Capitolo 26

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L'erba sotto di me è fine e odora di mattino, molto più rada rispetto a quella della giungla. Il terreno è compatto e solido, saldo sotto le gambe incrociate. Il sole sulla mia pelle sempre più scura rilascia un tiepido tepore, non ancora infuocato dall'afa di mezzogiorno. Un filo di vento mi passa tra i capelli, accarezzandomi le guance e portandomi alle narici il profumo di Jorgen accanto a me; ha il respiro leggermente più pesante del mio, concentrato sulla sua prima lezione di meditazione.
Non riesco a trattenere un sorriso, l'eccitazione dentro al mio petto non ancora esauritasi. Finalmente ci stiamo allenando insieme, io e lui; stiamo iniziando questo nuovo e pronfondissimo viaggio.

Se solo non fosse stato così dura convincere Raja a far allenare anche loro...

Sospiro, il suo viso corrucciato e perennemente aggressivo mi balena nella mente all'istante. Appena le avevo chiesto di addestrare anche gli altri, in particolare Jorgen, era apparso sul suo viso altezzoso una smorfia di orrore. <<Credi davvero che possa allenare LUI? Lui che voleva che tu mi uccidessi?>> le sue parole grondavano veleno. <<Come hai perdonato me potresti farlo anche con lui.>> le avevo detto col tono più diplomatico che ero riuscita a fare, sebbene nel cuore ribollissi di rabbia.
<<Ma tu sei diversa. Tu sei davvero pentita, tu vuoi imparare sul serio. Lui è così accecato dall'odio che finirà per perdere tutto ciò che ama.>> Quel tono di voce mi aveva ferita più delle sue parole, tanto che non avevo più voluto allenarmi finché non avesse cambiato idea. Alla mia decisione aveva scrollato i suoi riccioli color ebano, fiera come sempre. Solamente l'ordine autoritario di Mark, probabilmente convinto che possa esserci una collaborazione tra noi, l'aveva fatta desistere. Nonostante questo era trascorsa comunque un'intera settimana prima che Jorgen potesse essere in grado di allenarsi. Avevo sospeso le lezioni per stargli accanto e non era stato assolutamente tempo perso. Di giorno gli raccontavo nel dettaglio tutto quello che continuavo a vedere e provare sempre più stando con queste persone: un desiderio di crescente curiosità e ammirazione mi cresce nel petto ogni volta che li osservo in ogni loro piccolo gesto; il modo in cui si allenano aiutandosi l'un l'altro quando qualcuno cade, le esercitazioni a contatto con la natura senza mettere in competizioni più individui... Lui mi ascoltava sempre con attenzione ma nei suoi occhi non riuscivo a scorgere la stessa mia emozione. E la notte... la notte parlavamo molto. Non c'era un argomento preciso: per di più rinvangavamo il passato con malinconia, abbracciati l'uno all'altra, il mio viso appoggiato sul suo petto che respirava con tristezza quell'aria così diversa. Quando aveva iniziato a riprendersi avevo deciso di portarlo sul tetto per fargli vedere il mare; volevo che il suo primo contatto con quello straordinario essere vivente fosse speciale. Avevo scelto il tramonto, con il sole bronzeo che sprofondava tra le onde color zaffiro, ansioso di tornare fra le loro braccia. Ero stata lì ad osservarlo, l'oro dei suoi occhi pieni di riflessi rosati, i capelli arruffati scompigliati dalle dita del vento, le labbra distese in un sorriso che per un attimo mi era sembrato sereno. Mi ero avvicinata a lui, prendendogli delicatamente una mano. <<Se loro fossero davvero innocenti...>> avevo iniziato, il vento dolce tra i miei capelli.
<<Ma non lo sono.>> la sua voce profonda era venata di uno stanco odio.
<<Se peró lo fossero>> avevo insistito, le mie dita si erano strette di più intorno alle sue. <<Non pensi che sarebbe un bel posto dove vivere? Potremmo trovare la pace... e al Nord questo sarebbe impossibile.>>
Si era voltato a guardarmi, la tunica bianca mossa dal vento, così in contrasto con la sua pelle scura. Non aveva detto niente, i suoi occhi felini mi avevano scrutato a lungo, indagatori e predatori come sempre.
<<Non credo che troveremo... che troverò mai la pace. Ma sarebbe molto bello, amore mio.>> aveva distolto lo sguardo, attirato da quelle distese sconosciute e primitive.

<<Anny ti stai distraendo troppo. Rimani concentrata, indipendentemente da quali emozioni ti provochi l'ambiente esterno. Questo è il segreto per accedere alla Porta della Mente in qualsiasi momento, soprattutto in battaglia. Avrai migliaia di cose attorno ma dovrai rimanere costantemente fissata sul tuo scopo.>>

Il cuore di un soldato [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora