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Ero arrivata alla fermata del pullman, il caldo mi aveva fatto compagnia per tutto il tragitto, e gocce di sudore imperlavano la fronte. Mi sedetti un attimo a riprendere le energie sulla panchina di ferro sotto la tettoia della fermata, tirai fuori dal borsone una borraccia d'acqua e mi dissetai, rinfrescandomi un po' anche la fronte tirando su i capelli in una coda.

Quando si fermò il pullman davanti, salii. L'odore vomitevole di sudore dicorpi compressi mi raggirò lo stomaco affamato. Andai a sedermi infondo, dove scorsi un unico posto libero, isolato, accanto al finestrino pieno di scritte. Quando il pullman si rimise in moto non mi voltai per vedere ciò che lasciavo, guardai avanti verso quello che avrei dovuto affrontare.

L'uomo difronte a me scese, per lasciare posto ad una ragazza dai capelli rossi mossi; Indossava una minigonna in pelle, le gambe fasciate in una calza a rete e un mini top che copriva a malapena il senoabbondante.
Estrasse dalla borsa un panino, che guardai con occhi velati dal desiderio di mettere qualcosa sotto i denti. Mi guardò e mi sentii imbarazzata per come stavo fissando il suo panino, che odorava di buono.

"Ne vuoi un pezzo? non credo di finirlo tutto. E poi ci tengo alla mia linea" la ragazza mi rivolse un enorme sorriso che adesso ricambiai, per quanto fosse stata gentile.
Staccò a metà il panino e me lo porse, e quando lo addentai chiusi gli occhi. Sembrava da così tanto tempo che non mangiavo qualcosa che mi sembrava di sognare.

"Buono vero? piacere io sono Katy" mi porse la mano ingioiellata,sicuramente di bigiotteria, e ricambia la stretta di mano, sentendo la sua pelle vellutata al contrario della mia che era sudaticcia.

"Sei stata molto gentile, io sono Cindy" Katy annuì e iniziò a farmi delle domande. Un interrogatorio per la precisione.

"Dove sei diretta Cindy?" Guardò fuori dal finestrino e poi spostò lo sguardo verso di me.

"Miami,Florida" Le rivelai, e i suoi occhi s'illuminarono, sporgendosi in avanti e mettendomi una mano sul ginocchio.

"No?Giura, anche io sono diretta lì. Dicono che c'è il miglior locale di Burlesque di tutta l'America. Io sono una ballerina, ma qui inTennessee non c'è stato niente capace di farmi sfondare. E poi ho sentito dire che la paga è buonissima. Non sarà un accademia, ma per iniziare può andare più che bene. Te invece?...qual'è lo scopo del tuo viaggio?"

Addentò un altro pezzo di panino. Guardai un attimo fuori dal finestrino prima di rispondere.
Cosa potevo dirle? Che andavo alla ricerca della donna che aveva reso la mia infanzia uno strazio? Mentii, la cosa che sapevo fare meglio a quanto pare.

"Vado lì per cercare fortuna, ho bisogno di soldi e il Fast-Food dove lavoravo pagava una miseria di spicci".

L'unica verità è che pagavano davvero una miseria ed ogni volta ti beccavi qualche palpata di culo da vecchi bavosi, ubriachi fradici e piccoli marmocchi pervertiti, nonché anche dal capo che cercava d'infilarsi nelle mie mutande promettendo una paga migliore. Non sarei mai scesa così in basso. Allorché me la diminuì ancora di più.

"Perché non provi a venire con me? Magari ti prendono. Con quel corpo da sballo che ti ritrovi, cara mia, nessuno potrebbe negarti un ballo"mi scrutò dalla testa ai piedi entusiasta e annuì.

"Non credo che sia un posto per me, non so nemmeno ballare"confessai. Non sapevo neanche dove stava di casa il ritmo. Storsi la bocca in una smorfia come per scusarmi.

"Non è necessario saper ballare, lì devi saper essere sensuale, e te mia cara hai sensualità che sprizza da tutti i pori. Forse avresti bisogno di una ritoccata al look, ma per fortuna davanti a te hai una maga"

La mia  faccia lasciava poco spazio ad una possibilità, ma leggevo la speranza nei suoi occhi di un 'si' da parte mia. Tirò fuori dalla sua borsa un Ipod e mi porse una cuffia.

"Ascolta questa canzone e lasciati trasportare dalle note" si alzò inpiedi non curante della gente che la guardava, e mi tirò afferrandomi il braccio. Mi scusai urtando contro un signore imbarazzata, e premé sul tasto Play.

Le note sensuali e gioiose della canzone si ripercossero dentro me, iniziai ad ancheggiare sotto gli sguardi divertiti e ammirevoli delle persone, che a poco a poco iniziarono a ballare, rendendo il viaggio più leggero. Così anche i miei pensieri in quel momento scomparvero, lasciando spazio ad un po' di spensieratezza, quella che non avevo mai provato in vita mia.

Quando la canzone finì, Katy era a bocca aperta.
"Ragazza te hai stoffa, è deciso verrai con me, e non ammetto obiezioni"
Mise le mani congiunte difronte al viso, sbattendo le folte ciglia probabilmente finte.

"Ok,ok, ma solo finché non rimedierò qualche soldo per sopravvivere.Non so nemmeno dove andare a dormire" confessai, pensando aquella cosa che mi riportò alla realtà.

"Conosco un ragazzo lì. Mi frequentavo con lui ma poi ci dividemmo per vari motivi, ed è disposto ad ospitarmi. Una persona in più non fa maimale. Ti avverto è bello, però se la situazione dovesse farsi bollente, preferirei che fosse con me" mi fece l'occhiolino e scoppiò a ridere. Aveva una risata contagiosa e un sorriso luminoso.

"Tranquilla,gli uomini sono l'ultimo dei miei problemi" affermai. Ed era vero, non avevo bisogno di distrazioni. Dovevo solo racimolare soldi,trovare Eleonor, renderle la vita uno strazio, e tornare a casa.

Il viaggio era ancora lungo, quindi chiusi le tendine della finestra. Il buio era calato, mi sistemai una giacca sopra le spalle e appoggiai la testa sul sedile.

"NotteCindy, domani sarà un lungo giorno" Katy sbadiglio e s'addormentò.

"Notte Katy" sussurrai, e immaginando la mia vita chiusi gli occhi dove una lacrima solcò la mia guancia, percorrendo il tragitto che il mio corpo le voleva far fare.

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