Capitolo 26

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"Si, ti porto a Londra"
"Sul serio???"
"Ahaha mai stato più serio in vita mia"
Giada gli saltò addosso e lo abbbracciò fortissimo, non riusciva a smettere di dirgli grazie.
"Ti va di...salire? Così mi aiuti un po' e facciamo prima"
"Ehm...ok"
Scesero dall'auto ed entrarono in casa.
"È carina casa tua"
"Grazie, vieni di sopra non rimanere lì impalato dai!" lo incitava ridendo.
Anche lui si unì alla sua risata e la seguì di sopra.
"Benvenuto nella mia umile dimora" annunciò solennemente entrando nella sua camera.
"Che bella!"
"Ti piace?"
"Si tantissimo...le pareti bianche personalizzate con tutte queste frasi in blu come il soffitto, è originale. Da dove le prendi le frasi?"
Giada fece spallucce.
"Da dove capita, dai libri, dalle poesie, dalle canzoni o dalla mia testa"
"Bell'idea, mi piace"
"Grazie" disse lei sorridendo di cuore.
Aprì l'armadio e cominciò a rovistare nel guardaroba...
"Ti prego di non impiegarci 5 ore ahah"
"Ma va! Un paio d'ore al massimo e comunque mettiti pure comodo."
Federico si sedette sul letto si perse ad osservarla mentre riponeva i vestiti nella valigia...
"Fede?"
"Dimmi"
"Secondo te, è meglio questa gonna con la maglietta o questo vestito?"
Lui ci riflettè.
Il vestito è molto carino, le starebbe benissimo...però se va in giro così carina la guerdaranno di più! No no, meglio la gonna.
"Gonna e maglietta, il vestito è troppo corto"
Lei inarcò un sopracciglio ridendo, con la testa inclinata di lato.
"Troppo corto?"
"Eh si, se ti metti quel vestito ti guarderanno tutti..."
"Ahahah ma sarai mica geloso?"
"Geloso? Io? Ahah ma figurati"
"Allora porto il vestito..."
"No!"
"Scherzo ahahah"
Mentre faceva mente locale su cosa portare, ebbe come un flash nella testa... Lei e Fede sul letto insieme...
Andò in fiamme.
Ma cosa mi viene in mente??! Da quando sono così pervertita?!
"Stai bene? Sei rossissima"
"Uh io? No no sto meravigliosamente"
Lui si alzò e le si avvicinò, mentre i battitti cardiaci di Giada, cominciavano ad essere sempre più veloci.
Rico appoggiò la mano sulla sua fronte facendola andare ancora più a fuoco.
"Sei un po' calda in effetti, ti senti la febbre?"le chiese dolcemente.
"No io..." e si incantò ad ammirare lo sguardo di Federico, i suoi occhi così limpidi e azzurri...così teneri e belli...
"Tu?"
"...ho so-solo bisogno di-di un po di acqua...tranquillo"
"Sicura?"
È troppo vicino, se non si allontana entro 10 secondi il cuore mi esplode
Giada annuì e Fede si offrì di andare giù di sotto a prenderle un bicchiere di acqua.
"Grazie"
"Di nulla"
Appena lo sentì scendere le scale, fece un enorme respiro e piano piano si calmò.

In un'ora e mezza, era riuscita a preparare i bagagli, e aveva lasciato un biglietto ai genitori :"sto bene non cercatemi, torno presto e vi voglio bene"
Le dispiaceva farli preoccupare così tanto, ma...era sempre stata una ragazza che non aveva mai trasgredito le regole in modo eccessivo, si, aveva fatto i suoi disastri, ma nulla di eclatante, e per una volta, voleva sentirsi libera di fare ciò che voleva.
Finalmente arrivaroni all'aereoporto e comprarono un biglietto last minute.
Presero l'aereo e dopo qualche ora, arrivarono a destinazione.
"Pronta?"le chiese poco prima di atterrare.
"Prontissima!"

Dopo un'estenuante viaggio, finalmente arrivarono a Londra.
Appena misero piede fuori dalla stazione ferroviaria, Giada rimase a bocca aperta. "È ancora più bella di come l'avevo immaginata..."
Federico la guardò stupito.
"È sempre stato il mio sogno venire qui."
Il ragazzo sentì una strana felicità farsi strada dentro di lui e crescere sempre di più.
Era in una città fantastica insieme ad una persona fantastica.
"Vuoi stare qui tutto il giorno?" chiese lui ridendo visto che la ragazza si era incantata.
"No ci mancherebbe!"
"Allora muoviti" le disse lui in tono scherzoso.
Lei rispose con una linguaccia e un sorriso.
Presero un taxi che li portò in albergo.
"Ma Fede, tu lo sai l'inglese?"
"Ovvio"
Lei scoppiò a ridere.
"Che c'è? Non ti fidi delle mie grandi doti di traduttore?"
"Assolutamente" disse lei trattenendo le risate.
"Guarda e impara"
Si avvicinarono al bancone in legno della hall e una signorina li accolse gentilmente.
"Hello, can i help you?"
"Yes thank you, we need two single rooms"
"Let me controll if we have two"
La signorina diede un'occhiata nel computer.
"I'm sorry, but we have only double rooms"

I due si guardarono per un attimo e Giada alzò le spalle.
"Per me è uguale, almeno non dobbiamo andare altrove"
"Si infatti....so we take a double room"
Dopo essersi registrati e aver mostrato i documenti...
"This is the key, room 205, second floor, is the room on the right"
"Thanks"

"Visto? Me la cavo con l'inglese"
"Beh si ma la pronuncia è buffa"
"Cosa ha che non va la mia pronuncia?"
"Non lo so ahahah so solo che non è delle migliori!"
"Ahah voglio sentire come parli tu"
"Prima o poi avrai questo grande onore"
"Ecco,la camera è questa"
Fede prese la chiave e la fece girare all'interno della serratura.
"Sai che adesso io mi butterò sul letto vero?"
"Ahaha perché?"
"Perché è la mia tradizione: ogni volta che dormo in albergo devo tuffarmi sul letto."
"Va bene"

La camera era semplice ma elegante: con il pavimento di moquette rossa e le pareti bianche, con una grande finestra che dava sulla strada.
"È bellissima!" e si buttò a capofitto sul grande letto a due piazze e mezzo.
"Ahah comodo il letto?"
"Prova tu stesso" disse battendo la mano sul materasso, accanto a lei.
Federico si sdraiò accanto a lei, e rimasero in silenzio per un po'.

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