Le mie gambe non sono più in grado di reggermi, e cascherei a terra come un peso morto se non ci fosse James a sostenermi. Il mio corpo è mosso da spasmi incontrollabili, la mia mente è in bianco. Non posso credere che abbiano fatto una cosa simile. Non posso credere che abbiano veramente ucciso una persona solo per una stupida esercitazione.
Un pensiero ancora più orribile mi passa per la mente: e se anche il resto fosse vero? Se le scritte fossero veramente state fatte col sangue, se quelle terribili urla appartenessero davvero alla ragazza?
Sento di voler piangere, ma credo di essere ancora sotto shock. Le braccia di James mi stringono a sé, e io affondo il viso nel suo petto. Non voglio più vedere niente, solo stare stretta a lui per sempre. Le sue braccia mi avvolgono, infondendomi sicurezza. Lentamente, sento il mio respiro regolarizzarsi. Inspiro il dolce profumo di James, e penso che sia l'odore più buono che abbia mai sentito. Ed è in questo senso di pace, che capisco. Non abbiamo perso la sfida, non ancora. E Quella ragazza non è vera, probabilmente è fatta di cera o non so quale altro materiale. Credo che fosse la ciliegina sulla torta: un'ultima prova psicologica da affrontare, prima di poter dire di aver superato la prova.
Così non sono affatto stupita quando sento un Richard spaventato sussurrare: "È finta."
Ora so che è questo che volevano da noi: che reagissimo agli imprevisti, non rimanendo spaventati ma analizzando anche le situazioni più difficili fino in fondo.
In quel momento, sento la porta dalla quale siamo entrati, aprirsi. È finita. A malincuore mi stacco da Jay, mentre usciamo da quella stanza infernale.
Il volto dell'istruttrice è raggiante.
"Ottimo lavoro, soldati! Avete battuto tutti i precedenti record! Siete usciti con venti minuti di anticipo." Ci informa. Sgrano gli occhi, incredula. Davvero siamo rimasti là dentro solo per quaranta minuti? Mi sembra che sia passato un secolo. Ad ogni modo, sento un sorriso stirarmi le labbra. Ce l'ho fatta. Alla faccia del colonnello.
"Per voi, la lezione è finita: il resto della giornata è libera, dato che dovrò rimanere qui a testare le prossime tre squadre." E detto questo, ci congeda.
È quasi con sollievo che usciamo dal pianoterra, abbracciando con meraviglia la luce del sole ormai allo Zenit.
"Siamo stati bravissimi!" La voce squillante di Sarah mi risveglia dai miei pensieri. Rido, mentre con sorpresa la vedo abbracciarmi. In quel momento, capisco che è nata una bella amicizia fra noi.
Non ho ancora avuto il tempo di rispondere del tutto al suo abbraccio, che sento James alzarmi alla sua altezza e farmi saltare in aria per poi riacchiapparmi al volo, come una bambina. Urlo divertita, mentre un'involontaria e cristallina risata si propaga in tutto il mio corpo. Quando mi rimette per terra, vorrei che mi riprendesse di nuovo tra le sue braccia. Mi gira leggermente la testa mentre Richard si congratula con me. "Ottimo lavoro. Siete svegli." Dice a me e a Jay, e credo che detto da lui sia un grande complimento. Quando mi tende la mano io la stringo energicamente, un sorriso raggiante sul volto.
"E ora che si fa?" La voce di James è spensierata come non lo era da un pezzo. Sono talmente felice di sentirla così raggiante che la sua allegria mi contagia.
"Passeggiata tra i campi?" Propongo.
Tecnicamente non credo che si potrebbe, e la faccia leggermente contrariata di Richard è una conferma. Sarah invece, accetta con entusiasmo.
"Oh, sì! È da tanto che non esco dalla caserma!"
"Non credo che sia il caso..." Ribatte il suo amico. Effettivamente non ha tutti i torti, ma sinceramente non ho nessuna voglia di allenarmi dopo questa estenuante esperienza, e l'unica cosa che mi andrebbe di fare è rilassarmi. E poi, l'istruttrice ci ha lasciato il resto della giornata libera. Sarebbe così tremendo se scappassimo per un'oretta via da qua?
"Andiamo cervellone, non hai mai trasgredito ad una regola?" La voce di James è accattivante, e offre una sfida così allettante che Richard accetterà sicuramente. Cosa che, infatti, fa subito dopo.
"D'accordo. Seguitemi e reggetemi il gioco."
"Così ti voglio!" Ribatte il mio migliore amico, trionfante.
"Ragazzi... Solo per un'ora, d'accordo?" La voce di Richard è leggermente apprensiva.
"D'accordo." rispondiamo all'unisono.
Visibilmente tranquillizzato, il nostro nuovo amico ci fa segno di seguirlo.
Poi, contrariamente a quello che mi sarei aspettata, si dirige verso l'entrata principale. Ma non hanno un'uscita secondaria dove possono sgattaiolare fuori indisturbati? Comincio a pentirmi di aver lasciato la situazione in mano a Richard, quando i miei pensieri vengono interrotti dalle vedette, una per lato della caserma, che al vederci avvicinare ci sbarrano la strada.
"Che intenzioni avete?" Ci chiede quella che ci sta di fronte, dall'alto delle mura.
"Uscire per un'ora, signore! Breve ricognizione del territorio. L'istruttrice Hadams l'ha ordinato personalmente."
La voce del nostro amico suona così sicura e decisa che devo fare uno sforzo per apparire seria e rilassata, reprimendo il mio stupore.
Anche la vedetta sembra crederci, perché apre la porta davanti a noi, lasciandoci passare.
Una volta fuori, non riesco a fare a meno di trattenere una risata. Era da tanto che non mi divertivo così.
L'erba verde dei campi di fronte a noi ci invitano ad attraversarli, dolce promessa di libertà.
"E adesso, tanti cari saluti all'istruttrice Hadams!" Esclama Jay. Non ho nemmeno il tempo di rendermene conto. Mi afferra la vita e dopo un attimo sono aggrappata alla sua schiena.
"Per chi mi hai presa, un koala?" Gli chiedo ridendo, mentre le mie braccia scivolano attorno alle sue spalle, per non scivolare. La sua pelle ha un fremito, quando la sfioro. Sembra quasi un saluto, e sorrido scioccamente tra me e me.
"Un koala terribilmente pesante." Mi canzona, la voce fintamente affaticata.
Gli tiro i capelli per gioco, fingendo di essermi offesa. Il suo respiro si spezza, ma fingo di non accorgermene.
Appoggio il mento sulla sua spalla, per guardarlo meglio in viso.
Il suo sorriso scintillante mi contagia immediatamente, provocandomene a mia volta uno.
"Mi sa che oggi qualcuno è di buonumore." Commento.
Lui mi guarda raggiante.
"Ragazzi, ma vi rendete conto? Abbiamo battuto ogni record d'istituto! Siamo i secchioni!"
Sta ancora ridendo, quando inizia a correre.
Urlo, colta alla sprovvista, ma vedendo Richard e Sarah tenergli dietro divertiti, ho voglia solo di ridere.
"Seguitemi, so io dove andare!" Sento gridare a Sarah alla nostra destra, e Jay annuisce di rimando.
Mi aggrappo ancora più saldamente a lui, che mi trasporta come se pesassi meno di una piuma. Merito di tutti quegli esercizi ideati da Aper.
Il vento che mi accarezza il viso profuma di primavera, mentre il sole mi scalda deliziosamente la schiena. Intorno a noi, campi traboccanti fiori, sporadici alberi e la caserma sempre più piccola alle nostre spalle.
Non ho la minima idea di dove stiamo andando, ma è così meraviglioso che sono sicura sarà un posto fantastico.
Lo stomaco si riempie di farfalle svolazzanti quando James accelera.
Non riesco a trattenere una risata, sentendomi piena di calda e meravigliosa vita come non lo ero da un pezzo. Tutti i test, le sparatorie, le fughe, enigmi da risolvere... È tutto finito. Ho vinto, ce l'ho fatta. Ce l'abbiamo fatta. Ora ci daranno una missione importante, e potremo finalmente sopprimere i nostri nemici.
Una folata di brezza improvvisa mi libera i capelli da dietro le orecchie, facendoli galoppare liberi in aria, stalloni dorati nelle praterie dei cieli.
Il canto di una cincia è più delicato dei colori dei fiori.
Quasi non mi accorgo quando ci fermiamo; i miei occhi si spalancano involontariamente, colpiti. È il posto più bello che io abbia mai visto: una distesa infinita di erba alta e scintillante, si muove a ritmo della danza del vento. Un ruscello, poco più in là sulla sinistra, gorgoglia canticchiando motivetti senza senso. Sulla sponda destra un enorme salice piangente sfiora con le foglie la superficie dell'acqua. Fiori viola e gialli sono disseminati dappertutto, impregnando l'aria di un delicato profumo.
"È... Stupendo." Sento sussurrare a James, e dal suo tono di voce capisco che è incredulo quanto me.
Richard dev'esserci già stato, perché non appare visibilmente colpito, ma piuttosto orgoglioso per questo posto: ha disegnato sulle labbra un sorriso fiero.
Scivolo lentamente giù dalla schiena di James, avvicinandomi a Sarah.
"Grazie per avere condiviso con noi questo posto. So cosa vuol dire amare un luogo con tutto sé stessi."
Sento di stare per commuovermi, e mi sento abbastanza sciocca. Abbasso lo sguardo mentre sento affluire il sangue alle guance, imbarazzata, ma lei mi prende le mie mani tra le sue. Nella sua stretta percepisco gratitudine, comprensione e rispetto. So che ha capito.
Un tonfo alle mie spalle mi fa voltare di scatto. James è sdraiato tra l'erba folta, le braccia incrociate dietro la schiena, il viso ad assaporare le carezze del sole, gli occhi socchiusi dietro le folte ciglia. Vorrei rimanere lì a guardarlo, per sempre. Lui si accorge che lo sto fissando, e un'espressione strana gli nasce sul volto, ma non ho ancora fatto in tempo a decifrarla che è già sparita.
"Vieni qui, tu!" Mi apostrofa. È un invito troppo bello per poterlo rifiutare. Così mi sdraio di fianco a lui, e sento il suo braccio circondarmi le spalle. Non dovrei farlo, ma in fondo non penso ci sia nulla di male. Così mi faccio più vicina a lui, appoggiando il viso e il braccio destro sul suo petto, mettendomi su un fianco. Il battito regolare del suo cuore mi culla. Sento Sarah e Richard di fianco a noi imitarci, adagiandosi sull'erba morbida.
Il sole che mi attraversa la pelle è una sensazione bellissima.
Non so per quanto tempo rimaniamo così, zitti a prendere il sole e a riposarci dopo questa lunga giornata, so solo che è bellissimo.
Mentre sono immersa in questa meravigliosa pace mi vengono in mente immagini di giornate felici, passate coi miei amici alla nostra caserma. Il mio cuore sorride, malinconico: forse è il momento di svoltare pagina.
A un certo punto, mi accorgo di avere una sete incredibile. Mi scosto dolcemente da James, che si è addormentato.
"Dove vai?" Mi mugugna, accortosi della mia assenza di fianco a lui.
"Torno subito, vado a bere al ruscello e arrivo. Tu continua a dormire." Gli sussurro rassicurante. Lui, convinto, richiude gli occhi. Il suo viso è molto più rilassato mentre sogna. Vorrei tanto accarezzargli i capelli e cullarlo tra le mie braccia, e una parte di me mi sussurra che non ci sarebbe niente di male. Tendo una mano verso di lui.
No. Lo farei solo soffrire. Farei soffrire anche me.
Così la ritraggo, alzandomi.
Mi sento quasi in colpa a rovinare con i miei passi il morbido manto di erba intorno a me, così Affretto il passo.
L'acqua gelida del torrente è una gioia per la mia gola riarsa.
Sto ancora bevendo quando sento dei passi alle mie spalle. Non faccio in tempo a girarmi, vedo Sarah inginocchiarsi di fianco a me e imitarmi. Prego con tutta me stessa che non abbia assistito alla mia patetica lotta interiore, perché potrebbe essere molto imbarazzante.
"Tu lo ami?" La sua domanda mi fa sussultare, improvvisa e diretta come il volo di una freccia. È lo stesso quesito che mi ha posto Jay, una settimana fa. Solo che adesso posso anche non mentire. Devo parlarne con qualcuno, altrimenti impazzisco. E con Sarah, mi sento come se la conoscessi da anni. Forse, mi ricorda scioccamente Rachel.
Rimango zitta, a guardare gli scintillii sull'acqua che si infrange sulle mie mani. Non ho il coraggio di guardarla negli occhi.
"Sì." La mia voce è piena di rimpianto.
"È così evidente?" Le domando, riuscendo finalmente ad alzare lo sguardo.
Il suo volto è amichevole e gentile.
"Direi proprio di sì." Mi risponde.
Non so cosa ribattere, mentre il mio cuore inizia a correre nel mio petto, confuso.
"Anche lui ti ama." Dice Sarah dopo un po'. Un sorriso mi nasce involontariamente sul mio viso, mente tutto il mio corpo si riempie di felicità. Lui mi ama... Non riesco a credere di essere così fortunata. Ma cosa potrà mai trovarci uno come lui in me?
"Ma perché non state insieme?" Ecco. È questo il nocciolo della questione. E fa così male che spezza il fiato.
"Perché sono una stronza." Riesco solo a dire, la mia voce spezzata. Sento che sto per mettermi a piangere. Le braccia di Sarah mi avvolgono, infondendomi conforto. Mi mancava un'amica con cui parlare. Così mi viene voglia di continuare, perché so che lei non mi chiederà più niente per non essere invadente. Ma io devo sfogarmi. Non ce la faccio più.
"Io ho un ragazzo." Le dico. Stranamente da quello che mi sarei aspettata, non si irrigidisce, né mi dice che sto sbagliando. Non mi giudica. Un dono rarissimo.
"È gravemente ferito." Continuo.
"Non posso fargli questo, se lui dovesse..." La voce mi muore in gola.
"È il ragazzo che è stato trasportato in infermeria stamattina?"
"Sì."
"È molto carino." Mi dice, la sua voce leggermente giocosa. Forse per sdrammatizzare.
"Si... Ma non é James." Rispondo. Mi sento incredibilmente patetica. E credo che la mia amica lo sappia.
"Beh, io credo che mentendo a tutti e due non risolverai niente."
Le sue parole mi colpiscono. È una prospettiva a cui non avevo mai fatto caso.
"Ma..." Inizio a dire, cercando di spiegarle le mie motivazioni.
"Ascolta il tuo cuore, Andy. È la scelta migliore." Il suo tono è dolce, ma deciso. Mi spiazza completamente. Tutti i miei ragionamenti crollano come un castello fatto di carta. Ha ragione. Ora so cosa fare.
Sto per aprire la bocca per ringraziarla, ma in quel momento sento un rumore di passi. Mi giro a guardare nella direzione dove abbiamo lasciato James e Richard, e con mia grande sorpresa noto che sono ancora lì. C'è qualcun altro, qui. Adesso rimpiango di non essermi portata dietro la pistola, a dispetto dell'ordine del colonnello di vestirsi con la sua uniforme e basta.
Se fossero dei soldati della Provincia del Sud, ancora in ricognizione dopo la presa della nostra caserma? No, impossibile. È troppo lontana da qui, non si sarebbero mai spinti fino alla Provincia dell'Ovest. Ma allora chi è?
Il rumore si fa più intenso, da qualche parte sull'altra sponda vicino a noi.
Guardo negli occhi Sarah, e capisco cosa fare. Lentamente, retrocediamo fino all'erba alta, che vicino al torrente si era fatta più rada. Abbasso la testa, il cuore che mi martella impazzito dentro al mio petto, tutta la mia pelle si fa d'oca.
Quando vedo dall'altra parte del fiume i due individui, sta per venirmi un'infarto. Sono il colonnello e il nostro tenente che parlano.
Perché si sono spinti fin qui? Per essere sicuri di parlare indisturbati senza essere sentiti?
Non lo so, ma la cosa non mi piace. Aguzzo le orecchie per cercare di cogliere la loro conversazione. Il ruscello vicino a noi copre alcune parti.
"...riusciti a prendere la base del Nord. Non me lo sarei mai aspettato da quei selvaggi." È il nostro tenente che sta parlando.
"Bisogna giocare d'astuzia e coglierli alla sprovvista. Alla fine, è una tecnica che ha sempre funzionato."
Tecnica che ha sempre funzionato? Ma di che diavolo sta parlando?
"Dobbiamo essere cauti. Se qualcuno venisse a sapere delle nostre operazioni..."
"Ti preoccupi troppo. Nessuno sospetta niente, e finché sarà così non c'è da temere."
Sento qualcuno stringermi la mano e ci manca poco che io inizi a urlare.
È Sarah. Fa segno di tornare indietro e scappare.
No. Voglio rimanere qui ad ascoltare le due persone che ripudio di più, tra i nostri alleati. L'uomo falso e colui che grazie alla sua brillante pensata non ha avvisato la nostra Base del pericolo imminente.
"Andy, muoviti!" Il suo bisbiglio è quasi impercettibile.
Solo altri due secondi, solo... Il piede di Sarah urta involontariamente un ciottolo sul terreno.
Il tenente e il colonnello si fermano, di scatto.
L'adrenalina mi riempie le vene, mentre il mio respiro si fa sempre più affannoso.
"Che cos'è stato?" Chiede il tenente.
Sento dei passi avvicinarsi.
Non c'è un minuto da perdere. Iniziamo a retrocedere più in fretta che possiamo, strisciando come serpenti.
Il tenente e il colonnello sono ancora distanti, così riusciamo ad arrivare da Richard e James abbastanza rapidamente e ad avere un buon vantaggio.
Il primo ci vede subito arrivare e scatta in piedi. James dorme ancora, ignaro di tutto. Lo prendo per una mano, scrollandolo lievemente.
"Dobbiamo andare, subito!" La mia voce è allarmata. Lui lo capisce. In un secondo, è in piedi anche lui.
"State bassi!" Raccomando, poi iniziamo a correre tra l'erba alta.
Il mio cuore è in gola. Le mie gambe si muovono da sole, unica mia speranza di salvezza.
C'era qualcosa nella voce di quei due che non mi convince per niente.
Quali segreti nascondono da essere così allarmati all'idea che qualcuno li scopra?
La caserma in lontananza mi fa accelerare la mia corsa. Appena le vedette ci riconoscono ci fanno passare, allarmati dalle nostre espressioni. Il sole sta ormai tramontando all'orizzonte, rosso sangue. Sembra una promessa di guerra.
Una volta dentro, sento gli sguardi di tutta la caserma su di noi.
Il silenzio scende su tutti i soldati, interrotto solamente dai nostri respiri spezzati.
La nostra istruttrice ci si avvicina, un'espressione di rimprovero stampato in faccia. La sua voce è lugubre mentre parla.
"Voi quattro." Inizia, mentre con l'indice della mano destra ci indica uno a uno "Siete nei guai."
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Il cuore di un soldato [IN REVISIONE]
ActionAnny è una ragazza diciassettenne dolce e forte, decisa e determinata e, soprattutto, un soldato sicuro di sé appartenente alla caserma della Provincia del Nord che assieme a quella del Sud, dell' Est e dell'Ovest costituisce l'Impero. Mentre la ra...