Capitolo 33

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Niente.

Niente di niente.

Nessun messaggio.

Nessuna chiamata.

Non mi ha neanche fatto sapere se é arrivato a casa...
Ci rimase male, dopotutto, mandarle in semplice SMS anche per chiederle come stava non gli sarebbe costato nulla...

Pazienza si disse.
Magari domattina mi chiama...

Il giorno seguente.
*driin*
*driin*
*driin*

Maledetta sveglia.
Maledetta scuola.
Maledetta vita.
Ecco come cominciare bene una giornata.

Dopo essersi vestita, scese per fare colazione...
"Mamma ma non mi hai fatto il latte?"
"Visto che sei così indipendente da fare come ti pare e andare dove vuoi, puoi anche fartelo da sola il latte"
Giada scosse la testa e si alzò da tavola.
Prese lo zaino e uscì di casa urlando un "vado a scuola ciao"
Casa o scuola non faceva molta differenza, per lei era come passare da un inferno all'altro.

Dopo 6 ore di noiosissime e inutili lezioni, finalmente fu libera di tornare a casa.
Anzi.
In quell'edificio in cui era costretta a vivere e che non riusciva più a definire come "casa".

"Mamma ci sei?" urlò entrando in casa, ma non rivecevette risposta.
"Deve essere a lavoro...vabbè, mo che faccio? Di pranzare non ne ho voglia...ora chiamo Federico"

Dopo tre tentativi in cui il telefono risultava spento o non raggiungibile, una strana sensazione si fece strada in lei.

No no, è impossibile...Federico sta benissimo...ora chiamo Benjamin.

Provò a chiamarlo un paio di volte, ma c'era sempre la segreteria telefonica.

Non farti filmini...va tutto bene...continuava a ripetersi.

Ma in realtà sapeva bene che qualcosa non andava.
Fede risultava irraggiunbile o spento, Ben non rispondeva.
Era strano.

Magari Fede ha il cellulare scarico e adesso sta dormendo ahaha si deve essere così...Ben avrà il silenzioso, devo smetterla di preoccuparmi. Tra un po' riprovò a chiamarli.

Prese del succo e si sedette sul divano in salotto per guardare un po' di televisione e distrarsi.
Stava guardando abiti da sposa cercasi, un programma su realtime in cui delle ragazze andavano alla ricerca dell'abito da sposa perfetto.

"Che bello quell'abito! Mi ci vedrei troppo, quando io e Fede ci sposeremo ne voglio uno uguale...si cioè no... e come al solito parlo da sola, perfetto, tutto normale"

*squilla il cellulare*

"Pronto mamma?"
"Stasera torno tardi, non aspettatemi per cena tu e papà e ricordati che tua sorella è in gita e oggi non devi andarla a prendere a scuola"
"Va bene"
"Hai mangiato a pranzo?"
"Si...mi sono fatta un panino"campanello d'allarme, bugia bugia....
"Va bene ciao"
"Ciao...ah mamma aspetta...sei ancora arrabbiata?"
Ricevette un sospiro come risposta.

Erano le 3 e mezza e Giada provò a richiamare Benji....ancora non rispondeva dopo 4 chiamate.
Provò 5 volte con Federico, e anche stavolta nessuno le risponse

Forse sono in studio a registrare, in effetti questo spiegherebbe tutto. Per ora mando qualche messaggio ad entrambi.

Verso sera, ricevette una chiamata che non si sarebbe mai aspettata...

"Benjamin! Finalmente! È tutto il giorno che vi chiamo! Che sollievo..."
"Si ehm...c'è una cosa che dovresti sapere"
"Ben...qualcosa non va?"
Aveva un tono di voce molto strano.
"Dio, non so come dirtelo"
"Benjamin, mi sto preoccupando, che succede?"
Il cuore di Giada cominciò a battere in modo irregolare.
"Fede..."
"Che cosa è successo a Fede?!"chiese allarmata.
Silenzio dall'altra parte.
"Benjamin ti prego,dii qualcosa!"quasi urlò presa dal panico.

"Fede ha avuto un incidente d'auto"

BOM. Giada riuscì a sentire il suono del suo cuore spezzarsi, come un bicchiere di vetro che cade sul pavimento e si spacca in mille pezzi.

"Ed ora è ricoverato nel reparto di terapia intensiva, è arrivato al pronto soccorso come codice rosso"

A queste parole, sentì come se una voragine si fosse aperta sotto di lei, come se il terreno, le fosse venuto meno sotto i piedi; le sue gambe cedettero e si ritrovò inginocchiata sul parquè.

"Non si sa se riuscirà a passare la notte"

A queste parole, si sentì morire definitivamente.
E il telefono le cadde dalle mani mentre grosse lacrime le bagnavano il viso, nella speranza di cancellare tutto.

"Giada? Sei ancora lì?"
Non riusciva a rispondere, aveva la gola secca e le parole le morirono in gola.

"Stai bene?"
"E-e B-ben t-ti pos-so ri-richia-chiamare?" balbettò confusa raccogliendo da terra il cellulare.
"Certo, stai tranquilla"
Riattaccò.
Rimase ferma lì, con le ginocchia a contatto con il legno.
Ancora con il cellullare in mano, incapace di muoversi, con la bocca semiaperta e gli occhi persi nel vuoto; la sua mente non riusciva ad elaborare le informazioni ricevute.
Fede...incidente...pronto soccorso...codice rosso...terapia intensiva...no...non è possibile...il mio Fede...no...

Continuando a fissare un punto indefinito della stanza, continuando a ripetere nella mente le parole di Benjamin, si rese conto della possibilità di perderlo, per sempre.

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