Capitolo 28

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Non posso...
Mente meditava sul da farsi, il telefono smise di squillare.
E lei si sentì tremendamente in colpa...stava facendo morire di paura i suoi genitori...come poteva essere così crudele? Non poteva fargli questo...
Le vennero le lacrime agli occhi pensando ai suoi che piangevano sulla sua scomparsa...
Il telefono squillò di nuovo...

"Pronto mamma?"
"Giada! Oh Dio sia lodato!! dove sei?! Cosa ti è saltato in mente! Sei fuori di testa per caso?? Ti pare il modo di sparire senza avvisare?!"sbraitò la madre al telefono.
"...ho lasciato il biglietto..."
"E quello secondo te bastava?? Ci stai facendo morire di paura!! Ma cosa hai in quella testa?? Dimmi dove sei!!"continuava ad urlare.
"Mamma io..."
"Giada, dove sei" scandì attentamente Katia.
"Non posso dirtelo"
"Che vuol dire che non puoi dirmelo? Non fare la stupida."
"Sono in Canada!" e chiuse la chiamata.

Aveva il fiato corto e le lacrime agli occhi.
Non mi ha neanche chiesto se sto bene...
Le veniva da piangere e lei non era mai stata brava a trattenere le lacrime...
Alla fine crollò e affogò i suoi dispiaceri nel cuscino.
Ma stranamente, si calmò più in fretta del solito...ripensando alla giornata trascorsa, le era tornato il buon umore.
Cercò di rifarsi il trucco che intanto si era sbavato.
Per fortuna adesso mi sento meglio, non voglio rovinare questo bellissimo viaggio! E Federico uscì dal bagno.
A petto nudo.
Solo con un asciugamano bianco in vita.

A Giada si bloccò il respiro e cercò di concentrarsi su qualcos'altro, tipo il suo cellulare.
"Giada?"
Lei fu costretta ad alzare gli occhi e incrociare i suoi, azzurri.
Aveva il ciuffo biondo bagnato, e piccole goccioline di acqua, scendevano per il collo, lungo le braccia e il petto..
"Mi daresti una mano? Non so che camicia mettere"
"Va bene...ma secondo me dovresti mettere questa bianca"
"Grazie mille...ma, hai pianto?"
Come ha fatto ad accorgersene?
"No no, che vai a pensare" disse ridendo in modo isterico.
Lui si avvicinò e si inginocchiò davanti a lei che era seduta sul bordo del letto.
"Dai, non fare finta di niente, cosa c'è che non va?"
Giada rimase in silenzio, con lo sguardo fisso sulle sue mani che improvvisamente erano diventate molto interessanti.
"Ti ho sentita parlare al telefono..." le alzó il mento e la costrinse a guardarlo dritto negli occhi.
"Puoi parlare con me...dimmi perché piangevi. Per favore, se sei triste, lo sono anche io"
Lei sorrise lievemente e gli raccontó l'accaduto.
"Peró ora sarebbe meglio se ti andassi a vestire" disse Giada in un mezzo sorriso.
"E privarti di questa bellissima vista di me?"
"Ahaha stupido!"
"Ahah vado"
Dopo essersi vestito, tornó da lei.
"Allora come sto?"
"Benissimo...cioé sí stai molto bene, solo una cosa...."
Si mise in punta di piedi e gli aggiustó il ciuffó.
"Cosí va meglio"
Lui la guardava con un sorriso di quelli che ti riempiono il cuore e lei non poté fare a meno di sorridere a sua volta.
"Finalmente mi hai fatto un bel sorriso!"
Giada scoppió a ridere e Fede si uní a lei.

"Dove mangiamo? Muoio di famee"
"Ahaha che dici, ristorante italiano? Così ci facciamo fare una bella pizza?"
"E me lo chiedi? Se si tratta di mangiare pizza io sono sempre d'accordo"
"Brava ragazza, la pizza è cosa sacra"
"Piú dei tortellini con la panna?"
Lui si bloccó a guardarla divertito.
"Come sai che è il mio cibo preferito?"
"Dimentichi che sono una dreamer"
"Ahaha e comunque no, la pizza non è più sacra dei tortellini"

Al ristorante incontrarono una cameriera italiana: si chiamava Valentina, ed era originaria di Bologna.
Viveva a Londra da quasi 3 anni e tornava in Italia ogni natale.
"Fa sempre piacere incontrare degli italiani! Mi fa tornare in mente casa mia!" disse la cameriera entusiasta.
"Ti manca l'Italia?"
"Un po', ma qui ormai ho la mia vita...allora, cosa vi porto piccioncini?"
Giada e Federico si guardarono contemporaneamente e si affrettarono a precisare che loro erano solo amici.
"Scusate ragazzi! Ahah ma sapete come si dice, tutte le grandi storie d'amore iniziano con un 'siamo solo amici' ahaha"

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