Il soffitto della mia camera è di un bianco ovattato di blu, a causa della notte che filtra dalle finestre aperte con freschezza. Sospiro, voltandomi su un fianco. Scaccio via le lenzuola di lino morbide tipiche della caserma del Sud, che mi si appiccicano addosso in maniera fastidiosa. Nonostante il mio corpo sia provato dalle esperienze dell'ultimo giorno, la mente è attiva e fermenta gli ultimi avvenimenti impedendo al sonno di entrarmi nelle membra.
Non era stato facile uscire da quella dannata Base. Dopo le informazioni apprese dal documento la mia mente era stata bloccata dalla paura, ogni mia angoscia concretizzata in un'istante. Sapere che la Provincia dell'Ovest aveva attaccato e preso la nostra casa mi aveva fatto spalancare gli occhi sulla verità, confermatami poi da Mark. Una volta rientrati ci aveva convocato nella Cupola, allestita con una tavolata sopra le quali aveva deposto i fogli umidi. Le scritte erano slavate a causa dell'acqua che, nonostante i nostri legami mentali avvolti intorno alla cartella durante la fuga, era comunque riuscita a trapelare un poco.
<<La Provincia dell'Ovest ha frequenti contatti con l'Imperatore a causa delle sue origini. Ed egli ci ha sempre guardato come una minaccia. Probabilmente, truccando i loro soldati in quel modo e facendoli attaccare la vostra Caserma pensava che sarebbe riuscito a creare un ottimo pretesto per muoverci guerra contro e distruggerci definitivamente. Purtroppo il piano sta funzionando: gli alti funzionari del Nord, sicuramente corrotti, negli ultimi mesi si sono recati alla Capitale per stendere una strategia di guerra. Non so quanto tempo ci rimanga ancora. Spero almeno che queste prove possano convincere la Provincia dell'Est ad unirsi insieme a noi, come ha fatto in passato. Anche se per il momento si dichiara neutrale.>> Mentre parlava con voce bassa i suoi bellissimi occhi chiari si erano corrucciati in un'espressione intensa e preoccupata; i pugni appoggiati sul tavolo mostravano però tutta la sua forza, e in quel momento avevo capito che avrebbe fatto qualsiasi cosa per il suo popolo. Un popolo che lo aveva scelto come capo, nonostante una volta fosse suo nemico. Esattamente come aveva accolto il nostro gruppo, anche dopo tutto il male subito. Noi, invece, non avevamo mai accolto nessuno di loro. Per paura. Per stupide scuse. Per orgoglio. Per brama di conservare tutto il potere per noi. Mentendo a tutte le nuove generazioni. Era quello che più di tutto mi aveva fatto male. In un secondo tutte le mie convinzioni erano state spazzate via; ogni volta che avevo rischiato la vita, lo avevo fatto per un credo sbagliato. Ogni volta che avevo sofferto, mi ero rialzata convinta di stare lottando per una giusta causa. Ma niente di tutto ciò era vero. Un vuoto insormontabile era calato nel mio cuore, rendendomi insensibile alle mie stesse emozioni. Noi siamo sempre stati i cattivi. Il mio popolo, il mio amato popolo, con quegli sguardi chiari e austeri, con la ferocia dei lupi e del vento gelido, con quei balli frenetici che si danzano a ritmo delle correnti tortuose dei fiumi nel bosco... Il mio popolo è malvagio e bugiardo. E traditore. Perché una parte dei nostri soldati, capeggiati dal tenente della squadra di ricognizione del Nord, era stata messa al corrente dell'imminente attacco da parte dell'Ovest e aveva deciso di collaborare. Contro il proprio stesso sangue. Solo per potere. Gente come Hans. Magari tra di loro c'erano anche miei compagni di squadra, persone con cui sono cresciuta. Ma una parte lucida e anestetizzata di me mi aveva fatto pensare che, d'altra parte, se un popolo è crudele lo è nei confronti di chiunque. Fare ciò che di volta in volta può far acquisire un vantaggio personale; questo fanno. E lo fanno fino in fondo.
Le mie riflessioni erano state interrotte da un cenno del capo di Mark. Le sue folte ciocche scure gli ricadevano sulla fronte mentre osservava come rapito i fogli che aveva davanti. <<Mi dispiace non avervi informato di queste manovre politiche recenti, ma dovevo mettervi alla prova sul campo prima di potermi fidare di voi. Se vi avessi messo a conoscenza di cosa le vostre autorità avevano intenzione di fare, non avreste mai obbedito agli ordini. Ora però so la verità su di voi, come voi la sapete su di noi.>> Il suo sguardo affranto si era levato dalle carte soffermandosi nella nostra direzione, dandomi per l'ennesima volta la sensazione di averlo già visto da qualche parte, forse in un'altra vita.

STAI LEGGENDO
Il cuore di un soldato [IN REVISIONE]
ActionAnny è una ragazza diciassettenne dolce e forte, decisa e determinata e, soprattutto, un soldato sicuro di sé appartenente alla caserma della Provincia del Nord che assieme a quella del Sud, dell' Est e dell'Ovest costituisce l'Impero. Mentre la ra...