Capitolo 41

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<<Ribelle del Nord.>>

<<Buonasera, Ribelle del Nord.>>

<<Ai suoi ordini, Ribelle del Nord.>>

Il sorriso che mi sento appiccicato addosso è così fastidioso che vorrei cancellarmelo dal viso all'istante, assieme all'irritante calore che aleggia sui miei zigomi ogni volta che qualcuno mi si appella in questo modo. Per un istante mi ritrovo a ringraziare silenziosamente le ombre bluastre della sera, capaci di celare i sentimenti che mi si manifestano con forza sul volto.

In che cosa mi sono trasformata?

L'erba che calpesto pare divenire più pesante quando accelero il passo, facendomi largo tra i soldati dell'Est che nonostante l'ora tarda continuano ad allenarsi nell'immenso giardino della loro Caserma. I loro corpi candidi scintillano alla fioca luce delle fiaccole che circondano tutto il perimetro, i tratti resi ancora più sottili a causa dei chiaroscuri comparsi con l'avvento della notte.

Anche io dovrei esercitarmi.

Sospiro, tentando di allontanare il più possibile il peso che mi grava duro sullo stomaco. I lievi clangori delle spade si fanno sempre meno nitidi mentre oltrepasso il campo di addestramento. I miei piedi vagano sopra il morbido prato senza una meta, ciechi quanto i miei occhi.

Ma come posso solamente pensare di imbracciare un'arma, se il nemico per cui la alzo sei tu?

Stringo le labbra, gli incisivi a conficcarmisi nella bocca con forza.

Sono un'ipocrita. Una codarda. Una bugiarda. Né il Sud né l'Est merita un capitano come me, all'interno del proprio esercito... E del proprio popolo.

Ma io ti amo. Si può davvero riuscire a combattere ciò per cui la propria anime vive?

Un bagliore rosato ipnotizza la mia attenzione, strappandomi momentaneamente alla presa maligna che sento ancorata alle spalle.

Un ciliegio... No, centinaia. Mi appaiono dinnanzi all'improvviso, appena svolto l'angolo.

Il respiro mi rimane incastrato in gola, incatenando a sé anche il tenue profumo che si sprigiona delicato dai petali perlacei. Una miriade di sbuffi rosati adorna i rami snelli e aggraziati, inanellando con il loro colore gentile le dita scure del cielo blu.

<<Sapevo che appena lo avresti visto, te ne saresti innamorata.>>

Questa voce...

Gli occhi vividi di Richard mi sorridono piano mentre si porta al mio fianco, il tono talmente greve da avermi per un istante ingannata.

Quanto sei cambiato rispetto al giorno in cui ti ho conosciuto?

<<Il cimitero reale. Si dice che ogni membro della casata imperiale sia sepolto qui.>> il suo naso affilato si inclina lievemente all'indietro, le palpebre socchiuse ad inalare la fatata atmosfera avvolta attorno a noi come un invisibile manto. <<Sopra ogni tomba è stato piantato il seme del loro albero prediletto, il simbolo della propria dinastia. Sta a significare la rinascita dopo ogni fine; il perfetto equilibrio tra vita e morte.>> le sue ciglia bionde hanno un lieve guizzo quando si voltano verso di me. <<Non credi anche tu che sia un ottimo modo per affrontare la perdita di una persona cara?>>

Un flebile sussulto mi scuote la pelle senza che io possa in alcun modo fermarlo. Il mio sguardo casca involontariamente sulla tunica candida che mi scivola lungo le gambe, incapace di fare altro se non rifugiarmi in visuali sicure e conosciute.

<<In un certo senso, è come se così facendo si ridimensionasse la nostra prospettiva. Ognuno di noi considera la vita di sé stesso o delle persone che ama più importanti rispetto al resto degli spiriti che popola la nostra terra. Ma in fondo, perché questa visione dovrebbe essere corretta? Non è forse più importante il benessere complessivo, rispetto al nostro?>>

Il cuore di un soldato [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora