Capitolo 43

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Erano passate già un paio d'ore, e Fede non era ancora rientrato.
E dire che Giada fosse preoccupata, non rende esattamente l'idea.
"Benjamin perché non è ancora tornato?"
"Sarà la millionesima volta che me lo chiedi, e io come continuo a rispondenti?"
"Devo dargli tempo lo so lo so...però sono in ansia per lui...non puoi andare a cercarlo?"
"E lasciare te qui da sola? No no...la febbre si sta rialzando di nuovo e non posso..."
"Benjamin ascolta, se lui non torna, la febbre continuerà a salirmi...ti prego, va a cercarlo..."
"Giada anche volendo, non so dove cercarlo!"
"Ti prego provaci...che ti costa?"
Ben sbuffò e afferrò la giacca.
"Grazie" disse mandandogli un bacio volante.
Lui sorrise e uscì.
Intanto aveva anche cominciato a pioviginare...ogni minuto che passava, a Giada sembrava un'eternità: continuava a controllare l'ora e a guardare fuori dalla finestra.
Inoltre non poteva fare a meno di ripensare al loro litigio...non gliene fregava nulla di chi avesse ragione o torto, al diavolo l'orgoglio, voleva solo che tornasse da lei.

Passò un'ora, e Giady continuava a torturarsi su dove potesse essere andato...
Pensa, pensa, pensa...se io fossi triste...dove andrei...all'altalena! Al parco! Come per il mio compleanno! Devo dirlo a Ben!
Ma sfortunatamente, il moro aveva lasciato il cellulare a casa.
Fuori ormai diluviava.
E Giada fece una cosa che non si sarebbe aspettata mai di fare.
Si alzò dal letto e si infilò la felpa di Fede.
Indosso i suoi stivali di gomma per la pioggia e, preso l'ombrello, uscì.
Camminò verso il parco, anche se avrebbe tanto voluto correre...ma l'influenza le aveva tolto le energie e in più faticava a reggersi in piedi.
Mi sento così debole...vorrei tanto sdraiarmi...no no! Devo andare da lui. Adesso. E non mi importa di questa maledetta febbre, io andrò da Fede.
Le gambe le cedevano ad ogni passò, ma per fortuna, il piccolo parco era proprio dietro casa; varco l'ingresso e si avviò verso la sua altalena.
Mentre si avvicinava, sentiva crescere dentro di se sempre più ansia...lo avrebbe trovato lì? Se invece non c'era? Se gli fosse successo qulcosa?
Assalita dai dubbi e dalle paure, continuava a camminare verso il luogo preferito della sua infanzia.
Svoltò l'angolo e pregò Dio che lui fosse lì...e le sue preghiere furono esaudite.

Federico era seduto sull'altalena, completamente bagnato fradicio per colpa della pioggia e Giada ebbe un tuffo al cuore nel vederlo con il capo rivolto a terra. Era lì, davanti ai suoi occhi, stava bene.
"Federico!"
Lui si voltò e all'iniziò non capì chi lo stesse chiamando, ma appena realizzò, spalancò gli occhi e si avvicinò a grandi passi verso di lei.
"Menomale che ti ho trovato! Sai ero così..."
"Andiamo casa" le disse con un tono così freddo da raggelarla completamente.
La sua espressione era dura e severa.
A lei fece quasi paura.

Appena entrarono in casa, Federico le preparò un bagno caldo per poi lasciarla sola...ma non le rivolse la parola neanche per mezzo secondo.
Evitava persino di guardarla.
Giada si tolse i vestiti e si immerse nell'acqua calda.
Neanche lei aveva aperto bocca, non era riuscita. Era rimasta così male per come si era comportato, che le parole le erano morte in gola.
Dopo essersi asciugata e rivestita, scese in salotto e leggermente tremante, non seppe se per il freddo o l'agitazione.

"Siediti" le disse Federico indicandole il divano.
"Mi spieghi perché sei uscita? Devo ricordati io che hai non poca febbre? E se svenivi per strada? Se fossi inciampata nel marciapiede bagnato?"disse fermo con le braccia incrociate.
" io..."
"Tu cosa?" ringhio lui a denti stretti.
Lei deglutì.
"Volevo solo...sapere se stavi bene.."
"Da quanto ti interessa?"
"Da sempre direi"
"Ah davvero? A me non sembrava"
"Federico non dire cavolate..."
"Non dico cavolate, dico la verità. Io per te sono un idolo, un bel ragazzo che è meraviglioso solo perché è famoso. E tu sei solo una bambina irresponsabile e superficiale!"
"Tu per me sei solo un idolo? È davvero questo che pensi? No perché allora non hai capito proprio niente. E se davvero, sono una bimbetta irresponsabile e superficiale, perché diavolo non esci da quella porta e non torni più eh?! Io ero preoccupata per te cazzo! Ho passato due ore a pregare Benjamin di venirti a cercare! Avevo paura per te! E la sai un'altra cosa? Volevo anche scusarmi per la lite di oggi! Sai credo proprio di essere una stupida....vai se è questo che vuoi! Ti apro anche la porta non c'è problema! Io non obbligo nessuno a stare con me chiaro?!"
Lui non rispose.
"Qui l'unico bambino sei tu! Che invece di affrontare i problemi scappi via!! E in quanto a superficialità mi batti! E lo sai perché? Perché tu dai per scontato che io sia una di quelle ochette che ti viene dietro solo perché sei biondo con gli occhi azzuri, no! Io non ti considero, e non ti ho mai considerato un idolo, sarebbe riduttivo. Tu sei l'unica cazzo di persona che mi aiutata a tenere insieme i pezzi di me! Sei stata la voce di qui mi sono innamorata e di cui non riesco a fare a meno! Sei il ragazzo che arrossisce ad un complimento, sei quello che fa tanto il timido ma alla fine è pieno di determinazione! Sei quello che non si arrende, quello che lotta fino in fondo per ciò che ama! Sei la persona più dolce che io abbia mai visto , tanto che non sai quante volte mi sono chiesta, come facesse tanta dolcezza ad essere racchiusa in una persona sola... Tu sei tutto questo e anche molto di più! E se mo reputi ancora una stupida ragazzetta, è meglio se sparisci dalla mia vista!"
Fece per alzarsi, male venne un capogiro talmente forte, che fu costretta a sedersi di nuovo.
Federico le toccò la fronte.
"Scotti...vieni, andiamo a letto" disse premuroso.
La prese in braccio e la portò in camera sua mettendola a letto.
"Scusami, sono un cretino lo so" sussurrò lasciandole un bacio sulla fronte per poi lasciare a stanza.
"Fede aspetta...non sei un cretino, sei umano è diverso. Tutti commettiamo errori. "
Lui sorrise debolmente.
"Non te ne andare di nuovo, resta qui. Resta con me. Ho bisogno di te"
Lui allora si sdraiò accanto a lei che appoggiò la testa sul suo petto, e finalmente riuscì ad addormentarsi, cullata dal ritmo dei battiti del suo cuore.

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