hai fatto, e tu lo sai" mi guardò negli occhi intensamente, potevo leggergli un velo di tristezza.
"Cosa vuoi da me Linda?" Chiesi schietto, i giri di parole non mi piacevano.
"Possiamo andare a parlare in un posto più appartato, lontano da occhi indiscreti?" Mi supplicò. Annuii guardandomi intorno.
Chissà cosa avrebbe pensato Cindy se non mi avesse visto, girai lo sguardo, non la vedevo probabilmente era a ballare con Katy.
"Una cosa veloce, ho altro da fare" puntualizzai afferrandogli la mano per uscire.

Salii in macchina accendendomi una sigaretta, innestando la prima per fare un giro.
"Mi sembri diverso James, beh all'epoca avevi 18 anni" si girò sul sedile per guardarmi, poggiando i palmi sulle ginocchia esili.
"Lo sono infatti" tagliai corto, se era venuta a parlare del passato poteva risparmiarsi, i ricordi erano dolorosi.
"Il modo scontroso è rimasto intatto, noto" scherzò portandosi una mano alla bocca.
"Sei venuta a constatare se fossi cambiato? Se è così puoi accomodarti fuori dalla macchina" sbottai irritato, tirando una boccata d'ossigeno.
"Mi dispiace averti denunciato all'epoca, non era mia intenzione" il tono mesto e dispiaciuto. A quelle parole sterzai in una stradina con la ghiaia che scricchiolava sotto le ruote, inchiodando.
"Dio James, ma sei impazzito?" Si scostò i capelli ricaduti davanti al viso, sgranando gli occhi.

I ricordi facevano male, avevo solo 18 anni, tutto sembrava pesante perfino l'aria che respiravo.
Litigai quella sera con mio padre, per lui ero la pecora nera, lo ero sempre stato.
Andai al pub di Alex dandogli la notizia che sarei andato in California per non vedere più la famigliola felice che si era creato evitandomi come la peste.
Linda era la mia ragazza da due anni, l'amavo, con lei mi sentivo una persona migliore e mi scordavo della parola fallito che mio padre mi attribuiva.

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