Cosa?... Oddio... Cosa. Devo. Fare? «MI SONO D-DIMENTICATO DI AND-DARE A LA-LAVARMI LE MANI». Mi alzo velocemente da tavola e corro verso il bagno. Intanto sbatto la spalla contro una porta ma non ne sento il dolore. Mi chiudo in bagno e mi sciacquo la faccia. COSA DEVO FARE? Ok, mi piace... Ma in questa situazione, in questo gioco, io non ho mai pensato di trovarmi una ragazza, sopratutto perché mi sono praticamente lasciato da poco. Non ho idea di cosa debba fare. Sento bussare alla porta. «Ehi Koh, tutto bene?». «Sì, tranquilla. Mi sono lavato le mani». Apro la porta. Le vedo di nuovo quegli occhi.
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«Non c'è bisogno che mi risponda ora, stai tranquillo, ho capito tutto». L'unica cosa che mi esce dalla bocca è: «Scusami...». Sembra non prenderla tanto male, anzi sembra piuttosto allegra, probabilmente perché è riuscita a dichiararsi. Ma come saranno adesso i nostri rapporti? Lei: «Dai, dai, le mie prelibatezze si stanno raffreddando, andiamo, su!». Mi siedo e comincio a mangiare. Ogni tanto il nostro sguardo si incrocia ma lo interrompo per l'imbarazzo. Questi piatti sono davvero buonissimi. Il pranzo silenzioso finisce dopo qualche minuto. Lei si alza senza dire niente e va a prendere qualcosa. Torna con le maschere. Le stesse usate nell'altra cena. «Cerchiamo di non dimenticarle, da un momento all'altro il Creatore verrà a darci la card per la seconda cena. Anche se siamo rimasti in 10 c'è ancora qualcuno che potrebbe non conoscerci. Giusto per prevenire». Annuisco. Non voglio ancora parlarle di tutte le mie scoperte. Vorrei aspettare. Questa giornata deve rimanere di relax. Sembra leggermi nel pensiero perché mi chiede: «Come te la cavi con i videogiochi?». Cosa? Ha questo tipo di hobby? «Mi spiace per te ma non sono niente male». «Lo vedremo!». Mi prende per mano e mi trascina nella sua stanza. È piuttosto sobria per essere la camera di una ragazza. Ci sediamo sul letto e mi passa un controller. Accende il monitor e la console. Passiamo un piacevole pomeriggio, anche se perdo gran parte delle partite. È davvero brava, anche in giochi che conosco da una vita! Si fa già tardi e stacchiamo. Ci alziamo, io deluso dalle mie numerose sconfitte, lei più che soddisfatta.
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Tutto intorno, nel giro di pochi secondi, si fa buio. si fa buio. Eccolo. Compare dal nulla il Creatore. Esce dalle maniche due card e ce le cede, senza dire una parola. Poi sparisce. Torna l'ambiente che conosciamo. Da quell'atteggiamento allegro e spensierato che avevamo siamo passati a un viso pieno di fastidio. «È tra un'ora, ci conviene andarci a preparare».
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Siamo nella stessa panchina di una settimana fa, aspettando nuovamente che il teletrasporto si avvii. Il Creatore era piuttosto strano, aveva un modo di fare diverso dal suo solito. Il fatto che non abbia parlato mi sorprende, non gli si vedeva neanche il sorriso. Qualcosa non va. Credo sia il momento di riferirle di Esil e di Elia. Lei sta in silenzio tutto il tempo, fino alla fine della mia ultima parola. Non aggiunge nulla neanche dopo. Semplicemente un: «Ho capito». Sembra innervosita. Dopo qualche minuto di silenzio tombale mi guarda e comincia a chiedermi: «Credi che Elia abbia ragione? Effettivamente sono stata io a portarti in determinati scontri senza prima sentire la tua opinione. Ce l'hai con me?». A queste parole così infantili mi tornano in mente i vecchi tempi, quando giocavamo da piccoli e uno si arrabbiava con l'altra. Io non credo di provare rancore verso di lei. Anzi. Piuttosto la colpa è solo mia che continuo a seguire un sentiero che gli altri percorrono per loro scelta. Devo cominciare a creare un mio sentiero e, magari, potrebbe incrociarsi con quello di altri. Solo in quel caso potrei operare o prendere iniziative in linea con le altre persone. «Ovvio che no, stai pure tranquilla». Lei mi sorride e, rilassandosi fisicamente, si distende sulla panchina lasciando la sua testa sulla mia spalla. Comincio a sentirmi il viso caldo, credo per l'imbarazzo, ma mi sento bene.
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Alza la testa ed esclama: «Mancano pochi secondi, prepariamoci!». Indossiamo le maschere e prendiamo le card. Veniamo nuovamente trasportati in quella stanza, la stessa dell'ultima volta. L'unica differenza è la lunghezza del tavolo. Adesso è allestito per 10 persone più un posto a capo tavola. A quel posto il Creatore è già seduto, con il pugno chiuso su cui poggia la sua testa. La alza leggermente e dice: «Sedetevi pure, benvenuti finalisti del gioco, siete rimasti in 10. Dovreste esserne fieri». Ci sediamo accanto a Rew che sta immobile e zitto a fissare. Mentre il Creatore blatera io, sottovoce, gli chiedo come si sentisse, ma non ottengo risposta. Ricomincio a sentire l'uomo incappucciato che, però, ha appena detto qualcosa di importante che non ho seguito. «7, comincia tu visto che sei così distratto?». Cominciare a fare cosa? «Su, levati quella maschera e presentati, facciamo in fretta». DAVANTI A TUTTI I MIEI NEMICI?
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The Elekt - Il gioco
Science Fiction#1 Fantascienza. Il primo libro che puoi leggere ascoltando la TUA musica. L'anima dei 30 partecipanti a questo gioco è legata all'Elekt e alla musica che esso contiene. Soltanto ascoltando la tale musica da questo particolare dispositivo si ottengo...