Capitolo 34

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Intanto il padre rincasò.
"Che succede?" chiese lui allarmato vedendola in quello stato.

Giada sentì come un fuoco accendersi dentro di lei, qualcosa che la riscaldava e le dava forza.
Speranza.
Si asciugò il viso con le maniche della maglietta, tirò sù col naso, e si alzò in piedi.
"Federico ha avuto un incidente e adesso è in ospedale"
"Un incidente? Mi dispiace molto..." disse appoggiandole una mano sulla spalla.
"Papà?"
"Dimmi"
"Potrei chiederti un enorme favore?"
"E cioè?"
"Mi porteresti fino a Modena?"
"Cosa? No tesoro scordatelo"
"Ma papà..."
"Non voglio sentire obiezioni"
"Papà ti prego! Non sanno se supererà la notte!"
"Giada per favore ascolta..."
"No ascolta tu papà per favore. Io gli voglio bene, voglio andare da lui! Ti prego! Rischio di non vederlo mai più... " disse con le lacrime agli occhi.
Padre e figlia si guardarono intensamente negli occhi per qualche istante.
Ma il papà si voltò e si diresse in cucina.

Giada si fece prendere di nuovo dallo sconforto...
No no, io non mi arrendo! Io voglio andare da lui! E piangere non mi aiuterà!

"Papà per favore, ti scongiuro, non so come fartelo capire....quel ragazzo sta morendo! È su un letto d'ospedale e io mi sento impotente! L'unica cosa che posso fare è stargli vicino! Ti prego"
"No! Non mi farò quasi tre ore di macchina a quest'ora"
"Ma..."
"Un altro ma e finisci a letto senza cena"

E ora che posso fare? Scappare? Pensa Giady, pensa...ci deve essere una soluzione migliore...chiamare Ben!

"Pronto Benjamin? Come sta Fede? Ci sono novità?"
"No, è rimasto tutto invariato..."
"Tu invece come stai?"
"Preoccupato, tanto..."
"Senti, io vorrei venire lì in ospedale..."
"Non è necessario, tranquilla"
"Benjamin non diciamoci bugie, Federico è grave, e anche se la mia presenza non può servire a lui, serve a me... Non riesco a stare qui a ritirarmi i pollici mentre lo so su un letto di ospedale...voglio esserci anche io"
"Va bene ma come fai a venire?"
"Volevo farmi accompagnare da mio padre, ma lui ha categoricamente detto no..."
"Fammici parlare"
"Non so se..."
"Fidati di me"

"Papà scusami, devo passarti una persona al telefono"
Riluttante il padre rispose alla chiamata e si chiuse nel suo studio.
Lei appoggio l'orecchio alla porta e si mise ad origliare, ma non distingueva bene cosa dicesse suo padre.
Alla fine le ridiede il telefono e afferrò le chiavi della macchina.
"Grazie"
Ma lui rimase in silenzio.
Salirono in macchina.
Ma non andarono verso l'autostrada, bensì la stazione.
"Papà? Ma cosa...."
"Ecco, prendi questi soldi e fai il biglietto per l'Intercity che va a Modena, in un'ora se non di meno, arriverai e lì troverai il tuo amico ad aspettarti"
Lei gli lasciò un bacio sulla guancia e si precipitò fuori dalla macchina.

Fede sto venendo da te, resisti.

*un'ora dopo*
Era appena arrivata alla stazione di Modena e cercava freneticamente Benjamin con gli occhi.

"Ehi" sentì dire alle spalle.
"Ben!" gli saltò in braccio.
"Ahah si si anche io sono contento di vederti, vieni andiamo"
Lei annuì e si diressero a grandi passi verso la macchina.
"Ma tu quando in qua hai la patente?"
"Ah infatti non la ho. Un mio amico mi ha portato qui."

*in ospedale*
"Stai bene?"
"Perché me lo chiedi?"
"No è che...niente"
"No dai dimmi"
"Sembra che ti stia esplodendo dentro un uragano di ansia e preoccupazione, basta guardarti, stai morendo insieme a Fede..."
"Non dirlo mai più....Fede non sta morendo chiaro??"
Lui la guardò ma non rispose.
Arrivarono al terzo piano e lei si precipitò subito fuori dall'ascensore.
"Ehi calmati"
"No no io..."
Sospirò e la prese per le spalle.
"Respira, se trattieni il fiato è peggio. Adesso prendi un respiro profondo. Calmati, adesso sei qui, con lui"
Lei annuì e si diressero verso la stanza, fuori c'erano la madre di Fede, sua sorella e qualche suo amico.
"Possiamo entrare?" chiese Ben ai presenti, sempre tenendo Giada per le spalle.
Loro annuirono e finalmente entrò in stanza seguita da Benji.

Le si straziò il cuore...Federico era sdraiato sul letto, inerme, attaccato a varie macchine.
Il ciuffo biondo all'ingiù, gli occhi chiusi e il viso coperto a una maschera di ossigeno.

Lei si portò una mano alla bocca, mentre dai suoi occhi già minacciavano di uscire un fiume di lacrime.

"Ce la fai da sola?"
Lei annuì e Benjamin uscì dalla stanza lasciandola sola.
Si avvicinò al letto e si sedette sulla sedia lì accanto.
Non riusciva a fare altro che guardarlo e piangere, piangere.

"Fede..." disse con la voce rotta prendendogli la mano, tremendamente fredda.
"Fede tu ce la farai, tu se forte e ce la farai...perché sei un guerriero, il mio guerriero e non può arrenderti" disse tremante.
"Pensa a tua madre, ai tuoi amici, alle dreamers, a Ben, a me...a me che sono niente senza di te. A me che non so più come si fa a vivere se immagino le mie giornate senza di te. Io ho bisogno di te, tutti abbiamo bisogno di te, resta con noi, resta con me" disse continuando a piangere mentre gli stringeva la mano.
"Lo so che puoi sentirmi...non mollare, non lo hai mai fatto, non farlo neanche adesso...Fede se muori tu, io muoio con te. Non andartene, sei forte e puoi farcela. Ti sembrerò egoista, ma io ho bisogno di vederti sorridere, di sentirti ridere, cantare, fare lo stupido e arrossire. Tu mi hai salvata da me stessa, sei riuscito là dove nessuno ce l'aveva fatta, e io odio...odio essere qui, vederti in questo stato e non poter fare nulla per aiutarti. Sento il mondo crollarmi tutto sulle spalle, non ce la faccio a vederti ridotto così...mi fa male, mi fa così male da togliermi l'aria, fa così male da bloccarsi in gola e soffocarmi. Fa così male da pugnalarmi il cuore come cento pugnali...Fede io non posso andare avanti senza di te. So che pensi di essere solo un idolo per me, ma non è così...sei sempre stato così lontano ed irragiungibile per me, per me che mi innamoravo ad ogni sguardo, ogni canzone, ogni nota, ogni gesto, ogni parola. Sei stata l'unica persona a farmi provare qualcosa dopo che avevano fatto a pugni con il mio cuore. Mi hai ricucito l'anima con la tua voce Federico, e io...io non posso, non riesco e non voglio nemmeno pensarla una vita senza di te.
A me non me ne è mai importato nulla se eri lontano, io continuavo ad affezionarmi a te, che neanche sapevi della mia esistenza...ti prego, resisti...non volare via, resisti"
"Signorina scusi ma dovrebbe uscire adesso"le disse un'infermiera.
Giada a malincuore si alzò sulle gambe malferme e lasciò un bacio sulla fronte del biondino.
"Fa che non sia un addio.." gli sussurò.

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