Capitolo 42 - Forza di volontà

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Rispondo con ribrezzo: «Cosa vuoi?». «Eh ma che sei diventato acido, che fine ha fatto l'innocuo e dolce Koh che amavo tanto?». «Se non hai nulla di serio da dirmi ti chiudo il telefono in faccia, mi hai preso in un momento leggermente inappropriato». «Che sei noioso, volevo solo congratularmi con te e con la tua amichetta che siete arrivati fino al combattimento finale, sinceramente non me lo aspettavo. Avete fatto un buon lavoro uccidendo quei 2 oggi». Ovviamente tutte queste informazioni le ha ottenute grazie al RADAR Prototype. «Ok, è tutto?». «No, volevo organizzare data e ora per la battaglia finale. Domani noi non ci siamo, quindi scegli tra giovedì e venerdì. Sabato vorrei prendermelo libero». Prima dovrebbe arrivarci viva a sabato. «Ne parlo con i miei alleati e ti faccio sapere». «Vi aspettiamo con ansia. Ah sì un'ultima cosa, la prossima volta evitate di combattere in mezzo a un mucchio di gente, siete finiti in TV idioti». Impallidisco. Chiudo la chiamata senza rispondere e accendo la TV. Facendo un rapido giro di canali trovo il telegiornale con delle riprese mal fatte del nostro combattimento. Non mi ero accorto che qualcuno dei presenti stesse riprendendo... Fortunatamente nella parte in cui sono senza maschera non mi si vede bene la faccia, ero molto lontano. Elia non viene inquadrato per niente, Hannie e Flake però sono molto riconoscibili... Scrivo nel gruppo dell'alleanza l'accaduto. Non ottengo risposta. Aggiungo che sarebbe meglio che non uscissero di casa in questi ultimi giorni, entrambe potrebbero finire nei guai. Ricevo un "ok" da entrambe. Spero solo che lo facciano sul serio. Adesso però spengo il dannato cellulare e mi addormento sul divano, crollando dalla stanchezza.

...

Mi sveglio di mattina presto. Ho dormito davvero tutta la notte sul divano? Cavolo... dovevo provare ciò che mi ha detto Esil, voglio incontrare al più presto River per fargli sapere dell'accaduto, ma forse è meglio così: oggi potrei andare dalla ragazza all'ospedale per chiederle cosa vuole far sapere a River. Ogni tanto ci ripenso: ancora non ci credo abbia funzionato.

...

MA CERTO! Lei quando era in coma era in una stato di sonno, sentendo la musica dal mio Elekt lei ha sognato River, anzi, ha realmente vissuto un incontro in quei pochi minuti con il vero River. Probabilmente questo ha aiutato a svegliarla, lui stesso le ha parlato per svegliarla. Quindi sa che le ho detto una balla? Spero non ce l'abbia con me... Mi preparo rapidamente e mi dirigo all'ospedale. Appena cominciato l'orario delle visite busso ed entro nella stanza. Lei sta ancora dormendo, sembra non avermi sentito. Non so se svegliarla o lasciarla riposare. Ciò che mi fa piacere è che si vede dal viso che ha riacquistato colore: quando era in coma sembrava praticamente bianca, eccessivamente pallida... Si affaccia un medico dalla porta, guardandomi, sorridendomi e facendomi cenno di raggiungerlo. Arrivo di fronte a lui nel corridoio. Inizia: «Come hai fatto a farla svegliare? È da un anno che sta in queste condizioni, appena sei arrivato tu, perfetto sconosciuto, lei è come resuscitata. Era ormai dato per quasi impossibile il suo risveglio, eppure eccola lì. Cosa hai fatto? Cosa hai usato? Sappi che può essere utile a milioni di persone in tutto il mondo che stanno in cattive condizioni». Non posso parlare dell'Elekt, non mi converrebbe con quello che il telegiornale ieri ha riportato, quindi me la gioco in altro modo: «Conoscevo River, lui mi ha fatto sapere della situazione di Roby...» ma vengo interrotto da un'altra sua frase: «River, ogni giorno veniva qui per lei, è sempre stato qui per lei. Non so se sai la loro storia, ma non sono veri e propri fratelli, ma fratellastri...».

...

Cosa?... Sono davvero fratelli? E io che pensavo ci fosse qualcosa di più tra loro... Continua: «... ma la cosa che più mi rende perplesso è un quesito che mi sto ponendo da quando si è svegliata: perché ieri lui non è venuto e al posto suo c'eri tu? Lo stesso oggi. Gli è successo qualcosa?». Non posso parlarne, quindi sarò schietto: «Non ho idea di cosa sia successo a River, mi ha chiesto solo di prendermi cura di lei. Ieri sono venuto appositamente per questo, ma non mi sono limitato a guardarla o sorvegliarla, sono riuscito a portare l'essenza di suo fratello fino a lei, anche se non era presente, usando una canzone che lui stesso ha composto per lei quando ancora non era avvenuto l'incidente...». Cavolo, me la sto cavando bene a improvvisare nascondendo la verità. «... quindi lei dice di non averlo visto, ma lui c'era davvero, ma non fisicamente». «Mi stai dicendo che è stato semplice amore fraterno a riportarla al nostro mondo?». «Diciamo che è così». Si siede un attimo su una sedia del corridoio, poi aggiunge: «Capisco, a volte, quando si sta in situazioni difficili, la forza di volontà ci fa sempre rialzare, qualunque cosa succeda. Tale forza però non è esclusivamente dovuta alla volontà dell'individuo, ma si fa grande grazie alle persone che ama, grazie a chi gli sta vicino. So per esperienza che spinti da questo voler bene, se non amare, si può superare qualunque ostacolo, ma non pensavo fino a questo punto». Cavolo... questo non è un semplice medico: dietro il camice e l'espressione professionale si nasconde qualcuno che ha vissuto qualche esperienza negativa. Dopo pochi secondi di sguardo fisso verso il pavimento si alza sfregandosi le mani. Aggiunge: «Qualcosa non mi torna, ma farò come ha detto la signorina Ruby: "non lo conosco ma so che posso fidarmi di lui". Ci si rivede ragazzo». Ruby ha davvero detto questo di me? Il medico si allontana salutando muovendo ampiamente il braccio. Rientro nella stanza della ragazza, ma la trovo seduta sul lettino. Mi avvicino e la saluto. Lei si slancia dal lettino e mi salta addosso, abbracciandomi... MA CHE LE PRENDE?

The Elekt - Il giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora