27.

65 4 1
                                        

Mi risveglio in una stanza brutta. Ospedale. Dalla finestra esce un bagliore molto fioco di luce. Guardo l'orologio a muro. Cinque e mezza del pomeriggio. Meraviglioso penso tra me. Un'altra voce nella mia testa pensa che io stia morendo. Bello.
Quando entra Ed, mi accorgo che è ridotto ad un cencio: capelli scompigliati, la barba non curata, il maglione sporco (credo sia il mio sangue) e la pelle più pallida del solito.
-ciao- sbiascica scoccandomi un leggero bacio sulla fronte.
Annuisco leggermente per rispondere al suo saluto.
-credo sia meglio che ti lasci riposare... ma dio sei splendida anche con un camice sporco-
-ti prego non andare- sussurro quel tanto da venire compresa da lui.
-non mi muovo- mi rassicura prendendo la mia mano.  È così fredda. È nervoso.
-ehi... non essere nervoso- dico stringendogli la mano.
-è solo che non amo questo posto-
-e chi ama essere infilzati da un ago?-
-già-
Devo dirlo.  No Ginny che dopo ti muore qui. Ma devo.  Lo vuoi morto? Lo voglio felice.
-Ed... non sono qui per un attacco- bisbiglio.
Nessuna risposta.
-Sono qui perché sono....-
-sei?-
-Ecco... incinta...-
Faccia impietrita. Di nuovo. Ti prego non di nuovo.
-ti prego di qualcosa-
-qualcosa-
-Ed... per favore-
-ti amo-
E mi bacia delicatamente.
-Voglio solo che tu... voi stiate bene- sussurra dopo il bacio.
-anche io lo voglio Ed... ma non é così facile...-
-in che senso?-
-non ho più una famiglia... non ho più i consigli di mia madre...-
-sono io ora la tua famiglia-
-Ed...-
-no, sul serio costruiremo una casa di lego insieme- dice sorridendo.
-Lego House? Sai che non puoi prendere citazioni delle tue canzoni- lo canzono.
- oh ma davvero? Poi devo sganciare un sacco di soldi al produttore per questa frase... ma dato che IO la canto.. chiuderanno un occhio- continua mostrando il suo sorriso da cretino.
Quanto amo il suo sorriso svampito. Quanto vorrei non essere qui.
       

La settimana dopo, a casa mandano un pacco. 
Di nuovo anonimo. Lo apro. E al suo interno, in mezzo a tutto quel polistirolo trovo un blocco di Lego. Lego?
-Ed- chiamo in modo che dal giardino mi senta
-che succede? Ti senti male?-
-no, non è quello- dico toccandomi la pancia -è solo che è arrivato questo-
-Lego- urla dal soggiorno -li ho ordinati io, così adesso possiamo costruire una casa di lego-
-che idiota- dico ridendo.

Venti minuti dopo l'arrivo del pacco, il campanello di casa suona. Ed, che è in cucina impreca qualcosa al telefono, e va ad aprire la porta. Mi porto la mano alla bocca.
È Brian. Con mia sorella.
-Ommioddioooo- dico abbracciando prima mio fratello adottivo e poi mia sorella. Ed sembra scosso.
Becky sembra diversa... più rilassata senza la bimba, mia nipote.
-ma Sydney?- chiede Ed, fissandomi.
-é in Francia dai miei genitori adottivi, e abbiamo approfittato del tempo libero - dice sorridendo - Ginny... ti posso parlare un attimo?-
-certo Becky-
Usciamo dalla porta finestra, e ci ritroviamo in giardino.
- hai ricevuto anche tu questa?-  dice tenendo in mano una lettera anonima.
-si, due giorni fa... ma non so chi sia e cosa significhi il contenuto- ammetto.
"Mi rammarico della scelta che ho fatto" mi risuona ancora nella mente, malgrado gli altri pensieri.
-ho rintracciato il mittente-
-e?-
-Amsterdam- dice orgogliosa.
-quindi? Le hanno mandate da Amsterdam?-
-si, Brian ha rintracciato il posto... ma non il numero civico-
-beh è un inizio no?-
-si, credo di si....- sussurra - prima di entrare... ho avuto varie notizie sul l'incidente e sul nostro passato-
-cosa???-
-si un nostro zio mi ha contattata dandomi dei giornali e alcune foto-
-Le hai qui?-
-si nel porta bagagli in macchina-
- quando le porti in casa?-
-Ginevra, dopo.... quando Ed e Brian si sono addormentati..-
-ma non possiamo nasconderlo-
-senti è meglio lasciarli all'oscuro fin che non abbiamo la certezza delle fonti e della nostra famiglia... okay?-
-va bene.... hai vinto-
- ci vediamo a mezzanotte in soggiorno-

Una volta rientrata in casa, guardo l'orologio. Sei e un quarto. Ho la nausea, quindi mi avvio in camera per riposare un po'.
Arrivata nella stanza, trovo Ed, nell'intento di vestire per uscire con Hoodie e Brian.
-ciao- dico stanca.
-ciao- sussurra lui, venendomi in contro per poi abbracciarmi.
Ci baciamo ed è un sollievo. Poi sospiro.
-su riposati- sussurra baciandomi la fronte.
-dov'è che di preciso stai andando?- dico sedendomi sul letto.
-emh... boh forse al bar- dice quasi imbarazzato.
- beh in questo caso bevi una birra anche per noi - dico sorridendo.
-vi amo- dice, per poi sfregare le mie labbra con le sue, per poi accarezzarmi il ventre, ed infine baciandolo. Sorrido.
-ora a nanna- dice, mentre esce dalla stanza.
Quando mi risveglio il cielo si è fatto nero. Buon segno. Guardo l'orologio. Le undici meno cinque. Sarà il caso di mangiare qualcosa.
-Buongiorno dormigliona- dice dolcemente Becky, posando giornali e quant'altro.
-scusa- improvviso- mi sono addormentata.... non ho dormito da quando sono uscita dall'ospedale... quindi tanto vale aproffitare- dico addentando una mela.
-sei strana-
-lo so- affermo.
Guardiamo i giornali. Pagine e pagine scritte in inglese o francese.... che raccontano la storia dei miei genitori.
-a che anno risalgono?-chiedo, mentre leggo la parte di inchiostro non deteriorata.
-2001- dice Becky, anche lei in circospezione di indizi.
Dopo aver letto gli articoli più di una volta mi accorgo di un'errore: nell'articolo francese non è citato che il cadavere di mia madre fu ritrovato mentre nell'articolo inglese è scritto che entrambi i miei genitori furono colti da questa tragedia.
-Becky... guarda... qui non è scritto come l'altro-
- come?-
-Guarda il corriere francese non cita la presenza di entrambi i corpi... mentre quello inglese lo fa... eccome se lo fa... l'ha trasformato nella tragedia del secolo se così si può definire- 
-guarda... le date... sono sballate-
-o dio- dico stupita guardando l'angolo in alto a sinistra, dove si legge a malapena.
-uno del 2001 e uno del 1998-
- Le date sono diverse... perché diverse? Mamma e papà sono sempre citati.... anche se con tre anni di differenza-
-cazzo-
-che succede?-
-Guarda la foto dell'articolo-
Le guardo. Mia madre, a quel tempo una ventenne. Viso pallido, due occhi azzurri, labbra carnose e i miei capelli, raccolti in uno chignogn... mentre mio padre, un uomo dalla mascella quadrata, con i capelli biondi e gli occhi verdi. Questi erano i miei genitori. Lucas e Lilly.
-e ora guarda questa-
La guardo. Questi due hanno capelli scuri e occhi scuri, ma hanno le sembianze di Lucas e Lilly.
-Sono diverse- è l'unica cosa che mi esce dalle corde vocali.
- e ora guarda...- dice Becky passandomi l'articolo.
-quello francese racconta dell'incidente aereo...-
-quello inglese no... dai un'occhiata-
-un incidente stradale... ma perché?-
-penso che qualcuno abbia pagato i giornalisti per mascherare la vicenda-
-chi può essere stato?- dico.
-non lo so... ma lo scopriremo- bisbiglia Becky -dai aiutami a mettere a posto prima che ritornino- 

Quando Ed e Brian tornarono era l'una e mezza.  Appena in tempo. Io mi distesi sul divano qualche secondo prima che i due varcarono la soglia.
Ed vedendomi dormire, mi baciò la fronte e mi portò in braccio, fino in camera.
- Puzzi di alcool- fu tutto quello che dissi, prima di sprofondare in un sonno perenne.

✖Lego House ✖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora