Capitolo 44 - Il vantaggio

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Maledizione, non abbiamo alcun modo di contattarla, non ho idea di cosa fare... Hannie mi consiglia di chiamare Elia, e così faccio. Risponde subito: «So cosa sta succedendo, la polizia la ha identificata. La sto portando a casa mia, è salva, tranquilli» chiudendo subito la chiamata.

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Per un attimo ho creduto che a inseguirla fossero i nostri avversari, invece la polizia ha proseguito, dopo la perdita di un obiettivo, ovvero Hannie, a quello successivo, Flake. Ma come hanno fatto così in fretta a identificare e a trovare i loro indirizzi? Come mio solito mi rendo conto troppo tardi che sono perso nei miei pensieri e che attorno a me sta succedendo altro: Hannie mi fissa ancora con le lacrime agli occhi, tutta bagnata a causa della pioggia. Guardando quello sguardo e quelle lacrime provo una strana sensazione tendenzialmente piacevole. Arrossisco... «Ti preparo un bel bagno caldo, così non ti prendi un raffreddore. Ti prendo anche dei vestiti miei, così non starai al freddo subito dopo, intanto accomodati pure in bagno». Mi fa cenno con la testa e la accompagno. Apro l'acqua calda nella vasca, le porto dei vestiti puliti ed esco. Andando per chiudere lentamente la porta vengo fermato da: «Ehi Koh». Resto sull'uscio, mi affaccio per sapere che le serve, ma... Mi bacia mentre mi accarezza il viso.

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Non so cosa mi prenda ma anziché allontanarmi, come avevo pensato nei primi istanti del bacio, faccio un passo in avanti, senza staccare le labbra dalle sue, avvolgendole un mio braccio su un fianco e l'altro sulle spalle, accarezzandole i capelli. Nel momento in cui le nostre labbra si separano mi fissa con uno sguardo dolcissimo, mostrandomi probabilmente il miglior sorriso che io abbia mai visto... Arrossisco nuovamente e chiudo la porta dicendo: «Se ti servisse qualcos'altro non esitare a chiedere». Non sento risposta. Allora mi stendo subito sul divano cercando di abbassare la temperatura corporea. Tra me e lei può davvero esserci qualcosa? Forse durante il gioco è meglio non distrarsi troppo, ma una volta finito e tornato tutto alla normalità forse potrebbe essere tutto realizzabile. Credo di ricambiare i suoi sentimenti...

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OH CAZZO HO BRUCIATO IL PRANZO! Apro il forno dove avevo messo a riscaldare la pietanza surgelata ma è uscita una nuvola di fumo nero. Nulla, tutto da buttare. Per quando lei avrà finito le dovrei far trovare qualcosa di pronto da mangiare, dopotutto è appena fuggita da casa sua, non avrà avuto tempo di pranzare. Fortunatamente trovo nel congelatore le pizze che tengo per le occasioni speciali, le inforno e aspetto, questa volta facendo attenzione al tempo. Intanto mi arriva un messaggio da Elia: "Siamo arrivati vivi a casa mia, qui dovremmo essere al sicuro. Il luogo dell'incontro per organizzarci lo spostiamo qui. So che può sembrare strano ma fidatevi di me". Fortunatamente sono stato a casa sua una volta, quindi so dove si trova. Le pizze sono pronte, le metto in tavola e vado per chiamare Hannie da dietro la porta. Prima busso, poi: «Quando hai finito esci che è pronto a tavola, ti aspetto in cucina». Dopo qualche secondo di silenzio mi risponde: «Ehi Koh, mi hai portato solo una maglietta, mi servirebbero anche dei pantaloni...»

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«SCUSA SCUSA, VADO SUBITO A PRENDERLI!». Corro nella mia stanza, prendo i primi che trovo e torno dietro la porta. Questa si apre leggermente e vedo il suo braccio fuoriuscirne. Le poggio l'indumento sul braccio e infine lo ritira, richiudendo la porta. Che figuraccia... Passa poco ed esce dal bagno pettinandosi i capelli ancora umidi. Ci sediamo a tavola e cominciamo a mangiare. C'è un clima piacevole ma allo stesso tempo particolarmente teso, probabilmente per poco fa. Finiamo tranquillamente tutta la pizza e lei mi ringrazia. Alzatici dal tavolo la porto in camera mia per farle scegliere dei vestiti che le piacciono di più. Dopo averli scelti rimane sola in camera a cambiarsi. Purtroppo non abbiamo tempo di rilassarci, dobbiamo andare a casa di Elia. Portiamo tutto l'occorrente nei nostri zainetti ed usciamo di casa, ovviamente lei con un cappuccio per non farsi riconoscere facilmente. Bene, ha smesso di piovere. Ci incamminiamo ma dopo aver girato l'angolo sento delle sirene. Mi affaccio e vedo due macchine della polizia fermarsi davanti casa mia. MA COME SANNO DOVE ABITO IO CHE NEANCHE MI VEDO NELLE RIPRESE?

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Credo di aver capito. Ci precipitiamo in casa di Elia e dopo aver verificato che siamo noi ci apre. Ci sediamo su un tavolo quadrato e cominciamo a discutere. Elia: «Ho cambiato il luogo dell'incontro perché se hanno saputo identità e indirizzo di Hannie e Flake è perché qualcuno li sta informando, ovvero i nostri nemici». Lo sapevo che c'entravano loro. Continua: «Sfruttando il radar hanno identificato le case di ogni giocatore che almeno una volta ha usato l'Elekt in casa propria. Flake lo ha fatto spesso per usare il suo prototipo, non so voi due ma lo avete fatto immagino. Fatto sta che non possono sapere che siete qui fino a quando non usate l'Elekt in questa casa. Al momento questo è il luogo più sicuro per voi. Il nostro vantaggio consiste nel fatto che loro non mi conoscono e quindi non sanno che avete un alleato esterno al gioco, inoltre noi sappiamo che hanno il RADAR Prototype ma loro non sanno che noi abbiamo l'EAR Prototype. Non ci resta che aspettare il combattimento finale, però dobbiamo provare una cosa, qualcosa che non vi piacerà». «Di che stai parlando Elia?». «Dobbiamo "evocare" il creatore per chiedergli un favore».

The Elekt - Il giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora