Capitolo 14 - Il rientro a scuola

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Era lui, maledizione. Il ragazzo bendato non aveva una benda per mascherarsi, è una benda che ha sempre avuto perché da piccolo qualcuno... Gli ha cavato l'occhio destro. Allora anche lui è un giocatore. Hannie lo avrà riconosciuto per il suo sguardo, era lo stesso di tanti anni fa. Siamo di nuovo sulla panchina, come se non ci fossimo mai mossi da prima del teletrasporto, con la differenza che il tempo è andato avanti. Il fatto è che mi sento pieno, non è stato semplicemente un sogno. Controllando l'Elekt ho altre nuove canzoni quindi era la realtà. Non è il momento di ascoltarle, voltandomi verso Hannie noto il suo viso con una espressione stranissima. Tutte le emozioni espresse in un solo viso. Provo ad avvicinarmi chiedendole se andasse tutto bene ma appena accorcio la distanza fa un salto all'indietro allontanandosi da me. «Devo riflettere, ci sentiamo» correndo via dal luogo in cui stavamo. Cosa le è preso? So che quel vecchio evento le ha intristito molte giornate. Sbuffo e torno a casa che è già tardi, come se non bastasse domani devo ritornare a scuola, è finita la pacchia.

...

La sveglia suona. La prendo e la lancio verso l'armadio, facendola tacere. Sono troppo stanco. Accendo il cellulare sperando di trovare qualche messaggio di Hannie ma resto deluso, spero stia bene. Le scrivo. Mi preparo ed esco, naturalmente con l'Elekt, chissà se in classe mia c'è qualche altro giocatore oltre Tomio. La scuola è piena di alunni, tra loro qualcuno potrebbe riuscire a scoprirmi.

...

Sono solo in classe, come al solito l'unico puntuale, sbatto più volte la testa sul banco per la poca voglia di fare qualcosa in giornata e aspetto che arrivino gli altri. Dopo poco tra i miei compagni arriva anche Tomio che comincia a farmi domande sulla cena del giorno prima solo che lo fermo in anticipo perché non è consigliabile parlare del gioco quando siamo in un luogo pubblico. Gli chiedo semplicemente di essere se stesso, come lo è sempre stato, e sopratutto di non allontanarsi troppo dal suo zaino dove tiene custodito l'Elekt. Tomio, uccidendo Gary, ha necessariamente ottenuto il suo potere, Resistenza. Chissà quale fantastica combinazione ne può uscire fuori sommata ad Agilità. Siamo praticamente tutti. Entra anche la professoressa di matematica (nome in codice M) e comincia, senza neanche il tempo di salutare, a spiegare. La ho sempre odiata, non le importa se gli alunni capiscono, le importa soltanto andare avanti con il programma, che pessimo modo di insegnare. Il mio compagno di banco sembra essere molto stanco. Si chiama Elia. È un ragazzo molto curioso ma davvero un nullafacente, mi chiede spesso i compiti anche se sono il primo che non li fa. Appena la professoressa non lo guarda si poggia sul banco provando a dormire. Le 2 ore sue passano molto lentamente, tanto che ne sembrano passare 4. Finalmente se ne va, lasciandoci però troppi compiti. Bell'inizio scolastico. Qualche minuto dopo arriva la mia professoressa preferita, insegnante di filosofia (nome in codice F). Ha persino una laurea in psicologia, è proprio per questo che la adoro, sa sempre come comportarsi nel migliore dei modi con chi ha davanti. «Come avete passato le vacanze ragazzi?». La adoro. Dopo aver passato un'ora in clima di allegria un mio compagno di nome Taan viene chiamato fuori da qualcuno poco dopo l'uscita della professoressa. Dopo poco il ragazzo ritorna in classe e urla: «ELEKT!». COSA? HA DETTO ELEKT? La mia faccia e quella di Tomio hanno un'aria stupita quanto spaventata. Taan allora guarda le espressioni di tutta la classe e su un foglio scrive qualcosa. Esce e rientra poco dopo.

...

Ho capito. Qualcuno ha fatto questo giochetto con noi per vedere se in classe ci fosse qualche giocatore. Se non si sa nulla del gioco il viso della persona sarebbe confuso, mentre i giocatori avrebbero una espressione spaventata quanto stupita, come la nostra. Adesso devo capire chi c'è dietro tutto questo. Entra dopo poco la professoressa di scienze (nome in codice S), molto severa. Da quando è rientrato Taan lo tengo d'occhio tutto il tempo. Finita la sua ora mi alzo e lo prendo violentemente da parte: «CHI CAZZO TI HA DETTO DI DIRE QUELLA PAROLA?». Mi risponde spaventato: «Mi è stata consegnata una lettera, c'era scritto: "Caro Taan, vuoi avere la promozione assicurata? Per ottenerla devi fare una semplice cosa, urlare in aula la parola ELEKT e prendere nota di chi assume un'espressione stupita o almeno diversa dalle altre. Dopo di questo riponi i nomi delle persone dentro questa lettera e consegnala in segreteria". Era firmato con "una tua professoressa". Non c'era scritto nient'altro!». Maledizione... Allora una di quelle 3 professoresse di oggi è una giocatrice. Noi non sappiamo chi sia lei ma quest'ultima invece conosce le nostre identità. Potrebbe essere M, antipatica come poche; F, la psicologa; o la S, la più severa e riservata? Devo trovare un modo per identificarla.

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Aspetta un attimo, e se fosse proprio Taan a essersi inventato tutto questo piano?

The Elekt - Il giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora