Capitolo 37

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L'enorme distesa d'acqua mi colpisce la retina non appena iniziamo la dolce discesa attorno al fianco della catena montuosa. Il sole rosato del pomeriggio maturo fa scintillare l'immenso lago verdastro, dalla forma tondeggiante. In mezzo a quello schermo piatto si innalza un edificio rossastro dal tetto appuntito, in uno stile raffinato mai visto prima d'ora.

<<È il loro tempio principale, dove pregano gli antenati. Si dice che in origine lì sorgesse il loro villaggio, poi distrutto dall'esercito di Bjorn. Da allora le piogge hanno scavato un solco profondo in quella regione, fino a creare il luogo che si può osservare adesso. Per onorare le memorie dei loro predecessori hanno eretto il santuario, al centro del loro vecchio centro abitato.>> la voce serena di Rafael è venata di una punta di ammirazione, gli occhi scuri scintillanti di un'emozione intensa.

Non riesco a fare a meno di guardarlo, il suo aspetto così diverso da farlo apparire un'altra persona; le guance sempre ricoperte di barba ora sono lisce, i capelli prima corti adesso paiono più folti.

Il suo sguardo viene catturato dalla mia trapanante fitta di curiosità, facendo svolazzare il tessuto setoso in cui è avvolto quando si gira nella mia direzione. Distolgo gli occhi velocemente, puntandoli nuovamente su quel magnifico paesaggio.

<<Come fanno a raggiungerlo se non c'è alcun ponte di collegamento?>> il mio tono lascia trasparire tutto il mio interesse, dissolvendo quella patina di noncuranza di cui le mie corde vocali si erano fintamente armate.

Un sommesso suono di soddisfazione gli riverbera nel petto, le labbra carnose strette in un mezzo sorriso. <<Me l'ero chiesto anche io, la prima volta. Usano delle piccole imbarcazioni simili a canoe, che ormeggiano sul lato orientale della costa; è oltre quella parte di riva che nasce il loro nuovo centro. Sul lato occidentale invece, domina la Caserma... Sempre che così si possa definire.>>

Percepisco la mia fronte aggrottarsi, le sopracciglia involontariamente arcuate in una presa di perplessità. Le mie palpebre si socchiudono, focalizzando la vista nella direzione del panorama circostante. A est, in lontananza, una serie di tetti color cacao e paprika si snoda oltre il bacino lacustre, in quell'insolita forma a punta triangolare. Avverto il mio collo voltarsi verso destra, sparpagliandomi le ciocche nodose sulle spalle... Ma da quella parte lo sguardo è recluso dal muro roccioso accanto cui ci troviamo.

<<Le frasi enigmatiche non ti si addicono per niente.>> le parole burbere di Naykulu rompono quel muro di assorta concentrazione in cui ero calata. Le sue braccia muscolose spingono il suo stallone tra me e Rafael, il mantello bianco sostenuto dal vento dolce, nuovamente ritornato dopo esser usciti dal ventre delle montagne. <<E si può sapere cosa ti sei messo addosso? Con quella specie di vestaglia sei localizzabile anche da un cecchino mediocre da miglia di distanza.>>

Gli angoli della bocca mi si stirano inevitabilmente all'insù, i miei occhi nuovamente a ricadere sopra il suo strambo vestiario. Dei pantaloni color rubino si intravedono da sotto quell'abito dal tessuto sgargiante e aranciato, lungo fino ai polpacci. Le maniche lunghe gli ricadono sui polsi mettendogli in risalto la carnagione scura, mentre sul petto una scollatura profonda lascia intravedere il torace compatto. In vita il vestito sarebbe aperto come un soprabito se non fosse per la cintura dello stesso materiale, che lo lascia libero di avvilupparsi attorno gambe muscolose, scendendo lungo i fianchi. Le scarpe corte sono scure, unico tratto vagamente familiare.

<<È il loro abito tradizionale, e dovrai fartelo piacere per forza, perché una volta arrivati dovrete indossarli anche voi. Sarà un segno per mostrare la nostra benevolenza nei loro confronti, dimostrando in questo modo di essere aperti e ben disposti verso il popolo dell'Est. Ordini del Gran Maestro.>> le frasi di Rafael mi provocano una fitta al cuore, una sorta di nevrotica impazienza a prendere il controllo dei miei nervi. Tra poco inizieranno le trattative. Possiamo mutare le sorti di questa guerra semplicemente con le parole e con la forza della convinzione.

Il cuore di un soldato [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora