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È l'alba. Grazie mille stupida nausea che evita il sonno. Davvero. Grazie.
Mi giro alla destra del letto per ammirare Ed, ancora dormiente per fortuna. Avrai delle borse enormi Ginny! Nemmeno il correttore riuscirà a coprirle!
Grazie pensieri. Grazie.
Piano piano, senza fare rumore mi alzo dal letto e mi avvio nel bagno della camera.
Ma devi sempre fare pipi? Cavolo prima alle undici, poi alle due ,dopo alle tre ,poi alle cinque e anche ora! Tra un po' ti legano il water al fondo schiena Ginny!
Non ho mai fatto tanta pipì in vita mia. Beh non è colpa mia se lui sta sopra la mia vescica.. e ogni tanto la stritola... mal che vada si mi legheranno il cesso al fondo schiena.
Ho fame.
Una volta in cucina, apro le tapparelle di legno, giusto per far scivolare un po'di buio.
Mi metto ai fornelli e comincio a preparare la colazione. Come faceva Molly ogni mattina. O come fa chiunque.
Non prepararne per un esercito! E nemmeno per quindici giorni. Dosi giuste per porzioni giuste.
Un quarto d'ora più tardi arriva Brian, con la sua faccia da sberle soddisfatta all'ordine dell'uovo e del bacon che sfrigolano sulla padella.
-buongiorno- dice stiracchiandosi come un gatto.
-ciao- dico, senza badare lo stiracchiamento da ebete.
-hai fatto tu la colazione?- chiede quasi sorpreso.
-emh si... qualche problema?-
-no... spero solo che non ci sia veleno o roba varia-
-ah ah... senti non mangiare tutto... sono quattro porzioni- dico guardandolo di soppiatto.
-uffa.... farò uno sforzo sorellina- dice, scoccandomi un bacio sui capelli.
La doccia mi chiama.
"Ginnyyy vieni" "da questa parte" okay forse le voci nella mia testa stanno prendendo il sopravvento.

Dopo essermi fatta una doccia, mi asciugo i capelli con il phon. Giusto per averli umidi. Mi piace vedere le increspature che forma la mia chioma ginger, quando non è perfettamente piastrata. E poi credo che non faccia male al mio cuoio capelluto un po'di ossigeno.
Vado verso lo studiolo di Ed, per prendere una cartella dove sono elencate le mie medicine e dove devo mettere delle lettere per la salute del mio piccolo.
-Ginny... scusa- dice Becky interrompendo i mie sogni - Ed mi ha detto che eri qui e volevo chiederti quale stanza è più indicata per Sydney-
-oh..- dico, quasi attenta a quello che mi ha detto -si ecco... credo che la stanza vicino la vostra camera da letto vada più che bene-
-sorellina.. è troppo piccola...-
-beh...-dico, guardando l'orologio appeso al muro. CAZZO. SONO IN RITARDO PER L'ECOGRAFIA. PORCAVACCA.
-beh ora devo andare...sono in ritardo-
-ritardo per cosa?-
-ho un corso all'università, quindi se vuoi scusarmi- dico, uscendo dalla porta con la mia cartellina sotto braccio. Per fortuna l'ha bevuta!

-Ed!- starnazzo al telefono, quando esco di casa -Cazzo siamo in ritardo dove ti sei cacciato?-
-Sono proprio dentro la macchina,baby-
Guardo il veicolo parcheggiato nell'immensa corte recintata da un cancello.
Ed eccolo. Con la sua solita sigaretta in bocca, che fa una faccia da ebete. A volte mi domando cosa mi abbia fatto innamorare di lui.
Il tragitto in macchina è stato piuttosto breve, rispetto le altre volte. Forse è perché so che non finirà male.

Quando entriamo nel reparto di Ostetricia, tutte le infermiere guardando Ed in modo stupefatto.
Tranquille... è un uomo. Si. Ed è mio. MIO.
Ora che la mia voce interiore ha messo le cose in chiaro, ci dirigiamo mano nella mano in sala d'attesa.
-perché mi guardano così?- mi chiede, accarezzandomi il palmo della mano, mentre ci sediamo nelle "sedie" se si possono definire tali, in cui si sta molto scomodi.
- forse perché non hanno mai visto un ragazzo che sta con una ragazza-
-o forse, hanno capito perché Ed Sheeran ha deciso di andarsene dai riflettori per un po'- ammette, con una nota di maliconia.
-senti... chi se ne frega di quello che pensano... ci siamo solo io e te e lui/lei e non voglio altro- rispondo dolcemente.
Sorride quando finisco di parlare.
-ti amo- dichiara.
-anch'io- sussurro.
L'attesa si fa atroce. Voglio vedere mio figlio. Ma ahimè non posso, perchè ci sono altre due donne con la pancia grande il doppio della mia.
Ma che hanno dentro? Un camion?
A quanto pare, ho bisogno di fare pipi, e mi avvio in bagno.
Quando torno dal piccolo bagno molto pulito, le due donne si siedono vicino a me.
-a che mese è cara?- domanda una.
-Sono quasi al quinto- dico, quasi arrossendo.
-beh anch'io sono al quinto- dice la donna accennando la sua pancina -sono quattro bei bambini- dice fiera.
Quattro. QUATTRO. Credo che se l'ostetrica mi dicesse che aspetto quattro figli, beh Ed sarebbe subito corso in rianimazione. Dallo shock.
-beh Congratulazioni- dico, limitando lo scorrere di molte battute squallide del tipo "Hey ma lei e suo marito volevate mettere su una squadra di calcio?" Ma forse è meglio evitare.
Mezz'ora dopo, un'infermiera accenna il mio nome all'ingresso del l'ambulatorio, se si può definire così, del reparto di Ostetricia.
Ed mi stringe la mano in modo quasi nervoso. Dovresti essere tu quella nervosa Ginny!

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