Capitolo 34 - Svegliati!

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Al diavolo. Chiudo gli occhi anche io e mi preparo al bacio. Le nostre labbra si toccano e al contatto inizio ad arrossire come non mai. Durante questo delicato bacio mi abbraccia con forza, cominciando a piangere più intensamente, come se il mio bacio in risposta al suo fosse un evento impossibile. Effettivamente lo credevo neanche io, e ora che ci penso non so neanche perché lo ho fatto, ma so solo che volevo. Interrompe lentamente il bacio e continua a stringermi.

...

In poco tempo la forza dell'abbraccio si affievolisce. Il suo corpo si adatta alla forma della panchina, fino ad arrivare a una posizione del tutto rilassata. Sembra essere svenuta. Sarà stanca e stremata. Meglio portarla a casa sua. La prendo tra le braccia e la sollevo, indirizzandomi verso la sua abitazione. Certo che la gente che mi vede con una ragazza incosciente tra le mie braccia mi guarda stupita, chissà che pensa. Ogni tanto la guardo in viso e noto che ha un'espressione davvero rilassata e accompagnata da un sorriso puro. Non riesco a fissarla per più di 3 secondi che arrossisco e mi viene spontaneo guardare altrove...

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Arrivo a destinazione. Cerco di svegliarla, ma non risponde. Allora frugo nella sua borsa per trovare le chiavi, trovando l'Elekt e le cuffie, un portafoglio e una sorta di foglietto più volte piegato. In preda alla curiosità lo apro e... Trovo tanti cuoricini, frasi amorose e più volte scritto il mio nome ovunque. Tutte queste scritte sono fatte con diversi colori di penna. Probabilmente le ha scritte in momenti diversi. Dopo qualche secondo di paralisi rimetto tutto al proprio posto, ma continuo a non trovare le chiavi: probabilmente le tiene in tasca. No, non metto mani tra la sue tasche. Mi siedo sotto il portico e ogni tanto la chiamo per nome per farla svegliare, ovviamente in maniera delicata. Dopo pochi minuti, quando stavo per addormentarmi sempre con lei in braccio, la vedo aprire gli occhi. A quanto pare non capisce dove si trova e come è arrivata qui. Mi guarda. Arrossisce subito dopo qualche secondo. Si lancia più avanti atterrando in piedi, esce dalla sua tasca le chiavi, apre la porta, entra e chiude.

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Ma che?... Perché cambia atteggiamento così velocemente? Forse vuole apparire forte ai miei occhi e crede che in questo modo io la possa apprezzare di più... Fatto sta che qui ho ancora la sua borsa, si è dimenticata di prendersela. Infatti in pochi secondi apre nuovamente la porta, prende la borsa che avevo a pochi centimetri da me e torna dentro, salutandomi: «Grazie di tutto, a domani» con un sorriso quasi forzato. Rimasto pietrificato per un po' di tempo inizio a camminare per tornare a casa e lanciarmi sul letto. È stata una giornata davvero snervante.

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Quasi arrivato a casa mi arriva un messaggio: è da parte di Esil. Bastardo. Come fai ad avere anche il mio numero? Lo apro: "Ehi Koh, sono Esil. Adesso con il tuo ho tutti i numeri dei partecipanti al gioco. Come avrai capito non aiuto soltanto te, informo tutti coloro che hanno bisogno di informazioni, di qualunque tipo. Senza di me questo gioco sarebbe noiosissimo. Invece, con la mia presenza, per citare il mio filosofo preferito, Hegel, secondo il quale la guerra è [come il movimento dei venti che preserva il mare dalla putredine],  questo gioco non andrà mai in putrefazione perché ci sarò sempre io a muoverlo. Buona fortuna per la finale. Ormai siamo alla fine". Bastardo, lo sapevo. Sta giocando con le nostre menti, ma a che scopo? Solo per divertimento? È davvero insopportabile... Ormai è tardi. Per oggi non farò davvero più nulla. Arrivo a casa e come da programma mi butto sul letto, senza cenare, addormentandomi immediatamente.

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Mi sveglio con il piede sbagliato... Non ricordo esattamente cosa abbia sognato, so solo che stavo bene in quel mondo immaginario. Controllo su internet gli orari delle visite dell'ospedale. Sono state spostate per un lungo periodo dall'orario pomeridiano a quello mattutino, quindi credo che andrò questa mattina stessa da quella ragazza. Mi preparo con calma, faccio colazione domandandomi quando è stata l'ultima volta che sono stato così tranquillo di mattina. Effettivamente in questo periodo dovrei andare a scuola, ma ormai il gioco è quasi finito, devo concentrarmi e non distrarmi: non posso continuare la mia vita come se niente fosse, tanto la mia identità è già stata rivelata agli altri giocatori. Finito il gioco potrò tornare alla mia vita normale, se potrà davvero essere definita così. Poco prima di uscire di casa prendo la foto di River e la fisso per un po'. Mi viene da piangere. Mi sento sempre più in colpa e dispiaciuto per ciò che è successo, sinceramente non posso ancora crederci...

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Tra un pensiero negativo e l'altro arrivo giusto in tempo per l'orario delle visite all'ospedale. All'entrata una signora alla reception, se così si può definire, mi chiede con tono acido cosa mi servisse. Mostro la foto. Mi squadra un momento con gli occhi, poi con uno sguardo perplesso e indeciso mi parla: «Quarto piano, stanza 8B». La ringrazio e mi incammino preferendo le scale all'ascensore. Non so perché, ma sono preso da una sensazione di ansia, quindi a modo mio sto cercando di perdere tempo. Arrivo infine alla stanza. Busso ma non ottengo risposta. Allora entro piano e vedo una camera piuttosto priva di comfort, molto riduttiva. Chiudo la porta e mi siedo accanto a lei. Ha un aspetto terribile... Beh, è pur sempre un anno che si trova in queste condizioni. Smetto di esitare, prendo l'Elekt, lo accendo e le metto le cuffie che fino a quel momento solo io avevo usato. Leggermente aumento il volume della musica. Passano i minuti ma non ottengo risultati, non si è minimamente mossa. Allora non so perché, ma voglio fare un ultimo tentativo. Accanto a ogni canzone c'è il numero del giocatore a cui apparteneva: ogni giocatore comincia con delle canzoni e una volta ucciso queste passano automaticamente all'Elekt dell'uccisore. Le canzoni di River sono infatti passate prima nell'Elekt di Ethan e ora si trovano nel mio. Se non sbaglio il numero di partecipazione di River è 17. Trovo le canzoni con il 17 e le metto in sequenza tenendo alto il volume, ma non in modo esagerato. Passa qualche minuto e ancora nulla. Sto per staccare tutto per tornare a casa da sconfitto ma...

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HA APERTO GLI OCCHI!

The Elekt - Il giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora